lunedì 31 ottobre 2011

Bambini, adolescenti e WEB

Al via per la prima volta gli Stati Generali della Pediatria: 19 tavole rotonde che si svolgeranno in contemporanea in altrettante regioni italiane il 19 novembre, in occasione della Giornata mondiale del bambino e dell’adolescente. A lanciare l’iniziativa è la Società Italiana di Pediatria (SIP), da sempre attenta ai temi non solo di salute, ma anche sociali, dell’infanzia e dell’adolescenza.

Un evento inedito attraverso il quale la SIP, forte dei suoi oltre 9mila iscritti, intende coinvolgere genitori, giornalisti, magistrati, istituzioni, insegnanti, forze dell’ordine, in sostanza tutta la società civile, su uno dei temi più discussi: come promuovere un uso più consapevole del web che valorizzi le opportunità e minimizzi i rischi.

Come emerge da un’indagine realizzata in 25 paesi europei dalla rete EU Kids On line, nell’ambito dal Safer Internet Programme della Commissione Europea, i bambini e gli adolescenti italiani hanno minori competenze digitali rispetto ai loro coetanei europei e i loro genitori sono meno consapevoli, rispetto alla media europea, dei rischi sperimentati sul web dai figli (l’81% dei genitori i cui bambini hanno ricevuto messaggi offensivi on line non ne è a conoscenza contro il 56% della media Ue; il 67% dei genitori, contro una media UE del 61%, ignora che i propri figli hanno incontrato faccia a faccia persone conosciute on line). Ed ancora, gli insegnanti italiani risultano i meno disposti in Europa ad aiutare i bambini ad utilizzare internet (65% contro una media del 73%).

“Come pediatri sentiamo il dovere di impegnarci per promuovere un uso più utile e sicuro del web, un obiettivo che richiede il coinvolgimento di tutti i cosiddetti ‘stakeholders’ che ruotano attorno al bambino, soprattutto genitori e insegnanti”, afferma il Presidente della SIP Alberto G. Ugazio. “Solo costruendo con loro un’alleanza strategica possiamo immaginare sviluppi del web a favore della salute e del benessere dei bambini e degli adolescenti. Centrale, in particolare, è il ruolo della scuola sia per favorire una maggiore ‘alfabetizzazione digitale’ degli studenti sia per offrire un supporto conoscitivo ai genitori, spesso meno capaci dei propri figli di navigare sul web”.

Per documentarsi vedi anche:

WEB e ragazzi: problema o opportunità?



lunedì 24 ottobre 2011

Crisi economica e condizione infantile: un articolo su Medico e Bambino













La crisi economica ha già iniziato a far sentire i suoi effetti sulle famiglie, ed è previsto che questi si accentuino nel prossimo futuro.

Quali le conseguenze sulla salute dei bambini e più in generale sulla condizione infantile?

Basandosi su ricerche e studi l'articolo di Giorgio Tamburlini: CRISI ECONOMICA E CONDIZIONE INFANTILE. Medico e Bambino 2011;30:505-9 (ad accesso libero sul numero di ottobre della rivista) fa il punto sulle implicazioni e indica una serie di misure e politiche da attuare per ridurre l'impatto sui bambini della crisi economica ed evidenzia il ruolo che i professionisti dedicati all'infanzia potrebbero avere nel dare loro supporto.

Questi che seguono sono i punti chiave in discussione nell'articolo:

❏ Nei Paesi a medio-alto reddito tra le conseguenze a breve e medio termine va annoverata una contrazione della fertilità che negli ultimi anni, grazie al contributo degli immigrati, aveva fatto registrare un sia pur lieve incremento.
❏ La riduzione del reddito disponibile per le famiglie più povere con bambini porta a una contrazione delle spese per l’alimentazione e quindi possibili conseguenze sullo stato nutrizionale.
❏ Lo stress intrafamiliare e la diminuzione della coesione sociale fanno prevedere un aumento dei problemi psicosociali e di salute mentale, del maltrattamento e un deterioramento delle pratiche e delle opportunità educative.
❏ La situazione si presenta particolarmente preoccupante in Italia sia per la gravità della crisi che per la preesistente inadeguatezza delle politiche a sostegno dei nuclei familiari e dell’infanzia. Esistono politiche e interventi che, a livello delle amministrazioni locali, devono essere supportati al fine di ridurre l’impatto della crisi sui bambini in generale e sui gruppi più svantaggiati in particolare. I pediatri e gli altri gruppi professionali dedicati all’infanzia devono giocare un ruolo in questa situazione.

Tamburlini G. Crisi economica e condizione infantile. Medico e Bambino 2011;30:505-9




sabato 22 ottobre 2011

Global tubercolosis control 2011: il rapporto dell'OMS

E' stato pubblicato l'11 ottobre dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il 16° Rapporto Globale sulla Tubercolosi (Global Tuberculosis Control 2011) che fornisce una valutazione comprensiva ed aggiornata dell’epidemia di tubercolosi (TB) nel mondo usando i dati provenienti da 198 paesi, che rappresentano il 99% dei casi globali di tubercolosi.

