martedì 3 luglio 2018

Atlante Dermatologico Pediatrico Alfabetico 2018

E' stato pubblicata on line la seconda edizione dell'Atlante dermatologico pediatrico alfabetico 2018 di Medico e Bambino.
Fabrizio Fusco e Daniela Sambugaro hanno raccolto per Medico e Bambino, in ordine alfabetico, tutte le pubblicazioni riguardanti la dermatologia apparse sulla rivista.
Si tratta di un atlante in progress perché verrà aggiornato ogni volta che la rivista pubblicherà qualcosa di nuovo su questo argomento.
L'atlante è consultabile gratuitamente dagli utenti abbonati previa registrazione al sito.

Sperando di avervi fatto cosa gradita e ringraziando i curatori vi auguriamo una piacevole consultazione.


Medico e Bambino

martedì 26 giugno 2018

Medico e Bambino vince il premio "Le Eccellenze dell'Informazione Scientifica e la Centralità del Paziente"


Con il progetto dal titolo "L'etica delle responsabilità" la rivista "Medico e Bambino" –si è aggiudicata il primo premio tra i
progetti digitali della seconda edizione di "Le Eccellenze dell'Informazione Scientifica e la Centralità del Paziente", evento patrocinato dalla Federazione Ordine dei Medici e Odontoiatri (FNOMCeO) e da FareRete onlus.
Il premio mira al riconoscimento della qualità dei progetti di informazione scientifica valorizzando quelli che hanno generato un reale beneficio per la salute dei cittadini e un decisivo progresso verso l'affermazione della centralità del paziente.
"La principale caratteristica del Premio è stata quella di valorizzare i progetti che hanno generato un reale beneficio per la salute dei cittadini e un decisivo progresso verso l'affermazione della centralità del paziente, affidando la scelta delle eccellenze ai medici che sono i reali fruitori dei messaggi informativi. L'informazione medico scientifica ha come finalità ultima il trasferimento al medico di conoscenze certe, trasversali e puntuali necessarie per la cura dei propri pazienti; in questo modo si connota di una decisa valenza sociale – in quanto favorisce la salute dei cittadini – fino ad avere un impatto positivo sulla sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale".


sabato 26 maggio 2018

Le cure per lo sviluppo infantile precoce


un documento OMS/UNICEF, 24 maggio 2018

“Se cambiamo l’inizio della storia, cambiamo tutta la storia”. Così esordisce “Le cure per lo sviluppo infantile precoce”, il documento presentato il 23 maggio a Ginevra, frutto del lavoro di un gruppo internazionale di esperti  e di una vasta consultazione con governi, centri di ricerca e organizzazioni internazionali e coordinato dal Dipartimento per le cure a donne e bambini dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

IL DOCUMENTO 
“Le cure per lo sviluppo infantile precoce” è un corposo documento di oltre 40 pagine che invita e sprona i governi, la società civile, il settore privato e i diversi servizi pubblici, da quello educativo a quello sanitario e delle politiche sociali, a lavorare assieme per assicurare “a tutti i bambini e le bambine la migliore partenza possibile nella vita”.
Investire nell’infanzia infatti è uno dei migliori investimenti che un paese può fare per promuovere una prosperità condivisa, creare il capitale umano, far crescere l’economia e combattere la povertà e le diseguaglianze. Il documento si basa sui più recenti risultati della ricerca nei campi delle neuroscienze, della psicologia dello sviluppo e dell’economia che dimostrano quanto e come gli investimenti nei servizi per l’infanzia e per il sostegno ai genitori assicurano un ritorno economico di almeno dieci volte nel giro di pochi anni. Questo perché nei primi due tre anni di vita vengono costruite le fondamenta neurobiologiche delle competenze cognitive, emotive e sociali del bambino, con implicazioni che durano per tutto il corso della vita.
Nel documento sono elencate le politiche che possono sostenere e aiutare le famiglie, soprattutto quelle che si trovano in condizioni di svantaggio economico, culturale e sociale, a “nutrire le menti” dei loro bambini e descritte precise raccomandazioni a tutti i settori della società: ai Governi, ai Parlamenti, agli amministratori, per coordinare gli sforzi e garantire risorse adeguate, alla società civile per impegnarsi nelle rispettive comunità a supporto delle famiglie più svantaggiate, ai centri accademici e di ricerca per definire gli interventi più efficaci e integrare queste conoscenze nella formazione di tutti gli operatori che lavorano con bambini e genitori, al settore privato per contribuire agli investimenti in questa direzione e garantire il diritto dei propri dipendenti al congedo di maternità e paternità.

Tra gli autori del documento anche Giorgio Tamburlini, unico rappresentante italiano, pediatra e presidente del Centro per la Salute del Bambino, impegnato da molti anni, a livello nazionale e internazionale, in progetti di intervento precoce a sostegno dello sviluppo del bambino e delle famiglie, tra i quali i ben noti Nati per Leggere e Nati per la Musica – sviluppati in collaborazione con l’Associazione Culturale Pediatri e l’Associazione Italiana Biblioteche.
“La consapevolezza dell’importanza di investire nei primi anni, sia in servizi educativi che in politiche e interventi di diretto sostegno alle famiglie, è aumentata molto in questi ultimi anni anche in Italia” afferma Tamburlini. “Ne sono testimonianza il Piano Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza approvato nel 2016,  gli interventi a sostegno delle famiglie povere con bambini introdotti nelle ultime leggi finanziarie, gli sforzi di molte amministrazioni regionali e  comunali, l’istituzione del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, che ha consentito alle Fondazioni bancarie, sulla base di un meccanismo di defiscalizzazione inserito nella finanziaria 2015, di creare un fondo capace, con il coordinamento della Impresa Sociale Con i Bambini, di sostenere decine di progetti” riflette il pediatra.
“Un’altra interessante testimonianza della crescente consapevolezza dell’importanza di investire precocemente su infanzia e genitorialità è l’impegno di grandi gruppi privati. Il gruppo Generali, ad esempio, attraverso la sua nuova iniziativa globale a favore delle comunità più svantaggiate “The Human Safety Net” ha scelto anche di sostenere interventi per le famiglie più vulnerabili con bambini in fascia d’età 0-6 nei Paesi in cui il Gruppo opera. Tutti questi contributi, sia quelli pubblici che quelli privati, raggiungeranno il loro scopo solo se le comunità locali sapranno attivarsi a sostegno di se stesse, facendo sì che i semi possano germogliare e crescere poi autonomamente” conclude Tamburlini.

Il documento sarà reso disponibile in italiano a cura del Centro per la Salute del Bambino,

Versione inglese del documento:  http://nurturing-care.org/

domenica 8 aprile 2018

7 aprile - Giornata mondiale della salute

La copertura sanitaria universale (Universal health coverage, UHC) consiste nell'assicurare a tutte le persone di ottenere servizi sanitari di qualità, dove e quando ne hanno bisogno, senza subire difficoltà finanziarie.
Nessuno dovrebbe scegliere tra buona salute e altre necessità di vita.

L'UHC è la chiave per la salute e il benessere delle persone e delle nazioni.

UHC è fattibile. Alcuni paesi hanno fatto grandi progressi. La loro sfida è mantenere la copertura per soddisfare le aspettative della gente.
Tutti i paesi possono affrontare l'UHC in diversi modi: non esiste una misura adatta a tutti. Ma ogni paese può fare qualcosa per far avanzare l'UHC.
Rendere i servizi sanitari veramente universali richiede un passaggio dalla progettazione di sistemi sanitari intorno a malattie e istituzioni verso servizi sanitari progettati intorno e per le persone.
Tutti possono partecipare al percorso di UHC, prendendo parte a una conversazione dell'UHC.
Troppe persone stanno attualmente perdendo la copertura sanitaria

"Universale" in UHC significa "per tutti", senza discriminazione, senza lasciare indietro nessuno. Tutti, ovunque, hanno il diritto di beneficiare dei servizi sanitari di cui hanno bisogno senza cadere nella povertà quando li usano.

Ecco alcuni fatti e cifre sullo stato dell'UHC oggi:

- Almeno metà della popolazione mondiale non è attualmente in grado di ottenere servizi sanitari essenziali.
- Quasi 100 milioni di persone vengono spinte verso la povertà estrema, costrette a sopravvivere solo per $ 1,90 o meno al giorno, perché devono pagare i servizi sanitari con le proprie tasche.
- Oltre 800 milioni di persone (quasi il 12% della popolazione mondiale) spendono almeno il 10% dei loro bilanci familiari per le spese sanitarie per se stessi, un bambino malato o un altro membro della famiglia. Essi sostengono le cosiddette "spese catastrofiche".
- Incorrere in spese catastrofiche per l'assistenza sanitaria è un problema globale. Nei paesi più ricchi dell'Europa, dell'America Latina e in alcune parti dell'Asia, che hanno raggiunto livelli elevati di accesso ai servizi sanitari, un numero crescente di persone spende almeno il 10% del proprio bilancio familiare per spese sanitarie.

