venerdì 5 marzo 2010

VI RICORDATE DELLA VACCINAZIONE PER IL VIRUS H1N1?



E’ difficile non ricordare…
Eppure, usciti dalla pressione mediatica (poco conoscitiva e scientifica e quasi esclusivamente allarmistica.. ma è difficile dare la colpa esclusivamente ai mass-media, visto che da qualcuno dovevano prendere informazioni e quel qualcuno evidentemente ha sbagliato qualcosa) non se ne parla più.

Se seguiamo tuttavia il puntuale Bollettino italiano settimanale FluNews, con una certa sorpresa vediamo che alla fine di febbraio delle categorie indicate dal Ministero della Salute come “da vaccinare” (20 milioni!!!) se ne sono effettivamente vaccinate 860.000 (il 4.11%). Ma quello che sorprende di più è constatare che tra le persone (le sole?) che ragionevolmente andavano vaccinate (le categorie a rischio di sempre) solo 1 su 10 (con precisione il 12.65%) lo ha effettivamente fatto.

Eppure non se ne parla più…, anche sulla grande stampa internazionale (NEJM, Lancet, BMJ, JAMA) che ci ha invaso di studi, di sorveglianze (come andava fatto) e di prese di posizioni non sempre coerenti e ragionevoli.

Sarebbe bello che su questa vicenda dell’H1N1 non ci si mettesse ora nella sola condizione di trovare i colpevoli di qualcosa che agli occhi di tutti (persino dei nostri figli) non ha funzionato. Sarebbe al contrario utile vedere “l’evitabilità” dei casi deceduti (per fortuna pochi) o delle gravi complicanze che ci sono state (anche queste relativamente poche rispetto alle normali influenze stagionali) se ci si fosse messi nella condizione di informare correttamente e vaccinare per prime le categorie a rischio. Sarebbe un ritorno ad una epidemiologia vera, di quelle che parlano di “rischi evitabili”, da cui sono sempre nate strategie rivolte a progetti di salute pubblica. Ma la medicina rischia di non essere più questo. Da un lato il molecolare, la genetica…dall’altro il mercato. In mezzo la confusione.

Medico e Bambino crediamo che abbia avuto, rispetto a questa vicenda, un atteggiamento ragionevole e basato in qualche modo sulla prudenza, che nasceva da due cose: la ricerca delle evidenze ed anche il buon senso. Si il buon senso: quello di vedere cosa accadeva nei pronti soccorsi e nei reparti di pediatria, quello che raccontavano i pediatri di famiglia. Raccontavano di un virus molto contagioso, ma con poche complicanze. Se avete tempo rileggete questa storia attraverso le cose scritte in questi mesi anche su Medico e Bambino. Senza alcuna pretesa di essere stati nel giusto. Solo come occasione per riflettere sul significato vero delle parole: organizzazione sanitaria, malattia, comunicazione, sorveglianza, rapporto costo/benefici e bufale (anche) sanitarie.

Federico Marchetti


Alcuni degli articoli di Medico e Bambino sull'influenza H1N1:

Spataro A. La pandemia del virus H1N1 2009. La televisione, le possibilità e i limiti della medicina moderna, l’industria della salute e il pediatra di famiglia. Medico e Bambino 2010;29(1):33-35

Marchetti F. Confondimento, confusione e finta EBM: il caso vaccinazione H1N1. Medico e Bambino 2009;28(10):619-23

Lettere. L'influenza suina. Medico e Bambino 2009;28(9):558-62.

Tamburlini G. Ridateci Topo Gigio: ovvero, i costi della vaccinazione anti-H1N1. Medico e Bambino 2009;28(9):551

Jefferson T (intervista a) Aspettando la pandemia... Medico e Bambino 2009;28(8):518-520

Panizon F. Influenza 2009 A(H1N1). Medico e Bambino 2009;28(8):521-22

Grandori L, Gangemi M. La posizione dell’Associazione Culturale Pediatri sulla nuova influenza A/H1N1. Medico e Bambino 2009;28(8):483-5

20 commenti:

  1. In realtà la pandemia è stata vissuta come una montatura solo in Italia e in pochi altri paesi.
    Negli Usa dove viene adottato un sistema di monitoraggio molto accurato e dove sono già disponibili stime sulla VERA incidenza della mortalità, si guardano bene dal considerare questa pandemia una bufala e spingono ancora adesso la popolazione alla vaccinazione.
    Siamo il fanalino di coda dei paesi dell' area occidentale in quanto a vaccinazioni, nei paesi scandinavi e in Canada si è superato il 50% della popolazione, in Ungheria si è vaccinato il 30%, in Svizzera il 15%, i Francia e Germania il 7%. Noi ci siamo fermati all' 1,5%...peggio di noi c' è solo la Polonia.
    Bisognerebbe meditare su cosa non ha funzionato, partendo dalle responsabilità delle istituzioni sanitarie e, subito dopo, della classe medica.

