sabato 26 novembre 2011

Salute del bambino ed esposizione alcolica

L’uso di alcol costituisce un significativo fattore di rischio per la salute pubblica che investe non solo l’età adulta ma anche l’età pediatrica. Infatti, l’esposizione all’alcol può essere “subìta” dal nascituro durante la vita fetale e può essere “scelta” dall’adolescente in conformità a modelli sociali e comportamentali.
Gli effetti sono comunque molto rischiosi per la salute fisica e mentale del futuro adulto e quindi dell’intera società.
In un articolo pubblicato sul numero di Novembre della rivista Medico e Bambino (www.medicoebambino.com) la dott.sa Rosanna Mancinelli dell'Istituto Superiore di Sanità, riporta una panoramica molto precisa sul problema del possibile danno dell'esposizione alcolica.

I punti salienti dei rischi associati all'esposizione dell'alcol per il futuro nascituro possono essere così riassunti:

❏ L’età media del primo consumo di alcol, in Italia, è 12 anni; il valore più basso della UE. Si registra altresì un’abitudine all’alcol sempre più diffusa tra le donne; questo, per ciò che concerne la gravidanza, comporta un maggiore rischio statistico di spettro di danno feto-alcolico (FASD) o, per un danno meglio definito e più severo, di sindrome feto-alcolica (FAS).
❏ Il danno non è dose-correlato, e a tutt’oggi non si conosce un limite di assunzione “sicuro”, raccomandabile.
❏ Tutto è correlato alla capacità e rapidità di metabolizzazione dell’alcol attra verso vari sistemi enzimatici che sono mediamente più efficaci nel maschio rispetto alle donne.
❏ Uno studio epidemiologico su una coorte di 543 bambini indica una prevalenza di FAS dello 0,4-0,7% e una prevalenza di anomalie fisiche comportamentali attribuibili a FASD 5 volte superiore, entrambi valori più alti rispetto ad analoghe ricerche effettuate in altri Paesi.
❏ Se le donne scelgono di bere in gravidanza, non dovrebbero superare una, al massimo due, unità alcoliche (1 UA=12 g di alcol) a settimana, senza con questo avere garanzia di non trasmettere alcun rischio di danno al nascituro.
❏ L’OMS raccomanda di non consumare alcolici sotto i 16 anni di età.

I danni del bambino associati all'esposizione durante la gravidanza all'alcol sono variabili e a volte molto seri e riguardano il ritardo di crescita pre e post-natale; difetto di crescita o morfologia cerebrale con anomalie strutturali del cervello; circonferenza cranica piccola; presenza di due o più anomalie facciali minori tra rime palpebrali brevi, labbro superiore sottile, filtro lungo e piatto.
Le anomalie cognitive e/o comportamentali riguardano la difficoltà nella soluzione di problemi complessi, astrazione, giudizio, matematica. Compaiono inoltre un basso livello evolutivo del linguaggio espressivo e recettivo, labilità emotiva, disfunzione motoria. Il rendimento scolastico è scarso, e spesso l’interazione sociale è difficile, con manifestazioni di aggressività.

"Il danno pre e post-natale è sicuramente multifattoriale, e l’alcol etilico agisce insieme a fattori individuali e ambientali che ne modulano la risposta patologica. Per questo- conclude la dott.sa Mancinelli- indicare una dose di alcol “sicura” per tutte le gravidanze è quantomeno imprudente".

Mancinelli R. SALUTE DEL BAMBINO ED ESPOSIZIONE ALCOLICA. Medico e Bambino 2011;30:565-570


venerdì 18 novembre 2011

Osservatorio ARNO bambini: il Rapporto 2011

Dall'Introduzione del Rapporto ARNO 2011

L’Osservatorio ARNO, attivo da oltre 20 anni con un network di 31 ASL sul territorio nazionale, ha realizzato, nel corso degli ultimi anni, molti rapporti sull’uso dei farmaci nelle popolazioni.
L’Osservatorio ARNO Bambini ha compiuto 13 anni, dal primo rapporto sulla prescrizione farmaceutica realizzato nel 1998. Oggi il progetto si è arricchito sia in termini di dimensioni del database che di complessità delle informazioni; esso dispone, per ogni singolo paziente, dei dati integrati della farmaceutica, della specialistica/diagnostica e dei ricoveri ospedalieri, consentendo di analizzare la storia assistenziale di classi di popolazione portatrici di patologie, studiandole sotto il profilo epidemiologico, socio-sanitario ed economico.
La pediatria rappresenta un target di popolazione con caratteristiche molto articolate e specifiche, i cui bisogni assistenziali ancora oggi sono oggetto di una minore attenzione specifica rispetto alla popolazione generale; le risposte terapeutiche sono spesso mutuate dalle conoscenze sugli adulti e poco si conosce dei carichi assistenziali dei bambini con i problemi caratteristici delle età 0-14 anni. Va anche detto che per comprendere in modo adeguato il panorama dei bisogni e delle risposte sanitarie, in pediatria è necessario allargare l’orizzonte di valutazione in una prospettiva sociale ed ambientale, senza la quale si rischia di avere un punto di osservazione miope e parziale.
Attraverso il data warehouse di ARNO bambini sono possibili molti punti di osservazione, trasversali o longitudinali, per sorvegliare, valutare, coinvolgere popolazioni in programmi di intervento, con gruppi di medici e di loro rappresentanze culturali.
I dati dell’Osservatorio ARNO bambini ci consentono inoltre di valutare l’incidenza della prescrizione di molti farmaci utilizzati al di fuori delle indicazioni consigliate per l’età pediatrica (uso off label).
L’obiettivo del progetto è dare voce ad una lettura/interpretazione dei dati da parte dei pediatri direttamente impegnati nel setting assistenziale territoriale ed in quello ospedaliero, per dare vita ad una contaminazione di idee, che facciano vivere la ricchezza dell’osservatorio ARNO in progetti di "contiguità" fra assistenza e ricerca, che valutando la complessità del mondo reale (e dei pazienti reali,) in una prospettiva epidemiologica, permettano di orientare opportunamente gli interventi socio-sanitari.