Che cos'è l'UHC

UHC significa che tutte le persone e le comunità ricevono i servizi sanitari di cui hanno bisogno senza subire difficoltà finanziarie.
UHC consente a tutti di accedere ai servizi che affrontano le cause più importanti di malattia e morte e garantisce che la qualità di tali servizi sia sufficiente per migliorare la salute delle persone che li ricevono.

Cosa non è l'UHC 

UHC non significa copertura gratuita per tutti i possibili interventi sanitari, indipendentemente dal costo, in quanto nessun paese può fornire tutti i servizi gratuitamente su base sostenibile.
UHC non si occupa solo di garantire un pacchetto minimo di servizi sanitari, ma anche di garantire una progressiva espansione della copertura dei servizi sanitari e della protezione finanziaria man mano che si rendono disponibili più risorse.
L'UHC non riguarda solo le cure mediche per gli individui, ma include anche servizi per intere popolazioni come campagne di salute pubblica - ad esempio l'aggiunta di fluoro all'acqua o il controllo dei siti di riproduzione di zanzare che trasportano virus che possono causare malattie.
L'UHC non riguarda solo l'assistenza sanitaria e il finanziamento del sistema sanitario di un paese. Comprende tutti i componenti del sistema sanitario: sistemi e fornitori di servizi sanitari che forniscono servizi sanitari a persone, strutture sanitarie e reti di comunicazione, tecnologie sanitarie, sistemi informatici, meccanismi di garanzia della qualità e governance e legislazione

mercoledì 21 marzo 2018

Cure palliative: i farmaci di uso consolidato off-label nelle popolazioni pediatrica e adulta

Due documenti di Aifa e Sicp che raccolgono le evidenze scientifiche disponibili a supporto dell’impiego off-label dei medicinali più frequentemente utilizzati nell’ambito delle cure palliative, nelle popolazioni pediatrica e adulta.

L’Agenzia Italiana del Farmaco e la Società Italiana di Cure Palliative (Sicp), nell’ambito del tavolo di lavoro dedicato alle cure palliative, hanno redatto due documenti che raccolgono le evidenze scientifiche disponibili a supporto dell’impiego off-label dei medicinali più frequentemente utilizzati nell’ambito delle cure palliative, rispettivamente nelle popolazioni pediatrica e adulta. “L’obiettivo” spiega l’Aifa “è attestare l’uso off-label consolidato di tali farmaci e proporne il loro utilizzo ai sensi della legge 648/96, in assenza di dati derivanti dai relativi studi clinici registrativi. Ad oggi, infatti, i trattamenti farmacologici palliativi, pur essendo basati su pratiche consolidate e specifiche linee guida, sono spesso impiegati nella pratica clinica in modo off-label, ovvero in maniera non conforme (per indicazione e/o via di somministrazione, posologia e formulazione) alle indicazioni autorizzate dalle agenzie regolatorie. Ciò è dovuto principalmente alla complessità di condurre studi randomizzati controllati in popolazioni fragili, quali adulti e bambini, nella fase terminale della vita, che comporta quindi la mancata registrazione di indicazioni in ambito palliativo.
Pertanto, in alcuni casi, in assenza di alternative autorizzate, l’impiego off-label di medicinali rappresenta per il clinico l’unica possibilità terapeutica di trattare il proprio paziente. I documenti pubblicati contengono una lista di possibili farmaci da impiegare ai sensi della Legge 648/96: nello specifico si tratta di 10 farmaci impiegati off-label routinariamente nelle cure palliative in età pediatrica e di 8 utilizzati con le stesse finalità nell’adulto. Per ciascun principio attivo individuato” aggiunge l’Agenzia “è stata formalizzata una scheda in cui è indicata la specifica indicazione di richiesta di autorizzazione nella pratica clinica, il razionale e le evidenze a supporto della richiesta (con l’abstract dei singoli lavori) ed eventuali note aggiuntive”.