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  2. per quale motivo ci si doveva vaccinare?
    1) vurs con elevata mortalità. Non risulta adesso, e non risultava neanche prima in America dove era già stato studiato da alcuni anni (chissà come ha fatto poi a partire così a razzo!).
    2) estrema diffusibilità e quindi in grado di azzerare le presenze di personale dove non erano sopportabili assenze. Forse poteva essere, però non si capisce perchè da anni combattiamo per avere vaccini "puliti" per i nostri bambini e poi le amministrazioni pubbliche erano disposte a iniettarci mercurio ed adiuvanti solo per motivi economici. Non mi sembra etico. Sarebbe anche in caso che quelli che propugnavano la vaccinazione H1N1 per motivi di salute, fossero altrettanto solleciti a promuovere la forse più mortale comune influenza stagionale

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  3. Mi sembra che tu sia poco informato...
    Negli Usa la mortalità pediatrica ha superato di ben 5 volte la media delle ultime 5 stagioni e 2,5 volte la stagione 2003-2004 che ha fatto registrare circa 130 morti pediatriche (0-17)
    Le ultime stime parlano di oltre 12000 morti negli USA,larga parte delle quali nella popolazione al di sotto dei 65 anni.
    Ti risulta ?

    Sui vaccini,solo in Europa ne sono stati somministrati 40 milioni (400 milioni nel mondo)senza che si siano verificati apprezzabili efetti secondari. Ritengo comunque un errore l' aver "imposto" quel tipo di vaccino.

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  4. Su questi siti tutto e di più sulla influenza H1N1
    http://www.euro.who.int/influenza/ah1n1
    http://www.cdc.gov/flu/weekly/
    Credo valga sempre la pena di ricordare che i numeri assoluti vanno riportati alla numerosità del campione cui ci si riferisce.
    Per la mia piccolissima esperienza, il danno maggiore è stato fatto dalla ....paura!
    Molte meno complicanze della influenza normale, su ca 900 assistiti( più di metà sotto i 6 anni), solo 2 ricoverati per polmonite ( una delle quali piuttosto seria), entrambi vaccinati(ripeto vaccinati) perché portatori di handicap, e comunque per fortuna perfettamente guariti.
    Ma sia quel che sia, io seguo la brezza triestina e mi sento serena.
    Buon lavoro a tutti!

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  5. Brava, proprio sul sito fluview viene riportato il grafico con la mortalità per polmonite e influenza negli USA e quelli con le ospedalizzazioni. Prova ad analizzarli e a confrontarli con quelli delle precedenti stagioni e forse vedrai con maggiore chiarezza.
    Leggi anche l' abstract di questo ultimissimo lavoro della AAP : http://www.abstracts2view.com/pas/view.php?nu=PAS10L1_4007&terms.

    Ma a Trieste non soffia la bora ?

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  6. Già, i numeri, secondo me cambiano significato a seconda di come li usi.
    La popolazione americana nella fascia 0-17 aa assomma a circa 73 milioni e rotti; i decessi per H1N1 in questa fascia di età, aggiornati a marzo 2010 sono 337. Il CDC di Atlanta aveva stimato una media di contagiati, sempre in questa fascia, di 19.000.000 di casi (e 1270 morti!!), quindi una mortalità del 0,0017%.
    La situazione americana è anche un pò particolare, perchè ogni stato si comporta come vuole, tanto che lo stesso CDC raccomanda cautela nel comparare i dati sui decessi per influenza della stagione 2009-2010 e quelli degli anni passati. Ad oggi nel mondo i decessi sono stati 17.853 in 214 Paesi ( l' influenza stagionale ne fa molti di più ma non ci abbiamo mai fatto caso). Teniamo presente che ovunque, la stragrande maggioranza dei decessi aveva una patologia di base preesistente, e gli americani oltretutto non sono dei mostri di salute, basti pensare all' obesità, anche infantile, che rappresenta un fattore di rischio aggiuntivo per la mortalità da H1N1, e tuti i problemi comnessi all' asistenza sanitaria. Comunque, da 1270 a 337 la differenza c'è.
    Da noi ci sono, a febbraio 2010, 228 vittime su 4.522.000 contagiati, con una mortalità del 0,005%. La maggior parte (66,8%)delle vittime si colloca nelle fasce tra 1 15-44 e 45-64 aa.

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  7. Se ti basi sulle stime devi fare il rapporto giusto che è 0,007 ( 7 su 100000 ) Oltre ai decessi devi considerare le ospedalizzazioni, che per la fascia pediatrica assommano a 86000.
    Il rischio di morte e di ospedalizzazioni, pur percentualmente bassi, supera di gran lunga quello delle precedenti stagioni, a parità di sistema sanitario. Il livello di assistenza negli USA non è che sia peggiorato rispetto ai precedenti anni, anche se concordo che presenta caratteristiche peculiari che lo rendono diverso dal nostro.
    D' altra parte gli americani sono gli unici che ci danno sia dei dati in tempo reale sia delle stime su cui ragionare. Da noi i dati veri non si sapranno prima di qualche anno. E' quindi assurdo parlare di 256 ( non 228) vittime, che sono solo quelle accertate.

    Sui fattori di rischio, forse non sei informato che a livello mondiale fino al 40% dei decessi ha riguardato persone giovani sane
    ( in Italia il 22%).

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  8. Resto del parere che i numeri devono essere letti rapportandoli ai numeri globali. Troppe variabili!!!! E concordo con il collega Nieri sulla loro lettura. Sulla base di questi ragionamenti nessuno dovrebbe più salire in macchina perché è provato fare un numero enorme di morti!! Tieni presente inoltre che pochissimi sono stati quelli che sono stati testati per H1N1 almeno qui da noi ( ma, sono certa, ovunque) quindi chissà in quanti siamo stati infettati senza averlo saputo/documentato. E per finire si, più che una brezza, credo si tratti di bora :)

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  9. Nessuno dovrebbe salire in macchina senza cintura, così come non si sarebbe dovuto affrontare questa pandemia senza l' ombrello protettivo della vaccinazione.
    Sui numeri della pandemia consiglio la lettura dell' articolo appena pubblicato sul NEJM:

    http://content.nejm.org/cgi/reprint/362/18/1708.pdf

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  10. Nessuno dovrebbe salire in macchina senza cintura, così come non si sarebbe dovuto affrontare questa pandemia senza l' ombrello protettivo della vaccinazione.
    Sui numeri reali consiglio la lettura di questo articolo appena pubblicato sul NEJM:

    http://content.nejm.org/cgi/reprint/362/18/1708.pdf

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  11. Ma quale pandemia!!?
    Chissà quanti virus pandemici hanno sempre girato da che mondo è mondo (milioni di anni, prima che i genetisti/virologi li tipizzassero) saltando allegramente, senza nome, da bestia a bestia (uomo compreso).
    Sinceramente credo che se e quando arriverà il virus pandemico, quello davvero cattivo che prende tutti, non faremo neanche a tempo a dire "ba" e ce lo saremo beccato.
    Sarà un momentaccio.
    E temo non ci saranno "ombrelli" che tengano nel nord e sud del mondo (dove di "ombrelli" manco l'ombra).
    Forse dovremmo avere un po' più di rispetto verso Madre Natura.
    Ma questa è, se vuoi, ancora un'altra storia.
    Ciao!

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  12. La pandemia secondo il significato originale della parola ( hai studiato il greco?) significa epidemia molto estesa e a rapida diffusione. L' Oms ha codificato i criteri che ne permettono la proclamazione e l' attuale virus ha tutte le carte in regola per poter essere definito tale. La severità è un' altra questione e può avere gradi diversi a seconda della zona e del periodo in cui si manifesta. Ad esempio la pandemia del 1968, nel primo anno ha colpito più severamente le Americhe e l' Asia, mentre noi ( con l' Europa) siamo stati risparmiati. Nell' anno successivo, il 1969, in Italia si è registrato un eccesso di 20000 morti.

    Tu ,come molti altri colleghi, non conosci questi ed altri aspetti perchè chi avrebbe dovuto aggiornarci se ne è disinteressato e tutto è lasciato alla buona volontà del singolo.


