venerdì 9 febbraio 2018

La Pediatria sulla "Grande Stampa" 2017



Poche, ma grandi, novità. O meglio, prospettive che si aprono (grazie al crescere del sapere, alla comprensione dei meccanismi molecolari, alla manipolazione dei geni, alla capacità di produrre in vitro molecole ad altissima specificità funzionale) nella cura di malattie terribili come l'atrofia muscolare spinale, l'adrenoleucodistrofia, l'anemia falciforme, l'emofilia A, e nella prevenzione di sindromi caratterizzate, come la VACTERL, da malformazioni multiorgano (cuore, osso, rene). Non è più una novità, invece, la nostra difficoltà a far fronte alla patologia caratterizzata dal disagio psico-relazionale, soprattutto per quanto riguarda gli adolescenti: e anche quest'anno sono molto numerosi i contributi che ci richiamano all'epidemia dei "più matti che malati" e all'importanza (all'urgenza) di saperne di più e di saper fare meglio, senza delegare. Eppoi, tra tanti altri contributi che mi sono sembrati interessanti e meritevoli di essere recensiti (e qualche bufala smascherata), ci sono tanti casi: semplici, curiosi, più o meno rari. Ma che, proprio perché sono usciti sulla grande stampa rappresentano un'occasione imperdibile per un rapido e facile aggiornamento. E anche per rilassarci un po' nella lettura.

a cura di Alessandro Ventura
Clinica Pediatrica, IRCCS Burlo Garofolo, Università di Trieste


Leggi il numero speciale per intero.

mercoledì 7 febbraio 2018

Pediatria dei nostri giorni: il bambino-adolescente con disagio psico-relazionale

Il numero di gennaio 2018 di Medico e Bambino è dedicato al bambino-adolescente con disagio psico-relazionale mascherato da un sintomo fisico. Si tratta in particolare del bambino disfunzionale, del bambino un po’ ansioso o depresso, del bambino i cui sintomi sono inventati, esagerati, a volte manipolati dai genitori, ma comunque divenuti ingestibili e senza che vi sia una patologia organica che li giustifichi. Nel suo complesso, non si tratta di un problema raro: si tratta anzi di un problema pervasivo della Pediatria dei nostri tempi. Con una prevalenza stimata che oscilla tra il 10% e il 30% dei bambini che vengono portati a osservazione medica: nell’ambulatorio del pediatra di famiglia come in Pronto Soccorso o anche in un reparto ospedaliero. Si tratta di un problema emergente e grave che va reinterpretato dai pediatri rifuggendo dalla logica e dalla prassi del limitarsi a escludere una patologia organica o di una automatica delega ad altri specialisti.

Leggi la presentazione del numero. (free)   

