lunedì 31 gennaio 2011

L'indice dell'annata 2010 di Medico e Bambino; attendiamo i vostri commenti










Per chi fosse interessato è disponibile nel Sommario del Mese di Dicembre 2010 l'Indice della intera annata di Medico e Bambino che riguarda sia la rivista cartacea che quella elettronica. L'indice è ad accesso libero.

Più di 200 Autori, oltre 300 titoli di argomenti trattati in Articoli formali, Rubriche, Ricerche, Lettere, Editoriali. Per chi fosse interessato vi invitiamo a sfogliarlo e magari stamparlo, per utilità, curiosità e, se vi fosse possibile, per commenti, proposte e magari critiche.

Ritenete che la rivista Medico e Bambino sia vicina ai bisogni della pediatria? ed ai vostri singoli bisogni quotidiani?

Quali argomenti vorreste che fossero trattati e discussi?


Quale ritenete che siano i 3 articoli più interessanti pubblicati su Medico e Bambino nel 2010?


Questa volta attendiamo i vostri commenti

Un minuto del vostro tempo è prezioso per rendere la rivista sempre più a servizio della Pediatria italiana che cresce

Un sentito grazie
La Redazione di Medico e Bambino

giovedì 27 gennaio 2011

Vite indegne? La Giornata della Memoria fra passato e presente

In una televisione sempre più inguardabile, che da giorni non fa altro che parlarci di sexygate e fare sfoggio di scurrilità varie, ieri sera è tornata la speranza che questo mezzo possa ancora svolgere un ruolo didattico, formativo e di riflessione. I dati auditel ci dicono che ieri sera 1,7 milioni di italiani (tanti, ma sempre pochi rispetto a quelli che hanno guardato la partita di Coppa Italia Napoli-Inter, “Paperissima” o “Chi l’ha visto?”) hanno guardato su La7 “Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute” un’opera di Marco Paolini trasmessa in diretta dall'ospedale psichiatrico 'Paolo Pini' di Milano. L’occasione era la vigilia della Giornata della Memoria, che ricorre oggi 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. (Legge 20 luglio 2000, n. 211).


La vicenda narrata dall’attore bellunese in un agghiacciante e nitido monologo, si consuma ufficialmente dal 1939 fino al 1941: l’operazione Aktion T4, dal nome dell’iniziale della via berlinese, la Tiergartestrasse, al civico 4, dov’era insediato l’Ente pubblico per la Salute e l’Assistenza sociale, e l’organizzazione (una specie di società a partecipazione statale) che studiò e attuò il programma nazista di eugenetica, cioè la soppressione di massa di bambini e adulti malati di mente o affetti da malattie genetiche, considerati inutili, appunto “vite indegne di essere vissute”.

Già nel 1933 – in coerenza con l’ideologia dell’”igiene razziale” – la legge “sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditarie” diede il via alla campagna di sterilizzazione di massa di questi pazienti (non meno di 200 mila persone affette da malattie mentali). Ma dal 1939 si passò alle cosiddette “uccisioni pietose” dei bambini al di sotto dei tre anni. Le segnalazioni dei casi sospetti al Dipartimento di Sanità del Ministero degli interni dovevano essere effettuate da ostetriche e pediatri. Per tranquillizzare i genitori dei bambini si spiegava loro che i figli malati venivano spostati in speciali sezioni pediatriche dove ricevevano cure innovative. Ma una volta internati in questi centri intermedi, dopo poche settimane, venivano trasferiti in altre sedi. E in esse, lontano da occhi indiscreti, venivano uccisi tramite iniezioni letali. Nei certificati di morte tutto veniva coperto con un “decesso per polmonite” o “per arresto cardiaco”. Quasi subito il programma di eliminazione si estese anche agli adulti. Dal 1940 le camere a gas sostituirono le iniezioni. Dal 1941, chiusa Aktion T4, almeno in modo formale, i malati psichici continuarono ad essere sterminati, facendoli morire per inedia (la cosiddetta dieta E) direttamente nei manicomi, risparmiando gas e farmaci-killer. Questa strage – quasi una “prova generale” della “soluzione finale” – è sempre passata in silenzio, forse perché non aggiungeva molto ai milioni di vittime dell’Olocausto e al giudizio della storia sul nazismo e la dittatura hitleriana, o forse per darci quella sorta di “auto-assoluzione preventiva”.


