giovedì 29 dicembre 2011

Hpv: i nuovi dati di copertura vaccinale

Campagna vaccinale contro l’Hpv: dati regionali al 30 giugno 2011

Un nuovo documento (a cura del Reparto di epidemiologia di malattie infettive del Cnesps-Iss in collaborazione con il Gruppo sanità pubblica del Coordinamento interregionale della prevenzione) fa il punto sulla vaccinazione anti-Hpv (papillomavirus) in Italia, riportando i dati di copertura vaccinale aggiornati al 30 giugno 2011.

Sono presentate le coperture relative al target primario del programma di immunizzazione, cioè le ragazze chiamate a vaccinarsi nel corso del 12° anno (coorti di nascita 1997, 1998, 1999), e al target secondario, per le Regioni che hanno esteso l’offerta attiva e gratuita a ragazze più grandi.

La copertura con tre dosi di vaccino della coorte 1997, invitata nel 2008, è pari al 65%. Le coperture delle coorti invitate successivamente (1998 e 1999) sembrano essere in linea con le coperture rilevate per la coorte 1997; non si è, però, verificato l’incremento che sarebbe stato auspicabile con il protrarsi delle attività vaccinali.
Rimane, pertanto, lontano l’obiettivo del 95% fissato dall’Intesa Stato-Regioni, da raggiungere entro 5 anni dall’avvio della vaccinazione.

Scarica il documento completo

Fonte Epicentro,
Pubblicazione 22 dicembre 2011

martedì 27 dicembre 2011

Salute dei bambini: on line la nuova area del Ministero della salute


Sul sito del Ministero della Salute dal 20 dicembre 2011 è consultabile una nuova area tematica dedicata alla promozione della salute nei bambini.

L’area, a cura della Direzione generale della prevenzione, si propone di offrire alle famiglie e agli operatori sanitari un valido strumento di consultazione sui servizi e sulle attività che vengono svolte dal Ministero in materia di salute dell’età evolutiva.

Consulta l'area tematica Salute dei bambini


domenica 18 dicembre 2011

La ranitidina sarebbe associata ad un maggiore rischio di infezioni e di morte nei neonati di basso peso

Secondo i risultati di un studio italiano pubblicato online il 12 dicembre su Pediatrics i neonati di basso peso alla nascita trattati con Ranitidina hanno un rischio 6 volte maggiore di mortalità per infezione rispetto a quelli non trattati con il farmaco.

L'acidità gastrica uccide gli agenti patogeni, e inibendo la sua secrezione, la ranitidina aumenterebbe il rischio di infezione. Questa è l'ipotesi che spiegherebbe i risultati di questo importante studio multicentrico prospettico sulla morbilità e la mortalità associate all'uso della ranitidina nei neonati di peso molto basso peso alla nascita che ha coivolto i Centri italiani.

Sono stati arruolati 274 neonati con peso alla nascita compreso tra 401 e 1500 gr, o una età gestazionale compresa tra 24 e 32 settimane

Quarantadue di questi bambini hanno ricevuto la ranitidina per prevenire lo stress indotto da malattia peptica. Altre 49 hanno ricevuto il farmaco a causa di sospetta malattia da reflusso gastroesofageo. I restanti 183 neonati non hanno ricevuto la ranitidina.

Le due popolazioni non hanno mostrato differenze significative nelle loro caratteristiche demografiche e cliniche. Inoltre, l'analisi multivariata ha mostrato che la prescrizione di ranitidina da parte dei medici non è stata influenzata dall'età gestazionale dei neonati', dal peso alla nascita, dal sesso, dal punteggio Apgar, dall'indice di rischio critico, dalla presenza di un accesso vascolare centrale, o dalla ventilazione meccanica.

Trentaquattro bambini che hanno ricevuto la ranitidina hanno sviluppato infezioni (37,4%), rispetto ai 28 (9.8%) non esposti a ranitidina (odds ratio: 5.5, 95% IC 2.9–10.4, P, .001). La sepsi è la più comune infezione, che colpisce il 25,3% dei bambini che hanno ricevuto la ranitidina rispetto al 8,7% dei bambini che non hanno ricevuto il farmaco. La durata del trattamento con la ranitidina non ha influenzato il rischio di infezione.

I neonati che hanno ricevuto la ranitidina hanno sviluppato una enterocolite necrotizzante nel 9,8% dei casi vs 1,6% di quelli che non trattati (odds ratio: 6.6; 95% IC: 1.7–25.0, P =0,003).

I neonati che hanno ricevuto la ranitidina sono stati ricoverati 52 giorni in ospedale rispetto ai 36 giorni dei non trattati (P = .001).

Il 9,9% dei bambini che sono stati trattati è morto rispetto all' 1,6% di coloro che non hanno ricevuto il farmaco (p = 0,003).

La Food and Drug Administration non ha approvato la ranitidina per l'uso in neonati pretermine, ma l'utilizzo off-label in questa popolazione è in aumento.

I risultati di questo studio suggeriscono che la ranitidina deve essere somministrato solo dopo un'attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio.

Ulteriori studi sono necessari per indagare i motivi del maggiore rischio di infezione associato all'uso della ranitidina. Sembrerebbe che il farmaco modifichi l'ambiente gastrico favorendo le infezioni da agenti patogeni, come Escherichia coli e la Klebsiella, entrambi documentati in questo studio. Gli Autori del lavoro ipotizzano che il farmaco può anche interferire con le difese immunitarie, compresa la produzione di citochine infiammatorie, e il rapporto Th1-Th2.