Scarica il Rapporto il formato PDF

mercoledì 16 novembre 2011

Raccomandazioni del Working Group Pediatrico dell'AIFA sull' utilizzo del vaccino contro morbillo-parotite-rosolia-varicella (MPRV)

Riportiamo il testo per esteso della raccomandazione del Working Group Pediatrico dell'AIFA in merito alla vaccinazione quadrivalente contro morbillo-parotite-rosolia-varicella (MPRV)


Per l’immunizzazione contro morbillo-parotite-rosolia-varicella sono attualmente disponibili sul mercato vaccini MPR, vaccini contro la varicella e un vaccino tetravalente MPRV. E’ stato ormai documentato un aumentato rischio di comparsa di convulsioni febbrili dopo somministrazione della prima dose di vaccino tetravalente (MPRV) rispetto alla somministrazione separata di vaccini MPR e vaccino antivaricella.
E’stato stimato che nei bambini tra 12-23 mesi di età si hanno da 7 a 9 casi di convulsioni febbrili ogni 10.000 bambini vaccinati con MPRV e 3-4 casi ogni 10.000 bambini vaccinati con i vaccini MPR e V somministrati separatamente. In pratica è atteso un caso in più di convulsione febbrile ogni 2300-2600 bambini vaccinati dopo vaccinazione con MPRV rispetto alla somministrazione separata di MPR e Varicella.


I dati nazionali provenienti dalle segnalazioni spontanee inserite nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza sono in linea con quanto osservato a livello internazionale in studi precedentemente effettuati ed i risultati delle analisi condotte sul database nazionale mostrano un rischio di oltre due volte di convulsioni febbrili dopo somministrazione di vaccino MPRV rispetto alla vaccinazione con vaccini separati. Tale riscontro riguarda in particolare i bambini più piccoli e si osserva nei primi 5-12 giorni dopo la somministrazione del vaccino.


Pertanto il Working Group Pediatrico dell’AIFA, in analogia a quanto suggerito in altri Paesi, raccomanda ai pediatri e agli altri operatori sanitari interessati:
• di non usare il vaccino tetravalente MPRV come prima dose per l’immunizzazione contro morbillo, parotite e rosolia

• di effettuare la prima vaccinazione somministrando separatamente i vaccini MPR e varicella

• di attenersi alle modalità d’uso riportate nel Riassunto delle Caratteristiche del prodotto


Il WGP ricorda infine che il vaccino MPRV può essere utilizzato per la seconda dose.

Il WGP ricorda di segnalare eventuali eventi avversi al responsabile di farmacovigilanza della struttura di appartenenza


Leggi il comunicato per esteso in formato PDF completo delle voci bibliografiche

sabato 12 novembre 2011

Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti: le linee guida del Sistema nazionale per le linee guida (SNLG)

Sono state pubblicate dal Sistema nazionale per le linee guida (SNLG) dell'Istituto Superiore di Sanità le linee-guida: "Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti".

Riportiamo la presentazione all'importante lavoro svolto, un esempio di vera partecipazione collaborativa multidisciplinare italiana.

Questa linea guida sui trattamenti dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti, si sviluppa all'interno del primo programma nazionale di ricerca sulla salute mentale nell'infanzia e nell’adolescenza, il Programma strategico Un approccio epidemiologico ai disturbi dello spettro autistico e rappresenta il primo documento di questo tipo prodotto dal Sistema nazionale per le linee guida nell'area della salute mentale dell'infanzia e dell'adolescenza.

Con il Programma strategico la linea guida condivide la finalità generale, ossia produrre attraverso gli strumenti della ricerca scientifica risultati trasferibili alla pratica clinica, nonché fruibili da tutti i soggetti interessati.

Nell'ampio panorama di offerte terapeutiche rivolte alle persone con disturbi dello spettro autistico, questa linea guida fornisce un orientamento su quali sono gli interventi per cui sono disponibili prove scientifiche di valutazione di efficacia, articolando le raccomandazioni per la pratica clinica sulla base di queste prove.

Considerata la gravità dei quadri clinici associati ai disturbi dello spettro autistico, l'impatto che questi disturbi hanno sulla vita delle persone e delle loro famiglie durante tutto l'arco della vita, nonché la difficoltà per gli operatori di orientarsi tra le molte offerte terapeutiche disponibili, certamente questa linea guida rappresenta il primo, indispensabile passo per garantire una risposta adeguata ai bisogni terapeutici di queste persone.

È prevista anche una versione per il pubblico di questa linea guida, che riteniamo di importanza fondamentale per garantire l'auspicata partecipazione consapevole delle famiglie e dei cittadini alla gestione del proprio stato di salute.

Alfonso Mele
Istituto Superiore di Sanità

Leggi la Linea Guida:
“Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti”