giovedì 21 aprile 2011

I ragazzi di Lampedusa: comunicato dell'Associazione Culturale Pediatri e della Società italiana di Medicina delle Migrazioni


L’Associazione Culturale Pediatri e la Società italiana di Medicina delle Migrazioni esprimono la propria preoccupazione per l’attuale situazione dei minori migranti sbarcati a Lampedusa.

I minori di Lampedusa urlano in questi giorni la loro rabbia, vogliono accudimento (strutture adeguate, cibo, igiene), ma urlano anche la loro richiesta di aiuto e di ascolto, in quanto persone con bisogni e diritti specifici.

Sono minori e, in quanto tali, tutelati da Convenzioni Internazionali, ratificate anche dall'Italia, e da leggi nazionali e direttive molto precise e vincolanti per chi si occupa di minori

• i minori non accompagnati non possono essere espulsi (art. 19 comma2 lett. a T.U. immigrazione)
• può essere disposto il “rimpatrio assistito” del minore non accompagnato solo qualora il superiore interesse del minore lo richieda e dopo aver ascoltato l’opinione del minore
• non possono essere trattenuti nei CIE né nei CDA (art.9 DL 92/2008)
• devono essere accolti presso comunità di accoglienza per minori e ottenere un permesso di
soggiorno che deve essere rilasciato entro 20gg dalla domanda (art.5 comma 9 T.U. immigrazione) che deve essere presentata al più presto dal tutore o dal legale rappresentante dopo l’inserimento del minore in comunità
• vanno accelerate e rese uniformi su tutto il territorio nazionale le procedure per la nomina del tutore
• i minori non accompagnati richiedenti asilo dovrebbero essere inseriti nel Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR)

La Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Convention on the Rights of the Child - CRC), ratificata dall’Italia con Legge n.176 il 27 maggio 1991, e in particolare l’articolo 20, obbliga gli Stati a fornire protezione e assistenza ai minori privi di un ambiente familiare e a rispettare, in ogni occasione, il principio del superiore interesse del minore, anche nell’applicazione di normative relative al controllo dei flussi migratori.

Il Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC), di cui ACP e SIMM sono membri, nel Secondo Rapporto Supplementare alla Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, pubblicato nel 2009, chiedeva alle istituzioni competenti di assicurare coordinamento tra i livelli istituzionali nazionale e locale anche attraverso un piano di accoglienza nazionale che tenga conto della presenza dei minori migranti, ma anche degli arrivi prevedibili e goda delle risorse finanziarie necessarie.

Il Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nelle Osservazioni Conclusive del 2006
raccomandava all’Italia di incrementare i propri sforzi affinché fosse garantita ai minori migranti:

• l’identificazione nella primissima fase
• l’assistenza multidisciplinare culturalmente valida per il loro recupero fisico e psicologico e la loro reintegrazione sociale
• la raccolta sistematica dei dati sui minori rifugiati, richiedenti asilo e migranti

La promozione e la tutela della salute dei minori intesa in senso globale esigono considerazione della loro particolare vulnerabilità, attenzione ai bisogni, ricerca di sinergie tra le Istituzioni, interventi appropriati e condivisi, monitoraggio dei percorsi di accoglienza, sensibilizzazione e consapevolezza collettiva.

Per Informazioni.

Federica Zanetto, Coordinatrice Referenti regionali ACP: zanettof@tin.it
Paolo Siani, Presidente ACP: presidente@acp.it

mercoledì 20 aprile 2011

MINORI STRANIERI: LA SALUTE FISICA E PSICHICA E’ UN DIRITTO DI TUTTI.


SIP E SIMM CHIEDONO PIU’ TUTELE PER BAMBINI IRREGOLARI

Roma, 5 aprile 2011. Iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale di tutti i minori stranieri presenti in Italia, indipendentemente dallo status dei genitori; estensione del permesso di soggiorno per gravidanza fino a un anno di vita del bambino; possibilità di completare gli studi, almeno fino al compimento del 14° anno di età, per coloro che hanno cominciato un percorso di studio in Italia anche se in condizione di irregolarità giuridica.

Sono le proposte che la Società Italiana di Pediatria e la Società Italiana di Medicina delle Migrazioni avanzano in un documento congiunto. Obiettivo del documento, elaborato con il contributo del Gruppo di Studio per il Bambino Immigrato della SIP, è garantire il pieno diritto alla salute di tutti i minori stranieri presenti sul territorio nazionale. Un tema che oggi, come sottolinea Mario Affronti, Presidente della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni, “assume una straordinaria importanza e attualità alla luce del quadro di instabilità politica dei Paesi del Nord-Africa e dei crescenti flussi migratori verso l’Italia”.

