sabato 30 giugno 2012

Italia "polio free" 21 giugno 2002 - 21 giugno 2012

Il 21 giugno 2002, nel corso del 14° meeting della Commissione regionale di certificazione (RCC), tenutosi presso l'Ufficio regionale Europeo dell'OMS, a Copenhagen, è stata ufficialmente dichiarata l'eradicazione della poliomielite nella regione Europea (che si estende dal Portogallo alla Siberia, comprendendo, oltre ad israele e turchia, gli Stati caucasici ed asiatici, un tempo facenti parte dell'URSS), affiancandosi alle altre due regioni dell'OMS già certificate nel 1994 (Regione delle Americhe) e nel 2000 (Regione del Pacifico occidentale). 

L'Italia, pur essendo stata ufficialmente certificata "polio-free" il 21 giugno 2002, è un paese libero dalla polio dalla seconda metà degli anni '80.

Tuttavia la ricomparsa della malattia è sempre possibile ed è importante continuare a sorvegliare attentamente la suapossibile reintroduzione nel nostro paese, in quanto sono in corso focolai epidemici di polio in Paesi della Regione Europea ed Africana, non così lontani da noi.

Altrettanto importante è continuare a vaccinare tutti i nuovi nati contro la polio e fare i richiami previsti per l'infanzia, finché la poliomielite non sarà eradicata in tutto il mondo, come è avvenuto in passato per il vaiolo.

L’Italia è attivamente coinvolta in numerose attività, richieste dall'OMS, necessarie per la certificazione dell’eradicazione della poliomielite (sorveglianza delle Paralisi Flaccide Acute, sorveglianza ambientale, contenimento di laboratorio etc.) ed è fondamentale continuare a sensibilizzare e motivare ulteriormente le strutture e quanti sono impegnati in queste azioni.
FONTE: Ministero della salute

sabato 2 giugno 2012

Una guida per i medici in tema di abuso sessuale dei bambini prepuberi

Anche in Italia, pur se in ritardo in rapporto ai Paesi anglosassoni, il tema dell’abuso sessuale sui bambini ha iniziato a essere considerato, dalla fine degli anni ’80, come un problema anche di interesse medico e non solo psicologico e/o sociale. Corsi di formazione, corsi di sensibilizzazione, convegni tematici hanno contribuito ad accendere l’attenzione sugli aspetti anche di pertinenza medica quando un/a bambino/a è vittima di abuso sessuale. Tuttavia i problemi che i medici esprimono quando sono coinvolti in una diagnosi di abuso sessuale sono ancora tanti.

Sul numero di Medico e Bambino di Maggio 2012 viene pubblicata nella rubrica Linee Guida un documento dal titolo:  

L'articolo è curato da MARIA ROSA GIOLITO, Direttore SC Consultori Familiari e Pediatria di Comunità, ASL-TO2, Torino, a nome del GRUPPO DI LAVORO PER L’ABUSO E IL MALTRATTAMENTO ALL’INFANZIA.

Si tratta di un documento che presenta i requisiti essenziali per i professionisti medici, sia territoriali che ospedalieri, che si trovano a valutare un soggetto prepubere, sospetta vittima di abuso sessuale al fine di fornire un supporto scientifico, di uniformare le modalità della visita medica e di ridurre il rischio di errore in un settore di particolare complessità.
 La guida elaborata e pubblicata nel settembre 2010, L’abuso sessuale nei bambini prepuberi. Requisiti e raccomandazioni per una valutazione appropriata (Pensiero Scientifico Editore), ha lo scopo di fornire un aiuto ai professionisti medici che si trovano a valutare un soggetto prepubere con sospetto di abuso sessuale. Ha il principale obiettivo di definire alcuni requisiti essenziali e diffonde alcune conoscenze per evitare errori che possano ripercuotersi negativamente sulla valutazione.

Scrivono gli Autori:
• Molti medici “faticano” ancora a immaginare che i bambini incontrati nella loro pratica clinica possano essere vittime di abuso sessuale.
• Ancora pochi sono i professionisti che hanno avuto dei percorsi formativi specifici sulla tematica e a tutt’oggi peraltro non è ancora prevista, nella maggior parte delle scuole di specializzazione in ginecologia, pediatria e medicina legale, una formazione mirata né alla valutazione dei genitali e della loro anatomia nel bambino/a prepubere normale e relative varianti anatomiche, né ai segni fisici riferibili a esiti di atti di abuso sessuale e/o a esiti di eventi traumatici accidentali.
•Succede ancora che alcuni medici del Dipartimento di Emergenza e Accettazione (DEA) non visitino i/le bambini/e accompagnati/ e per un sospetto di abuso sessuale adducendo motivazioni anacronistiche (“Non è di mia competenza”, “La bambina è accompagnata solo dalla nonna che non ha la patria potestà”, “Non mi sembrava importante”…).
• È diffuso il pregiudizio che sia alta l’incidenza di false accuse di abuso sessuale sui figli fatte dalle madri in contesti di separazione e divorzi al fine di averne dei vantaggi o per vendetta contro l’ex partner e che quindi non sia necessario occuparsene.

Giolito MR
UNA GUIDA PER I MEDICI IN TEMA DI ABUSO SESSUALE DEI BAMBINI PREPUBERI. 
 Medico e Bambino 2012;31:291-97