Leggi il lavoro per esteso:

Terrin G, Passariello A, De Curtis M, Manguso F, Salvia G, Lega L, Messina F, Paludetto R, Canani RB. Ranitidine is Associated With Infections, Necrotizing Enterocolitis, and Fatal Outcome in Newborns. Pediatrics. 2011 Dec 12. [Epub ahead of print]






venerdì 16 dicembre 2011

Uso dei farmaci in Italia: i dati gennaio-settembre 2011 dal Rapporto Osmed

Nei primi nove mesi del 2011 la spesa farmaceutica territoriale lorda di classe A-SSN è stata di circa 9.370 milioni di euro (154,6 euro pro capite), con una riduzione del 3,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ogni mille abitanti sono state prescritte 965,4 dosi rispetto alle 954,2 dell’anno precedente (+1,2%) e - guardando al trend di lungo periodo - rispetto alle 580 nel 2000.

Le principali componenti della spesa (effetto quantità, prezzi, mix) evidenziano un lieve aumento delle quantità di farmaci prescritti (+1%), una diminuzione dei prezzi (-5,2%), mentre non mostrano alcun spostamento della prescrizione verso specialità più costose (effetto mix +0,1%).

Come al solito, i farmaci dell’apparato cardiovascolare rappresentano la principale categoria terapeutica sia in termini di dosi (47% del totale) che di spesa pro capite (36% del totale), seguiti da quelli dell’apparato gastrointestinale e metabolismo (15% del totale sia per i consumi sia per la spesa); quest’ultima categoria è anche quella che ha fatto registrare l’aumento più elevato nella prescrizione rispetto al 2010 (+3,2%).

Gli equivalenti

I farmaci equivalenti rappresentano attualmente circa il 32% della spesa farmaceutica e il 55% delle DDD. Nel corso del 2011 hanno perso la copertura brevettuale molecole ad elevato consumo come il valsartan fra i sartani, la levofloxacina fra i chinoloni e l’enoxaparina fra le eparine a basso peso molecolare.

Le Regioni

Sono ormai 15 le Regioni che hanno introdotto misure di compartecipazione alla spesa.
Le Regioni che hanno fatto registrare la spesa farmaceutica territoriale di classe A-SSN più elevata sono la Sicilia con 195,6 euro, la Puglia con 178,6 euro ed il Lazio con 177,3 euro di spesa lorda pro capite; le Provincie Autonome di Bolzano e di Trento e la Toscana hanno invece mostrato i valori di spesa più bassi, pari rispettivamente a 111,9 euro, 121,5 euro e 127 euro pro capite, valori che si assestano ben al di sotto della media italiana di 154,6 euro. Il Molise è l’unica regione in cui la spesa è aumentata rispetto all’anno precedente (+0,9%), mentre Calabria (-13,4%), Puglia (-7,6%) e Piemonte (-5,6%) sono quelle che hanno fatto osservare la maggiore diminuzione.

Mentre la prescrizione territoriale di farmaci è sostanzialmente stabile, a livello delle strutture pubbliche (ospedali, policlinici universitari, IRCCS, ecc) nei primi 8 mesi del 2011 la spesa mostra un incremento dell’8,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (78,9 euro pro capite). La categoria terapeutica a maggior spesa è rappresentata dai farmaci antineoplastici e immunomodulatori (29,6 euro pro capite), seguita dai farmaci antimicrobici (14,6 euro pro capite). Queste due categorie costituiscono insieme il 56% della spesa per i farmaci erogati dalle strutture pubbliche.

Scarica il Rapporto Osmed 2011

mercoledì 7 dicembre 2011

La supplementazione periconcezionale di Acido folico dimezza il rischio di ritardo grave del linguaggio nel bambino


Larghi studi controllati hanno dimostrato nel recente passato che la supplementazione con acido folico periconcezionale riduce il rischio di difetti del tubo neurale nel bambino (Czeizel AE, et al. N Engl J Med 1992;327:1832-35; Berry RJ, et al. N Engl J Med 1999; 341:1485-90). Altri studi su piccole casistiche lasciano inoltre ipotizzare che la supplementazione con acido folico nelle prime settimane di gravidanza possa influenzare positivamente anche lo sviluppo neurocognitivo del bambino, riducendo l’incidenza di difficoltà di apprendimento e di comportamento (Julvez J, et al. Paediatr Perinat Epidemiol 2009;23:199-206; Roza SL, et al. Brit J Nutr 2010;103:445-52).

Un bellissimo studio prospettico norvegese che ha coinvolto circa quarantamila donne in gravidanza a partire dal 1999 (Norvegian Mother and Child Cohort Study) dimostra ora come la supplementazione periconcezionale (da quattro settimane prima a otto settimane dopo il concepimento) dimezzi il rischio di ritardo grave del linguaggio (inteso come assenza completa o capacità di pronunciare solo una parola e suoni non comprensibili all’età di 3 anni) (Roth C. JAMA 2011;306:1566- 73).

L’effetto favorevole della supplementazione con acido folico è risultato indipendente da molte possibili variabili confondenti: in primo luogo lo stato socioeconomico e culturale della madre, fattore questo che favorisce comunque un maggior uso periconcezionale di acido folico. Nessun effetto favorevole sulla prevenzione del difetto grave del linguaggio ha dimostrato la supplementazione con altre vitamine e oligoelementi se non accompagnata da quella con acido folico.
È interessante notare come l’effetto favorevole sullo sviluppo del linguaggio possa essere considerato un effetto specifico sulla maturazione del sistema nervoso, visto che, nello stesso studio, la supplementazione periconcezionale di acido folico non ha mostrato significativi vantaggi sulla maturazione motoria del bambino. È inutile dire che di tutto questo dovremo ricordarci. O meglio, che tutto questo dovrebbe far parte di quello che tutti sanno e che il pediatra può contribuire a non far dimenticare.

Tratto dalla Pagina Gialla di Medico e Bambino 2011;30:555-556