Con 8,8 milioni di casi segnalati, i dati del 2010 confermano la riduzione dell’incidenza di casi di tubercolosi registrata a partire dal 2002. Su scala nazionale, tra il 1990 e il 2010, il risultato migliore è stato osservato in Cina dove il tasso di incidenza è calato mediamente del 3,4% per anno e il tasso di mortalità è diminuito di circa l’80%.

I dati sull’incidenza relativi al 2010 mettono in evidenza che una percentuale intorno al 13% è stata registrata tra gli HIV positivi, che l'India e la Cina rappresentano il 40% dei casi di TB totali e che 3,2 milioni di casi erano di sesso femminile.

Il report evidenzia i progressi compiuti nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio (millennium goal) sulla tubercolosi: i dati provenienti dalle sei Regioni OMS indicano buoni risultati sulla riduzione della mortalità per 5 Regioni su 6 (ad eccezione della Regione africana) e mostrano che la Regione delle Americhe ha già raggiunto l’obiettivo sulla riduzione della prevalenza.

Nel rapporto è riportata una intera sezione dedicata ai dati delle singole Nazioni. 22 Nazioni hanno un alto "burden" di TB (80% dei nuovi casi a livello mondiale).
L'80% di casi di tubercolosi in sieropositivi da HIV sono in Africa.
I paesi con più casi di tubercolosi in Africa (oltre 1,4 milioni di casi notificati) sono il Sudafrica (oltre 400 mila casi), al terzo posto mondiale dopo India e Cina, l'Etiopia (oltre 148 mila casi), la Repubblica Democratica Congo (112 mila casi), il Kenya (102 mila casi), la Nigeria (88 mila casi), la Tanzania (71 mila casi), il Mozambico (43 mila casi), lo Zimbabwe (42 mila casi) e l'Uganda (41 mila casi).
I dati sulla TB riferiti a 100 Nazioni, sono disponibili, con apposita ricerca, al seguente indirizzo:
http://www.who.int/tb/country/data/profiles/en/index.html

Quello dell'Italia (vedi i dati), confermano la riduzione dei casi anche per il 2010.

Per maggiori informazioni scarica il documento “Global tubercolosis control 2011” e consulta il sito OMS.


giovedì 13 ottobre 2011

Raccomandazioni del Ministero della Salute sull'impiego dei vaccini antinfluenzali per la stagione 2011-12

In data 9 agosto il Ministero della Salute ha emanato Le raccomandazioni per la prevenzione e il controllo dell'influenza per la stagione 2011-12. La campagna vaccinale è iniziata in questi giorni. Riportiamo il paragrafo del documento: 2.2.2 che riporta le categorie di pazienti da sottoporre in modo prioritario all'intervento di prevenzione vaccinale.

"Il vaccino antinfluenzale è indicato per tutti i soggetti che desiderano evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni (vedi avanti).
Tuttavia, in accordo con gli obiettivi della pianificazione sanitaria nazionale e con il perseguimento degli obiettivi specifici del programma di immunizzazione contro l'influenza, tale vaccinazione viene offerta attivamente e gratuitamente ai soggetti che per le loro condizioni personali corrano un maggior rischio di andare incontro a complicanze nel caso contraggano l'influenza.
Il periodo destinato alla conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale è, per la nostra situazione climatica e per l’andamento temporale mostrato dalle epidemie influenzali in Italia, quello autunnale, a partire dalla metà di ottobre fino a fine dicembre.
La campagna di vaccinazione stagionale, promossa ed economicamente sostenuta dal Servizio Sanitario Nazionale, è rivolta principalmente ai soggetti classificati e individuati a rischio di complicanze severe e a volte letali, in caso contraggano l'influenza.
L'offerta gratuita attiva è rivolta anche alle persone non a rischio che svolgono attività di particolare valenza sociale.

L’inserimento dei bambini sani di età compresa tra 6 mesi e 24 mesi (o fino a 5 anni) nelle categorie da immunizzare prioritariamente contro l’influenza stagionale è un argomento attualmente oggetto di discussione da parte della comunità scientifica internazionale, soprattutto a causa della mancanza di studi clinici controllati di efficacia.
L’offerta di vaccinazione è raccomandata dalla Sanità Americana e Canadese e da pochi paesi della Comunità Europea (es. Finlandia) ma i dati di copertura vaccinale finora raggiunti non consentono di valutare l’impatto di tale intervento. Pertanto non si ritiene necessario promuovere programmi di offerta attiva gratuita del vaccino influenzale stagionale ai bambini che non presentino fattori individuali di rischio.
Ciò non significa che vi siano controindicazioni alla vaccinazione dei bambini “sani” di età superiore a 6 mesi, qualora il loro pediatra optasse per tale scelta. Valgono per loro le stesse regole (dosaggio, n° di dosi) indicate per i bambini appartenenti ai gruppi di rischio.
Per tutti i soggetti della popolazione generale che decidano di vaccinarsi contro l’influenza stagionale, per varie motivazioni (timore della malattia, viaggi, lavoro, etc.), il vaccino stagionale è disponibile presso le farmacie.
Occorre sottolineare che la protezione indotta dal vaccino comincia due settimane dopo l’inoculazione e perdura per un periodo di sei-otto mesi, poi tende a declinare. Per tale motivo, e perché possono cambiare i ceppi in circolazione, è necessario sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale all’inizio di ogni nuova stagione influenzale".