“Ausmerzen” (che significa abbattere) è una cronaca storica, datata, ma che ha la capacità di interrogare le coscienze, che ha ancora a che fare con le nostre scelte quotidiane: “Che farei io al posto di quella gente?”. Questa è stata la differenza di questa piéce teatrale rispetto ad altri film o rappresentazioni ben più note, non si parlava delle sadiche SS o degli spietati gerarchi hitleriani, ma di ‘brava gente’: professionisti, medici di famiglia, infermieri, pediatri… Si tratta di un periodo di crisi economica, come quello della Germania negli anni Trenta, durante il quale veniva chiesta collaborazione di tutti – e quindi anche del personale sanitario – per risparmiare nel bilancio della sanità sulla pelle di persone considerate improduttive: perché lo Stato deve spendere per queste “vite indegne” così tanti soldi che potrebbero essere redistribuiti per la gente “normale”? Al processo di Norimberga però medici e funzionari non subirono pene esemplari. “Paradossalmente – spiega lo stesso Paolini – meglio così: quelle sentenze ci impediscono di pensarli come criminali appartenenti a un’altra galassia e ci è più facile vederli come la ‘brava gente’. Come potrei essere io, o i miei vicini di casa”.


“I periodi di crisi economicacontinua l’attore – fanno mutare i parametri e creano l’occasione perché certe idee possano trovare cittadinanza, tolleranza. Idee che dovrebbero, invece, essere messe al bando assieme a chi le propugna. È come se la crisi producesse un abbassamento d’attenzione delle coscienze.” E non bisognerebbe abbassare la guardia nei nostri giorni: in un momento di crisi e di tagli al servizio pubblico come quello attuale, le prime risorse che vengono tagliate sono di nuovo quelle dell'assistenza ai più indifesi. Per esempio, si è arrivati a mettere in discussione un modello d’inserimento che è uno dei fiori all’occhiello del sistema scolastico italiano riesumando l’idea delle classi differenziali; un assessore regionale alla Sanità ha proposto che i trapianti d’organi siano inibiti a chi non supera un certo quoziente intellettivo; appena l’anno scorso si voleva chiedere ai medici la schedatura dei pazienti stranieri irregolari… i presupposti vi sembrano molto diversi?


Insomma, ieri erano i disabili, i malati di mente, gli ebrei, gli slavi e i polacchi, i rom, i dissidenti tedeschi, i comunisti, gli omosessuali, i testimoni di Geova e i pentecostali. Ancora oggi alcune di queste classi continuano ad essere bistrattate, forse con altri epiteti meno scomodi (“irregolari”, per esempio) e con altre metodologie apparentemente più lecite (i “respingimenti”, per esempio), e a queste probabilmente se ne aggiungono altre nuove.


Ma siamo davvero certi che non ci saremmo comportati (e che non ci comportiamo) come quei medici e come quegli infermieri?


Gianluca Tornese

Clinica Pediatrica

IRCCS Burlo Garofolo - Trieste

mercoledì 19 gennaio 2011

Premio Nazionale Nati per leggere 2011

Il Premio nazionale Nati per Leggere festeggia l'anno nuovo con un altro successo: anche la seconda edizione riceve la medaglia del Presidente della Repubblica Napolitano quale premio di rappresentanza. Un riconoscimento che esprime apprezzamento per il lavoro svolto dal Premio nella valorizzazione dell'editoria d'infanzia di qualità e di progetti di lettura ad alta voce ai bambini fino a sei anni di età.

Il Premio è in scadenza il 31 gennaio 2011.

Sul sito web di Nati per leggere (alla sezione "Premio") è possibile scaricare il bando rivolto a editori, bibliotecari, insegnanti, librai, educatori, pediatri ed enti locali.

La giuria che valuterà libri, prototipi e progetti è composta da: presidente Rita Valentino Merletti (studiosa di letteratura per l'infanzia), Fabio Bazzoli (bibliotecario, direttore del Sistema bibliotecario Sud Ovest Bresciano e della Biblioteca di Chiari e membro del Coordinamento nazionale di Nati per Leggere; Chiari - Bs); Antonia Boemio (educatrice presso l'Asilo nido comunale di piazza Cavour di Torino - Torino); Mariangela Clerici Schoeller (pediatra, membro del Coordinamento nazionale di Nati per leggere - Milano); Esther Grandesso (bibliotecaria, già direttrice del Centro Servizi Bibliotecari della Provincia di Cagliari, membro della Commissione Nazionale Biblioteche per Ragazzi dell'Aib - Cagliari); Maria Letizia Meacci (esperta in letteratura per l'infanzia, collaboratrice della rivista Liber - Firenze); Anna Parola (esperta in letteratura per ragazzi, Libreria dei ragazzi di Torino - Torino); Sergio Spaggiari (Pedagogista, direttore delle scuole e dei nidi d'infanzia del Comune di Reggio Emilia dal 1985 al 2010; Reggio Emilia).

Segreteria nazionale, Nati per Leggere

Che cosa è Nati per leggere

Amare la lettura attraverso un gesto d'amore: un adulto che legge una storia.

Ogni bambino ha diritto ad essere protetto non solo dalla malattia e dalla violenza ma anche dalla mancanza di adeguate occasioni di sviluppo affettivo e cognitivo. Questo è il cuore di Nati per Leggere. Dal 1999, il progetto ha l'obiettivo di promuovere la lettura ad alta voce ai bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni. Recenti ricerche scientifiche dimostrano come il leggere ad alta voce, con una certa continuità, ai bambini in età prescolare abbia una positiva influenza sia dal punto di vista relazionale (è una opportunità di relazione tra bambino e genitori), che cognitivo (si sviluppano meglio e più precocemente la comprensione del linguaggio e la capacità di lettura). Inoltre si consolida nel bambino l'abitudine a leggere che si protrae nelle età successive grazie all'approccio precoce legato alla relazione.

Nati per leggere, è promosso dall'alleanza tra bibliotecari e pediatri attraverso le seguenti associazioni: l'Associazione Culturale Pediatri - ACP che riunisce tremila pediatri italiani con fini esclusivamente culturali, l'Associazione Italiana Biblioteche - AIB che associa oltre quattromila tra bibliotecari, biblioteche, centri di documentazione, servizi di informazione operanti nei diversi ambiti della professione e il Centro per la Salute del Bambino - ONLUS - CSB, che ha come fini statutari attività di formazione, ricerca e solidarietà per l'infanzia.

Il progetto è attivo su tutto il territorio nazionale con circa 400 progetti locali che coinvolgono 1195 comuni italiani. I progetti locali sono promossi da bibliotecari, pediatri, educatori, enti pubblici, associazioni culturali e di volontariato.

venerdì 7 gennaio 2011

Percorso nascita: i dieci punti approvati dalla Confererza Stato-Regioni

La conferenza Sato Regioni ha approvato le linee di indirizzo del programma che punta alla promozione e al miglioramento della qualità, della sicurezza degli interventi assistenziali del percorso nascita e alla riduzione dei tagli cesarei.
Il programma e' articolato in 10 linee di azione che sono ''complementari e sinergiche'' e che vanno avviate congiuntamente a livello nazionale, regionale e locale.
La Società Italiana di Ginecologia ha espresso parere favorevole.

Si è concluso nel mese di dicembre 2010 l’iter del provvedimento e inizia il percorso che dovrà portare alla chiusura definitiva dei reparti di maternità dove si effettuano meno di 500 parti all’anno e alla razionalizzazione/riduzione di quelli che ne effettuano meno di 1.000. Altro obiettivo prioritario, l’abbattimento del ricorso al taglio cesareo.