FARMACI OFF-LABEL IN CURE PALLIATIVE (CP) PER LA POPOLAZIONE PEDIATRICA (http://www.aifa.gov.it/sites/default/files/OffLabel_pediatrica.pdf)

Vedi anche:

Il sito dell'AIFA







domenica 4 marzo 2018

Con la dieta vegana rischio di danni neurologici al feto


In Italia è stato recentemente segnalato un allarmante, sensibile incremento dei casi di deficit materno di vitamina B12, una malattia rara che può comportare danni neurologici anche molto gravi per il bambino. Nel 2016, infatti, i casi di questa patologia, identificati attraverso lo screening neonatale esteso, sono cresciuti di tre volte rispetto al 2015 (da 42 a 126). Tra le cause di questo incremento c’è proprio la sempre maggior diffusione di diete vegetariane e vegane, che molte donne decidono di non sospendere nemmeno quando si trovano in stato di gravidanza.

Triplicati in due anni i casi di deficit di vitamina B12 in gravidanza con il rischio di danni neurologici permanenti per il neonato: dieta vegana e vegetariana tra le cause. L’allarme arriva dagli esperti dell’ ospedale Bambino Gesù di Roma e dell’ospedale Meyer di Firenze che hanno individuato, attraverso lo screening neonatale esteso, negli errati regimi alimentari della madri uno dei motivi del deficit dell’importante vitamina. Si è passati, spiegano gli esperti, dai 42 casi del 2015 ai 126 del 2016.

I numeri in assoluto sono bassi, spiegano gli specialisti, perché siamo di fronte a una malattia rara, ma “è la crescita a destare allarme”. I dati dei rapporti tecnici Simmesn (Società Italiana per lo studio delle Malattie Metaboliche Ereditarie e lo Screening Neonatale) sono inquietanti. “La vitamina B12, o cobalamina, è contenuta negli alimenti di origine animale, ha un importante ruolo nello sviluppo del sistema nervoso centrale e il suo fabbisogno aumenta in gravidanza. Se la madre non ne assume abbastanza, o peggio non ne assume affatto, può creare al neonato danni neurologici già in utero, che proseguono e peggiorano nei mesi successivi, con l’allattamento”, spiega Carlo Dionisi Vici, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Patologia Metabolica dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.
 
“Per un corretto sviluppo del bimbo, le diete latto-ovo-vegetariane e vegane sono inadeguate, soprattutto considerando l’ambito neurologico, psicologico e quello motorio”, spiega il relatore Andrea Vania, Professore di Nutrizione Pediatrica all’Università La Sapienza di Roma. Fin dai primi mesi di vita, precisano gli specialisti, la scelta migliore è quella che prevede il consumo prevalente di alimenti vegetali, ma anche l’uso, seppur limitato, di prodotti animali. Latte, uova e alimenti ricchi di vitamina B12, ferro e omega 3, devono trovare posto in tavola.

“Il deficit materno di vitamina B12 oggi colpisce circa 1 neonato su 4.000, conta quindi più di 100 casi l’anno in Italia, che non sono affatto pochi – aggiunge – questa condizione si riscontra nei figli degli immigrati provenienti da Paesi come il Pakistan, il Bangladesh o l’India, che per tradizione hanno una dieta prevalentemente vegetariana. Quello che sempre più frequentemente stiamo osservando è la scelta di molte donne italiane di seguire la dieta vegana anche in gravidanza, senza mettere in conto i pericoli che fanno correre ai loro bambini”.

Sull’argomento interviene anche Giancarlo la Marca, presidente Simmesn e direttore del Laboratorio Screening Neonatale Allargato dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer di Firenze: “I mezzi di comunicazione e quelli istituzionali dovrebbero segnalare subito e con forza la pericolosità di una dieta vegetariana o vegana in gravidanza. Le madri carenti di questa vitamina nella loro alimentazione, devono assumere degli integratori durante la gravidanza e l’allattamento, perché i loro figli sono gravemente a rischio di malattia”. Il direttore dell’Osservatorio Malattie Rare, Ilaria Ciancaleoni Bartoli commenta che “trattandosi di una malattia molto grave, ma in molti casi anche facilmente evitabile, fare corretta informazione diventa un dovere etico che spetta a medici, media e istituzioni: una campagna di informazione seria e condivisa potrebbe salvare molte vite”.