    Intanto chiediti se l' impegno pubblico vaccinale deve prevedere che una malattia faccia centinaia o migliaia di morti e come si giustifica, in questo caso, la vaccinazione contro il morbillo o la meningite.

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  13. Oddio, no,non ho studiato il greco; solo tedesco, inglese, francese e un po' di latino e spagnolo (ho fatto il linguistico!!!).
    Ma a "pandemia" e un'altra decina di parole arrivo anch'io.
    Non credo sia il caso di disquisire sulle scelte del ministero (e delle regioni), su quali vaccini e soprattutto quali tempistiche (hai presente HPV e varicella?).
    Potrei anche per queste avere qualche perplessità e se ne potrebbe parlare per giorni.
    Ti posso solo ripetere che quei pochissimi bambini a rischio che hanno fatto il vaccino anti H1N1 si sono ammalati in modo sovrapponibile (e anzi a dire il vero in modo più grave) degli altri.
    So di essere ignorante e so che i piccoli numeri non rappresentano il totale, ma sta di fatto che sono impazzita da luglio a febbraio per il serpeggiante disagio che ha circondato ogni febbre di ogni bambino.
    Il 1969 è lontano (si stava così bene...) e sono lontane le condizioni igieniche e mediche di quei tempi. Spero che questo aiuti e che i numeri che tu riporti non si ripetano.
    Ad ogni modo, siccome leggendo MeB da almeno 10 anni mi trovo benissimo, mi affido a "lui" (con qualche incursione su Pub Med) e tiro avanti sperando che Dio mi aiuti (anche se è molto poco scientifico!).
    Passo e chiudo.
    Ciao!
    Angela

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  14. Io sono abituato a ragionare sui dati oggettivi e non sulle impressioni e mi affido alla mia capacità di giudizio.
    ciao e buon lavoro

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  15. Si, se ci basasssimo sulle stime il rapporto sarebbe stato quello (però la differenza tra morti stimate e reali rimane); purtroppo non ho trovato il numero totale di ammalati alla stessa data dei decessi ( anche da noi a un certo punto si è smesso di fare diagnosi colturale di infezione da H1N1 perchè la spesa non valeva l' impresa).Ma le stime sono state assolutamente non aderenti alla realtà. Sempre in USA, non ha senso confrontarsi con le percentuali degli anni precedenti dove, come già segnalato, non era stata focalizzata tutta questa attenzione sui virus influenzali ( tenuto conto anche delle enormi differenze nella assistenza sanitaria e quindi nell' interesse di verificare le cause di morte di fronte ad una persona morta di polmonite pneumo o stafilococcica, chè di questo di solito si muore in corso di influenza).I 228 decessi italiani sono quelli riferiti a febbraio 2010, numeri ufficiali.
    La maggior parte dei decessi sono avvenuti in persone con almeno 1 fattore di rischio, questo è riportato ovunque, oppure nei primi anni di vita, fascia assimilabile per un maggior rischio legato alla immaturità del sistema immunitario.
    Sulla definizione di pandemia ci sono state molte illazioni, al di là del significato letterale che tutti conosciamo; l' OMS ha modificato in corsa la definizione precedente. A questo punto forse anche un rinovirus nuovo potrebbe determinare una pandemia, in senso stretto.
    Già dopo poco si era evidenziato che la mortalità era molto inferiore alle previsioni ( o dovrei dire aspettative?), ma abbiamo continuato ad andare avanti. Secondo le stime del ISS in Italia ogni anno muoiono 5-6.000 persone per l' influenza stagionale.
    Ribadisco che non ho rigide prese di posizione, ma vorrei anche evitare prese per i fondelli; a schierarsi c' è sempre un rischio di pre-concettualità. I numeri, poi, ce li possiamo girare come vogliamo, anzi, se li possono girare come vogliono. Nessuno di noi ha visto dilagare la peste.
    Ciao

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  16. Negli USA, a partire dal 2003, esiste un monitoraggio molto accurato sulla mortalità nei minori di anni 18, per cui i dati delle precedenti stagioni sono da considerarsi attendibili. Confrontando le morti certificate il dato è di una mortalità 5 volte superiore alla mortalità delle precedenti 5 stagioni e più che doppia rispetto alla stagione 2003-04, che è stata pessima.
    In Argentina, da uno studio pubblicato sul New England, la mortalità infantile è risultata 10 volte superiore a quella delle precedenti stagioni.