I Presupposti del Piano:

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L’eccessivo ricorso al taglio cesareo ha portato l’Italia ad occupare il primo posto tra i paesi Europei, superando i valori europei riportati nel rapporto Euro-Peristat sulla salute materno-infantile del dicembre 2008. L’Italia detiene la percentuale più elevata pari al 38%, seguita dal Portogallo con il 33% mentre tutti gli altri Paesi presentano percentuali inferiori al 30% che scendono al 15% in Olanda e al 14% in Slovenia. In Italia si è passati dall’11,2% del 1980 al 29,8% del 1996 ed al 38,4% del 2008 con notevoli variazioni per area geografica (23,1% in Friuli Venezia Giulia e 61,9% in Campania) e presenza di valori più bassi nell’Italia settentrionale e più alti nell’Italia centrale, meridionale;
-I dati disponibili confermano, per quanto riguarda il taglio cesareo e, in generale l’assistenza in gravidanza e al parto, l’aumento in Italia del ricorso a una serie di procedure la cui utilità non è basata su evidenze scientifiche e non è sostenuta da un reale aumento delle condizioni di rischio. Il loro utilizzo è spesso totalmente indipendente dalle caratteristiche socio-demografiche delle donne e dalle loro condizioni cliniche ed è invece associato principalmente alla disponibilità delle strutture coinvolte e alla loro organizzazione;

-In Italia, nel 2008, sono stati effettuati circa 220.000 interventi di taglio cesareo, con un costo umano ed economico non trascurabile: il rischio di morte materna è infatti di 3-5 volte superiore rispetto al parto vaginale e la morbosità puerperale è 10-15 volte superiore;

-I punti nascita con un numero di parti inferiori a 500, privi di una copertura di guardia medico-ostetrica, anestesiologica e medico-pediatrica attiva h24, rappresentano ancora una quota intorno al 30% del totale e sono presenti, in particolar modo, nell'Italia centrale e meridionale. In tali strutture il numero di parti è esiguo (la media è inferiore ai 300 parti/anno) e rappresenta meno del 10% dei parti totali. In queste unità operative, deputate all’assistenza del parto in condizioni di fisiologia, dove sarebbe ragionevole attendersi una minore prevalenza di patologie, si eseguono più cesarei (50%), mentre nelle unità operative più grandi e di livello superiore dove c’è concentrazione elevata di patologia, il tasso di cesarei è molte volte inferiore, sebbene la variabilità sia ampia;
-Accanto alle classiche indicazioni cliniche, assolute e/o relative, materne e/o fetali, coesistono, con sempre maggior frequenza e con un ruolo importante, indicazioni non cliniche o meglio non mediche, alcune delle quali riconducibili a carenze strutturali, tecnologiche ed organizzativo-funzionali, quali organizzazione della sala parto, preparazione del personale, disponibilità dell’equipe ostetrica completa, del neonatologo e dell’anestesista h24, unitamente a convenienza del medico, medicina difensiva, incentivi finanziari.