giovedì 1 febbraio 2018

ANNA FRANK, LA SHOAH E LA MEMORIA SENZA MEMORIA

Raffaella Mormile
UOC di Pediatria e Neonatologia – PO Moscati – Aversa

Il 27 gennaio è stato il giorno della Memoria. Tale ricorrenza è stata istituita in Italia per dare legittimo tributo al ricordo delle vittime  della Shoah come monito per le generazioni di ogni tempo. La Shoah definisce nella sua interezza il genocidio degli ebrei d’Europa da parte della Germania nazista di Hitler. E’ stata scelta tale data perché il 27 gennaio del 1945 le  truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di sterminio di Auschwitz- Birkenau rivelando al mondo intero il più atroce sterminio che la storia dell’umanità abbia mai conosciuto. L’Olocausto del Popolo Ebraico si consumò dal 30 gennaio del 1933, quando Hitler salì al potere,  sino alla fine della guerra in Europa avvenuta l’8 maggio del 1945.  Milioni di Ebrei furono sterminati dalla ferocia nazista. Circa due milioni di Bambini Ebrei furono crudelmente uccisi, nella gran parte dei casi dopo essere stati utilizzati come cavie in cruenti esperimenti finalizzati alla selezione della pura razza ariana. Una delle vittime dell’Olocausto del Popolo Ebraico è stata Annelies Marie Frank detta Anne, che il mondo intero conosce per il suo Dario che rappresenta una delle testimonianze più suggestive della Shoah e della ferocia nazista. Anne nacque a Francoforte sul Meno nel 1929, da Genitori di Origine Ebraica. Nel 1933  la famiglia Frank  si trasferì ad Amsterdam a causa della politica antisemita di Hitler che iniziava a fare sempre più proseliti. E quando anche  l’Olanda fu occupata dai nazisti, la famiglia Frank nel tentativo di sfuggire ai continui rastrellamenti da parte dei nazisti, si nascose in un alloggio segreto ubicato nel retro della fabbrica di loro proprietà. Qui, Anne prosegue la stesura del Diario, ricevuto in regalo per il suo tredicesimo compleanno. Il Diario è di fatto un epistolario indirizzato ad un’amica immaginaria di nome Kitty.  In ogni pagina del diario Anne narra la difficile vita di ogni giorno con tutte le emozioni che la sua condizione di clandestina forzata  poteva suscitare nel suo animo di adolescente, fortemente provato da una guerra e da una persecuzione senza senso ma sempre  proteso alla vita in ogni sua sfaccettatura.  Purtroppo nel 1944  il Gruppo fu arrestato a seguito di una soffiata e condotto ad Auschwitz. Anne e la sorella furono deportate nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove morirono  tra il febbraio e il marzo del 1945 presumibilmente nel corso di una epidemia di tifo. Ma Anne Frank continua a vivere e a parlare al cuore del mondo intero con il suo Diario che nel 2009 l’Unesco ha inserito nel Registro della Memoria del Mondo come patrimonio dell’Umanità. Nel 1938 anche in Italia  furono istituite  le Leggi razziali contro la Popolazione Ebraica e furono aperti il campo di concentramento di Fossoli e il campo di sterminio della Risiera di San Sabba. Il 16 ottobre del 1943 Roma si svegliò all’alba con l’orrore del rastrellamento del Ghetto dove erano stati isolati ed identificati i numerosi Membri della Comunità Ebraica Romana a seguito della promulgazione delle Leggi razziali.  Furono rastrellate  1024 Creature Innocenti, di cui oltre 200 Bambini, per essere deportate nel campo di concentramento di Auschwitz. Di queste Creature,  solo 16 hanno fatto ritorno a casa.   
Eppure proprio a Roma la Memoria della Shoah sembra non trovare Memoria. Recentemente il volto di Anne Frank è finito allo stadio in un fotomontaggio utilizzato nelle schermaglie tra opposte tifoserie. E ciò ha suscitato tanta amarezza sebbene tanti abbiano condannato tale deprecabile gesto. E ciò perché gli esecutori materiali di tale condotta, non solo hanno mostrato di non aver imparato nulla dalla Storia  ma che anche nulla  hanno avuto da riflettere dal leggere le targhe commemorative poste a doveroso ricordo lungo la strada del Portico d'Ottavia, scenario della persecuzione e della deportazione della Comunità Ebraica di Roma da parte dei nazisti. Ed in tal contesto, è desolante constatare che tanti giovani dei nostri giorni ostentino la svastica di Hitler nell’ottica della banalità del male delineata dalla Arendt. Dissacrare Anne Frank significa dissacrare la Shoah e con Essa la sacralità incondizionata della vita che è inviolabile in ogni uomo nella sua totalità di origini, religione, costumi, tradizioni. 
E anche noi pediatri non possiamo esimerci dall’insegnare ai giovani il messaggio senza tempo tracciato dalla Shoah la cui Memoria andrebbe rinnovata ogni giorno affinché mai più si dia spazio ai persecutori e voce ad assurde ideologie di morte nella condanna più totale dell’abominio delle Leggi razziali. E siano i giovani i depositari della Memoria della Shoah affinché ogni giorno si impegnino a costruire un mondo migliore senza più vittime di iniquità in ogni sua espressione, in una Memoria che diventi il cardine di ogni esistenza.