    Su epicentro trovi il resoconto delle morti in Italia (http://www.epicentro.iss.it/focus/h1n1/pdf/flunews/FluNews_28.pdf )
    l' ultimo dato è di 259 decessi registrati, con il 22,8% di casi in persone SENZA fattori di rischio: quasi 1 su 4 erano persone giovani e sane! A suo tempo si è voluto far credere che a morire erano solo le persone gravemente ammalate, ora la verità viene a galla ( anche se ben nascosta).

    Sul cambiamento della definizione dell' OMS, si tratta di una notizia assolutamente infondata a cui, purtroppo, molti hanno dato credito. I criteri di clasificazione sono sempre stati gli stessi da decenni, a cambiare è stata solo una tra le centinaia di pagine sul sito dell' OMS dove si illustravano i rischi di una pandemia ( con il pensiero rivolto all' aviaria).

    Purtroppo molti hanno abboccato alle notizie false e tendenziose fatte circolare.

    Certo, non è stata la peste, ma 60 decessi in persone sane in un' unica stagione ( senza contare tutte quelle finite in ECMO ) non sono proprio una bazzeccola.


    ciao



    ciao

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  17. se il 77,2% dei decessi in Italia aveva almeno 1 fattore di rischio vuole dire che il 22,8% non aveva fattori di rischio, ma non che questo 22,8% era rappresentato da tutte persone giovani. Su sano come aggettivo dobbiamo solo sperare, perchè un conto sono le malattie note un altro quelle ignote che conunque ci fanno rispondere alle malattie in maniera diversa ( tra l' altro il 1° paziente quello di Parma che poi era stato trasferito a Monza, era proprio sano?. Ribadisco ( lo dice lo stesso sito del CDC di Atlanta) che in America i dati esposti sono quelli per cui si può fare il confronto e vedere che esiste un fattore di moltiplicazione non indifferente in sè e per sè, ma quei dati non rappresentano davvero tutta ( cioè quella di tutti gli Stati confederali)la realtà. Sono probabillmente esposti quelli che tornano utili per fare cerit confronti. Sul problema dell' OMS, carta cantat, anche se sono d' accordo che forse era drastico mantenere l' indice di elevata mortalità; potevano farlo prima e in tempi non sospetti.
    Non bisogna rassegnarsi alla morte, ma per evitarle tutte ci manca ancora qualcosa.
    Ciao

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  18. Il ragazzo di Parma...ma che cosa significa sano nel tuo vocabolario ? Un ragazzo di 20 anni, anche ammesso che avesse una patologia misconosciuta, rimane un ragazzo di 20 anni con molti anni davanti a sè. Ma quale condizione può rendere quell' evento ( fortunatamente concluso bene) accettabile a 20 anni ? Se un giovane muore per incidente stradale, il fatto che abbia alzato il gomito in una serata con amici rende forse quella morte accettabile ?
    Il tuo atteggiamento è tipico di chi rimuove eventi spiacevoli con la motivazione che, in fondo, sono segnati dal destino. Un destino di serie B che rende certe persone già condannate in partenza, per le quali non possiamo fare nulla, a parte compatirle.
    Ma questo si chiama cinismo...

    Sui dati americani, ho l' impressione che tu stia parlando in modo un pò vago e approssimativo. Se hai dei dati, forniscili. Non ho l' abitudine di ragionare sulle divagazioni.

    ciao

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  19. I discorso del ragazzo di Parma era incentrato sui fattori di rischio, mi dispiace che tu non abbia capito; non faccio discriminazioni di questo tipo, e poi non capisco perchè dovrei litigare; sui dati americani sei tu troppo scontato; gli stati americani sentinella per l' H1N1 erano 8-12 sul totale, le fonti sono quelle del CDC di Atlanta; apri gli occhi e non guardare da una parte sola!

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  20. Guarda che probabilmente ti sbagli con le regioni. Gli stati degli USA sono divisi in 10 macroregioni. Sul sito di fluview viene riportata la mappa di ILINET:
    http://www.cdc.gov/flu/weekly/regions2009-2010/hhssenusmap.htm

    La mortalità per polmonite e influenza viene monitorata in tempo reale nelle 122 città che rappresentano 122 aree metropolitane di tutti gli stati.

    Ad essere più limitato è il sistema di monitoraggio delle ospedalizzazioni che si basa sui dati relativi a 16 stati.

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