venerdì 9 febbraio 2018

La Pediatria sulla "Grande Stampa" 2017



Poche, ma grandi, novità. O meglio, prospettive che si aprono (grazie al crescere del sapere, alla comprensione dei meccanismi molecolari, alla manipolazione dei geni, alla capacità di produrre in vitro molecole ad altissima specificità funzionale) nella cura di malattie terribili come l'atrofia muscolare spinale, l'adrenoleucodistrofia, l'anemia falciforme, l'emofilia A, e nella prevenzione di sindromi caratterizzate, come la VACTERL, da malformazioni multiorgano (cuore, osso, rene). Non è più una novità, invece, la nostra difficoltà a far fronte alla patologia caratterizzata dal disagio psico-relazionale, soprattutto per quanto riguarda gli adolescenti: e anche quest'anno sono molto numerosi i contributi che ci richiamano all'epidemia dei "più matti che malati" e all'importanza (all'urgenza) di saperne di più e di saper fare meglio, senza delegare. Eppoi, tra tanti altri contributi che mi sono sembrati interessanti e meritevoli di essere recensiti (e qualche bufala smascherata), ci sono tanti casi: semplici, curiosi, più o meno rari. Ma che, proprio perché sono usciti sulla grande stampa rappresentano un'occasione imperdibile per un rapido e facile aggiornamento. E anche per rilassarci un po' nella lettura.

a cura di Alessandro Ventura
Clinica Pediatrica, IRCCS Burlo Garofolo, Università di Trieste


Leggi il numero speciale per intero.

mercoledì 7 febbraio 2018

Pediatria dei nostri giorni: il bambino-adolescente con disagio psico-relazionale

Il numero di gennaio 2018 di Medico e Bambino è dedicato al bambino-adolescente con disagio psico-relazionale mascherato da un sintomo fisico. Si tratta in particolare del bambino disfunzionale, del bambino un po’ ansioso o depresso, del bambino i cui sintomi sono inventati, esagerati, a volte manipolati dai genitori, ma comunque divenuti ingestibili e senza che vi sia una patologia organica che li giustifichi. Nel suo complesso, non si tratta di un problema raro: si tratta anzi di un problema pervasivo della Pediatria dei nostri tempi. Con una prevalenza stimata che oscilla tra il 10% e il 30% dei bambini che vengono portati a osservazione medica: nell’ambulatorio del pediatra di famiglia come in Pronto Soccorso o anche in un reparto ospedaliero. Si tratta di un problema emergente e grave che va reinterpretato dai pediatri rifuggendo dalla logica e dalla prassi del limitarsi a escludere una patologia organica o di una automatica delega ad altri specialisti.

Leggi la presentazione del numero. (free)   

