mercoledì 18 maggio 2011

"Troppo Trafficu PPI nenti": gli inibitori di pompa protonica alla ricerca di prove nel presunto reflusso gastro-esofageo

Una anticipazione della Pagina Gialla relativa al numero di Maggio di Medico e Bambino che stà per uscire. Il titolo della notizia è già un programma: "Troppo trafficu PPI nenti".


Ci perdonera’ Camilleri se utilizziamo il titolo in lingua sicula della sua ultima splendida commedia (“un archetipo siciliano della piu’ nota commedia di William Shakespeare Molto rumore per nulla”), per descrivere con una frecciata, con un gioco di parole che ha la forza e la sintesi di un segno di Zorro, la incontenibile epidemia di diagnosi di malattia da reflusso nel lattante e l’altrettanto incontenibile aumento delle prescrizioni di farmaci antiacidi, inibitori della pompa protonica (PPI appunto…), in bambini piccoli e piccolissimi e probabilmente sani.

Una metanalisi appena pubblicata su Pediatrics (vander Pol RJ et al Pediatrics 2011; 127:925-35) rimarca che per quanto riguarda il lattante non esiste, alla fine delle fini, alcuno studio che dimostri che i PPI sono piu’ efficaci del placebo nel controllo di sintomi ritenuti suggestivi di malattia da reflusso: dalla facilita’ al vomito, al pianto ai pasti, all’arching e via discorrendo.


La metanalisi raccomanda quindi che questi farmaci non siano mai utilizzati nel lattante a fronte di una sospetta malattia da reflusso. Ma forse, piu’ opportunamente, avrebbero dovuto concludere che l’inefficacia dei PPI non è altro che la controprova che i lattanti che ricevono i PPI per una sospetta malattia da reflusso gastroesofageo di regola non sono affetti da questa condizione.


La diagnosi di malattia da reflusso gastroesofageo nel lattante viene posta spesso in maniera automatica, a “tutti i costi”, prima ancora di valutare criticamente se i disturbi che il bambino manifesta siano o no segno di una malattia ed eventualmente di prendere in considerazione anche ipotesi diverse (e magari anche piu’ gravi). Proprio come nel caso dei tre lattanti, provenienti da tre diverse regioni italiane (è proprio il caso di dire che l’incubo del RGE unisce la pediatria italiana), diagnosticati come affetti da malattia da reflusso gastroesofageo “intrattabile” (non responsivo ai PPI…) e affetti invece da ipsaritmia con spasmi in flessione (Taddio A et al Acta Paediatr 2011, April 11 ,10.1111/j epub-ahead of print)

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