I 10 punti del documento:
  1. Misure di politica sanitaria e di accreditamento. Razionalizzare/ridurre nell’arco di 3 anni i punti nascita con numero di parti inferiore a 1000/anno, prevedendo l'abbinamento per pari complessità di attività delle U.U.O.O. ostetrico-ginecologiche con quelle neonatologiche/pediatriche, riconducendo a due i precedenti tre livelli assistenziali, mettendo a regime, contemporaneamente, il sistema di trasposto assistito materno (STAM) e neonatale d’urgenza (STEN). Le strutture dovranno essere autorizzate ed accreditate sulla base di standard che vengono individuati. La rete dei servizi territoriali, in particolare i Consultori Familiari adeguatamente supportati nel numero e negli organici, rappresenta il punto nodale per la presa in carico della gravidanza fisiologica. Vengono infine suggerite strategie di incentivazione/disincentivazione economica su soglie di appropriatezza degli interventi e l’implementazione delle misure individuate viene indicata quale obiettivi specifici per la valutazione dei direttori generali, dei direttori di dipartimento e di U.O.C.;
  2. Carta dei Servizi. Le Aziende sanitarie in cui è attivo un punto nascita, devono sviluppare una Carta dei servizi specifica per il percorso nascita, in cui, in conformità ai principi di qualità, sicurezza e appropriatezza siano contenute indicazioni riguardanti le informazioni generali sulla operatività dei servizi contenenti i principali indicatori di esito, sulle modalità assistenziali dell’intero percorso nascita, sulle modalità per favorire l’umanizzazione del percorso nascita, sulla rete sanitaria ospedaliera-territoriale e sociale per il rientro a domicilio della madre e del neonato atta a favorire le dimissioni protette, il sostegno dell’allattamento al seno ed il supporto psicologico;
  3. Integrazione territorio-ospedale. Garantire la presa in carico, la continuità assistenziale, l'umanizzazione della nascita attraverso l'integrazione dei servizi tra territorio ed ospedale e la realizzazione di reti dedicate al tema materno-infantile sulla base della programmazione regionale. Sono previsti percorsi assistenziali differenziati che favoriscano la gestione delle gravidanze fisiologiche presso i consultori e le dimissioni protette delle puerpere e dei neonati;
  4. Sviluppo di linee guida (LG) sulla gravidanza fisiologica e sul taglio cesareo da parte del SNLG-ISS. A breve saranno disponibili le su indicate LG rivolte sia ai professionisti della salute che, in sintesi divulgativa, alle donne;
  5. Programma di implementazione delle LG. Attraverso analisi del contesto assistenziale a livello regionale e locale verranno identificate le criticità e le barriere che ostacolano il cambiamento. Verrà promossa la continuità assistenziale e l’integrazione con l'assistenza territoriale. Viene quindi promosso il ruolo dei vari professionisti nel percorso nascita, anche tramite l’individuazione dei percorsi differenziati per l’assistenza alla gravidanza fisiologica ed a rischio fisiologica. Per favorire l’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo verranno sviluppati percorsi clinico-assistenziali aziendali, sulla base delle linee di indirizzo;
  6. Elaborazione, diffusione ed implementazione di raccomandazioni e strumenti per la sicurezza del percorso nascita. Verranno promossi strumenti quali le Raccomandazioni per la prevenzione della mortalità materna, per la prevenzione della mortalità neonatale nonché l’adesione a sistemi di monitoraggio di eventi sentinella, eventi avversi.
  7. Procedure di controllo del dolore nel corso del travaglio e del parto. Promuovere procedure assistenziali, farmacologiche e non per il controllo del dolore in corso di travaglio-parto e definiti di protocolli diagnostico terapeutici condivisi per la partoanalgesia, dando assicurazione della erogabilità di tale prestazione con disponibilità/presenza di anestesista sulla base dei volumi di attività del punto nascita;
  8. Formazione degli operatori. Nell’ambito dei percorsi di formazione/aggiornamento di tutte le figure professionali coinvolte nel percorso nascita, con modalità integrate, viene dato particolare peso alla formazione inerente il programma di implementazione delle Linee Guida e all’audit clinico quale strumento di valutazione della qualità dei servizi e delle cure erogate; Con il MIUR si desidera attivare sistemi per la verifica ed adeguamento dei livelli formativi teorico-pratici delle scuole di specializzazione in ginecologia ed ostetricia, nonché in pediatria/neonatologia e del corso di laurea in ostetricia, in linea ed in coerenza con gli standard assistenziali; Un ruolo non secondario nella formazione degli operatori assume l’effettiva integrazione della funzione universitaria di didattica con gli ospedali di insegnamento nonché la promozione del coinvolgimento delle società scientifiche nella formazione continua dei professionisti sanitari; Nel favorire la diffusione delle procedure di controllo del dolore nel corso del travaglio e del parto viene prevista attività formativa in tema di metodiche farmacologiche e non di controllo del dolore, con carattere di multidisciplinarietà; Viene infine promosso un percorso strutturato per l’inserimento dei professionisti nuovi assunti, confacente alle caratteristiche dei livelli assistenziali garantiti;
  9. Monitoraggio e verifica delle attività. Per tutte le attività previste viene promosso l’utilizzo di sistemi di monitoraggio e valutazione delle attività, capaci di definire le ricadute cliniche e assistenziali delle attività stesse attraverso indicatori misurabili;
  10. Istituzione di una funzione di coordinamento permanente per il percorso nascita. Per un adeguato coordinamento delle e verifica delle attività è prevista la costituzione di un Comitato per il Percorso Nascita (Cpn), interistituzionale, con funzione di coordinamento, con il coinvolgimento delle Direzioni Generali del Ministero della salute (Programmazione, Prevenzione, Comunicazione, Ricerca, Sistema Informativo), delle Regioni e Province autonome e di altre istituzioni sanitarie nazionali (Iss, Agenas). Analoga funzione dovrà essere attivata a livello di ogni singola Regione e Provincia Autonoma.