26 luglio 2012 - I dati raccolti e analizzati dal
Registro nazionale della procreazione medicalmente
assistita (Pma) mostrano un aumento, nel nostro Paese,
della domanda di queste tecniche di riproduzione.
Nel
2010 i cicli di trattamento registrati superano i
novantamila e i bambini nati grazie alla loro
applicazione rappresentano, a oggi, il 2,2% dei nati in
Italia. Lo riferisce la
Relazione 2012 http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1788_allegato.pdf sullo stato di attuazione della legge
contenente norme in materia di procreazione medicalmente assistita,
relativa alle attività del 2010, e presentata al Parlamento a luglio
2012.
Le tecniche di Pma applicate appaiono più efficaci e sicure, infatti
oltre a un aumento dei tassi di gravidanza ottenuti rispetto ai cicli
iniziati (che sono passati, per quanto riguarda le tecniche a fresco,
dal 18,8% del 2005 al 20,9 del 2010) si registra anche una riduzione sia
delle gravidanze che dei parti trigemini che passano rispettivamente dal
3,4% e dal 2,7% del 2005 al 2,3% e all’1,9% del 2010. Questa diminuzione
della percentuale di gravidanze e parti trigemini può essere attribuita
anche, e soprattutto, alla diversa possibilità di applicazione delle
tecniche di procreazione medicalmente assistita che deriva dalla
modifica legislativa apportata a maggio 2009 dalla
sentenza 151 della Corte costituzionale. La sentenza ha infatti
dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art.14 della legge
40/2004 e in particolare la parte che prevede «un unico e contemporaneo
impianto, comunque non superiore a tre» (comma 2) e la parte che non
prevede che il trasferimento degli embrioni debba essere effettuato
senza pregiudizio della salute della donna (comma 3).
In questi anni inoltre si è verificato un costante
aumento dell’età media delle donne che si rivolgono alle
tecniche di procreazione medicalmente assistita, un
fattore che influisce negativamente sulle probabilità di
successo delle terapie applicate. Il grado di
accessibilità delle tecniche di Pma (che si valuta con
la rilevazione del numero di cicli a fresco eseguiti in
un anno rapportati alla popolazione generale residente,
a livello nazionale) ha quasi raggiunto gli standard di
altri Paesi europei con l’offerta di 871 cicli a fresco
l’anno per milione di abitanti, ma esistono ancora
notevoli differenze a livello regionale.
Differenze che
permangono e si accentuano con un gradiente Nord-Sud
anche quando si analizza la disponibilità di offerta di
cicli a carico del Sistema sanitario nazionale (Ssn). In
Italia, il 64,8% dei cicli a fresco eseguiti in centri
di secondo e terzo livello risulta a carico del Ssn, ma
con un range che varia dal 95,4% dei cicli offerti in
Lombardia e dal 96,6% in Toscana a solo il 15,3% dei
cicli offerti in Sicilia o al 17,0% nel Lazio, o
addirittura a situazioni dove la totalità dei cicli è
offerto in centri privati, come avviene in Calabria.
I dati del Registro nazionale procreazione
medico assistita
Il Registro nazionale, sin dal 2006, raccoglie
informazioni sulla totalità delle procedure eseguite nel
Paese e su tutte le gravidanze ottenute grazie
all’applicazione delle tecniche di Pma. Una percentuale
di perdita di informazione si registra rispetto al
monitoraggio delle gravidanze, valore che si è
progressivamente ridotto negli anni di attività del
Registro. Nel 2005, infatti, si rilevava una quota di
gravidanze di cui non si conosceva l’esito pari al 43,2%
mentre, in quest’ultima rilevazione, la perdita di
informazioni si è ridotta all’11,4%.
Il quadro che emerge mostra un Paese con una discreta
offerta di cicli di trattamento di Pma di cui una buona
quota offerta dal Servizio sanitario nazionale. Il
problema che si riscontra è rispetto alla diversità
regionale rilevata, sia in termini di accesso alle
tecniche sia per quanto riguarda la loro rimborsabilità.
Giulia Scaravelli - Registro nazionale procreazione medico assistita
Tratto da Epicentro, Il portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica
http://www.epicentro.iss.it/default.asp
Nessun commento:
Posta un commento