Sono circa un milione i minori stranieri che vivono in maniera regolare nel nostro Paese, oltre la metà dei quali nati in Italia pari al 14% del totale dei nuovi nati. Più difficile sapere quanti siano i minori irregolari: secondo diverse stime si tratta di alcune decine di migliaia di bambini (compresi i piccoli rom che pur essendo comunitari non godono spesso di una adeguata tutela sanitaria), un piccolo esercito di “invisibili”, che non hanno pieno riconoscimento di alcuni diritti, premessa perché possano crescere sereni e perché si possano porre le basi per una convivenza civile. “I pediatri considerano la salute del bambino come benessere fisico, psichico e sociale e non solo come assenza di malattia, secondo la definizione dell’OMS. La salute del bambino è quindi inseparabile dall'integrità della sua persona, dal legame con la sua famiglia e in particolare con la madre”, afferma Alberto G. Ugazio, Presidente della Società Italiana di Pediatria. “Uno degli aspetti cruciali per la piena integrazione sono i percorsi di inserimento didattico nelle scuole. Ma guai alla separazione in classi differenziate: si tratterebbe di una ghettizzazione mascherata, magari dal proposito di rispettare un multiculturalismo che significa soltanto esclusione”.

Ma ecco i punti ineludibili i proposti dal documento:

- Assistenza per tutti i bambini
Oggi i figli di immigrati irregolari possono accedere alle strutture sanitarie solo per prestazioni urgenti ed essenziali, come le vaccinazioni o per patologie che, se non curate, provocano danni permanenti. Ciò perché non hanno diritto all’assistenza del pediatra di famiglia, il che significa che manca la continuità delle cure e la prevenzione. SIP e SIMM chiedono di estendere le prestazioni sanitarie del SSN, del Pediatra di Famiglia e del Medico di Medicina generale a tutti i minori stranieri presenti sul territorio nazionale in osservanza dell’art. 24 della convenzione di New York (diritto del minore al miglior stato di salute possibile) e all’art. 2 della Costituzione (diritti fondamentali dell’individuo). D’altra parte alcune regioni italiane hanno già fatto da apripista estendendo l’assistenza del pediatra di famiglia anche ai bambini i cui genitori non hanno permesso di soggiorno.

- Un futuro per ogni madre
Il prolungamento del permesso di soggiorno per gravidanza è un altro punto qualificante del documento. Attualmente il permesso dato ad una donna presente irregolarmente in Italia dura fino ai primi sei mesi dopo il parto, poi scatta l’espulsione della donna e del bambino. Molte mamme preferiscono non richiedere questo permesso, che in realtà diventa un’autodenuncia, e rimangono nell’irregolarità, non riuscendo così a godere appieno degli interventi a tutela della maternità. Gli indicatori di salute relativi agli esiti al parto dicono che i figli di mamme straniere sono ancora assai svantaggiati rispetto agli italiani proprio perché le gravidanze delle loro mamme sono meno protette. “Prolungare il permesso di soggiorno per gravidanza a 12 mesi con la possibilità di trasformarlo successivamente in permesso per lavoro proteggerebbe la salute dei neonati e sarebbe un ulteriore intervento di tutela per il futuro”, afferma il documento. SIP e SIMM chiedono inoltre di intraprendere azioni finalizzate a eliminare alcune criticità che riguardano innanzitutto la scuola e l’istruzione, ambiti prioritari in cui deve realizzarsi la piena tutela dei minori. “Uno dei bisogni psichici fondamentali durante l’età evolutiva è la stabilità – afferma il documento - I bambini hanno bisogno di un luogo e di un tempo sicuri in cui crescere e progettare il proprio futuro. Politiche migratorie che tengano le famiglie in condizioni di precarietà, che comportano nei bambini incertezze anche sui percorsi scolastici, sono potenzialmente nocive sia per lo sviluppo psicologico sia per il senso di appartenenza sociale”.
Da qui la richiesta di permessi di soggiorno a lungo termine per le famiglie con bambini in età scolare in modo da garantire una ragionevole programmazione degli studi. Un intervento che si configura anche come un investimento per la collettività: consente infatti di non disperdere il capitale di competenze sostenute dal Paese ospitante per la scolarizzazione dei questi minori. Oltre ai percorsi di integrazione senza classi differenziate, SIP e SIMM chiedono che sia garantito l’accesso alle scuole per i figli degli immigrati privi di permesso di soggiorno anche al di fuori della scuola dell’obbligo: attualmente questo diritto non è garantito a chi ha meno di 6 anni o più di 16. E infine, parità di trattamento nel ricevere provvidenze economiche a tutel adella donna, della maternità e del bambino tra italiani e stranieri con permesso di soggiorno in regola; attualmente questa parità è riconosciuta solo ai titolari di carta di soggiorno (permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lunga durata).