giovedì 1 febbraio 2018

ANNA FRANK, LA SHOAH E LA MEMORIA SENZA MEMORIA

Raffaella Mormile
UOC di Pediatria e Neonatologia – PO Moscati – Aversa

Il 27 gennaio è stato il giorno della Memoria. Tale ricorrenza è stata istituita in Italia per dare legittimo tributo al ricordo delle vittime  della Shoah come monito per le generazioni di ogni tempo. La Shoah definisce nella sua interezza il genocidio degli ebrei d’Europa da parte della Germania nazista di Hitler. E’ stata scelta tale data perché il 27 gennaio del 1945 le  truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di sterminio di Auschwitz- Birkenau rivelando al mondo intero il più atroce sterminio che la storia dell’umanità abbia mai conosciuto. L’Olocausto del Popolo Ebraico si consumò dal 30 gennaio del 1933, quando Hitler salì al potere,  sino alla fine della guerra in Europa avvenuta l’8 maggio del 1945.  Milioni di Ebrei furono sterminati dalla ferocia nazista. Circa due milioni di Bambini Ebrei furono crudelmente uccisi, nella gran parte dei casi dopo essere stati utilizzati come cavie in cruenti esperimenti finalizzati alla selezione della pura razza ariana. Una delle vittime dell’Olocausto del Popolo Ebraico è stata Annelies Marie Frank detta Anne, che il mondo intero conosce per il suo Dario che rappresenta una delle testimonianze più suggestive della Shoah e della ferocia nazista. Anne nacque a Francoforte sul Meno nel 1929, da Genitori di Origine Ebraica. Nel 1933  la famiglia Frank  si trasferì ad Amsterdam a causa della politica antisemita di Hitler che iniziava a fare sempre più proseliti. E quando anche  l’Olanda fu occupata dai nazisti, la famiglia Frank nel tentativo di sfuggire ai continui rastrellamenti da parte dei nazisti, si nascose in un alloggio segreto ubicato nel retro della fabbrica di loro proprietà. Qui, Anne prosegue la stesura del Diario, ricevuto in regalo per il suo tredicesimo compleanno. Il Diario è di fatto un epistolario indirizzato ad un’amica immaginaria di nome Kitty.  In ogni pagina del diario Anne narra la difficile vita di ogni giorno con tutte le emozioni che la sua condizione di clandestina forzata  poteva suscitare nel suo animo di adolescente, fortemente provato da una guerra e da una persecuzione senza senso ma sempre  proteso alla vita in ogni sua sfaccettatura.  Purtroppo nel 1944  il Gruppo fu arrestato a seguito di una soffiata e condotto ad Auschwitz. Anne e la sorella furono deportate nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove morirono  tra il febbraio e il marzo del 1945 presumibilmente nel corso di una epidemia di tifo. Ma Anne Frank continua a vivere e a parlare al cuore del mondo intero con il suo Diario che nel 2009 l’Unesco ha inserito nel Registro della Memoria del Mondo come patrimonio dell’Umanità. Nel 1938 anche in Italia  furono istituite  le Leggi razziali contro la Popolazione Ebraica e furono aperti il campo di concentramento di Fossoli e il campo di sterminio della Risiera di San Sabba. Il 16 ottobre del 1943 Roma si svegliò all’alba con l’orrore del rastrellamento del Ghetto dove erano stati isolati ed identificati i numerosi Membri della Comunità Ebraica Romana a seguito della promulgazione delle Leggi razziali.  Furono rastrellate  1024 Creature Innocenti, di cui oltre 200 Bambini, per essere deportate nel campo di concentramento di Auschwitz. Di queste Creature,  solo 16 hanno fatto ritorno a casa.   
Eppure proprio a Roma la Memoria della Shoah sembra non trovare Memoria. Recentemente il volto di Anne Frank è finito allo stadio in un fotomontaggio utilizzato nelle schermaglie tra opposte tifoserie. E ciò ha suscitato tanta amarezza sebbene tanti abbiano condannato tale deprecabile gesto. E ciò perché gli esecutori materiali di tale condotta, non solo hanno mostrato di non aver imparato nulla dalla Storia  ma che anche nulla  hanno avuto da riflettere dal leggere le targhe commemorative poste a doveroso ricordo lungo la strada del Portico d'Ottavia, scenario della persecuzione e della deportazione della Comunità Ebraica di Roma da parte dei nazisti. Ed in tal contesto, è desolante constatare che tanti giovani dei nostri giorni ostentino la svastica di Hitler nell’ottica della banalità del male delineata dalla Arendt. Dissacrare Anne Frank significa dissacrare la Shoah e con Essa la sacralità incondizionata della vita che è inviolabile in ogni uomo nella sua totalità di origini, religione, costumi, tradizioni. 
E anche noi pediatri non possiamo esimerci dall’insegnare ai giovani il messaggio senza tempo tracciato dalla Shoah la cui Memoria andrebbe rinnovata ogni giorno affinché mai più si dia spazio ai persecutori e voce ad assurde ideologie di morte nella condanna più totale dell’abominio delle Leggi razziali. E siano i giovani i depositari della Memoria della Shoah affinché ogni giorno si impegnino a costruire un mondo migliore senza più vittime di iniquità in ogni sua espressione, in una Memoria che diventi il cardine di ogni esistenza.  

mercoledì 3 gennaio 2018

INDICE GENERALE DI MEDICO E BAMBINO 2017

Sul numero di dicembre di Medico e Bambino è stato pubblicato l'indice completo relativo a tutti i contributi pubblicati nel 2017 sia della rivista cartacea che delle pagine elettroniche.

L'accesso all'indice completo è libero per tutti i lettori, per una facile consultazione e per una visione complessiva dell'annata ricca di contributi e contenuti molto interessanti.

INDICE GENERALE 2017. (accesso libero)
Medico e Bambino 2017;36:669-677
https://www.medicoebambino.com/?id=1710_669.pdf