mercoledì 26 novembre 2014

Autismo causato dai vaccini? Dalla comunità scientifica arriva un secco no

Comunicato congiunto

SItI-FIMP-SIP-ACP-FIMMG

Roma 26 novembre 2014

La comunità scientifica è unanime nel ribadire che non esiste alcun legame tra vaccinazione esavalente e autismo, così come tra questa malattia e vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (MPR). Per questo suscitano enorme preoccupazione per la tutela della salute dei nostri cittadini le decisioni di alcuni tribunali che, pur in mancanza di qualsiasi evidenza scientifica, hanno riconosciuto un danno da vaccinazione.
Il vaccino esavalente è utilizzato nella maggior parte dei Paesi europei in quanto riconosciuto fondamentale per prevenire 6 importantissime malattie infettive (polio, difterite, tetano, pertosse, malattie invasive da Haemophilus influenzae tipo B, epatite B).
Il vaccino esavalente è stato somministrato a decine di milioni di bambini, e in nessun Paese si è mai arrivati a simili conclusioni.
Una sentenza di primo grado del Tribunale di Milano ha invece stabilito che il Ministero della Salute dovrebbe risarcire con un assegno vitalizio bimestrale un bambino affetto da autismo al quale, nel 2006, venne somministrato l’esavalente. Il mercurio presente in tracce nei vaccini prodotti fino ad alcuni anni fa sotto forma di etilmercurio (un disinfettante) non ha mai causato nel mondo alcun danno neurologico documentato, ma è stato comunque eliminato da tutti i vaccini per far cessare le campagne di disinformazione promosse su di esso da gruppi contrari alle vaccinazioni.
C’è da augurarsi che il giudizio di Appello possa stabilire la verità in coerenza con quanto indica la letteratura scientifica.
Va peraltro sottolineato come tutte le insostenibili sentenze (in primo grado; nessuna sentenza è giunta ancora alla decisione di appello) di riconoscimento di un rapporto tra vaccini ed autismo abbiano riguardato l’indennizzo, che segue una procedura particolare in cui non è possibile un approfondito contradditorio, e che nasce per tutelare chi ricorre al tribunale del lavoro. Non si è trattato mai di sentenze civili di risarcimento per un danno subìto, perché in tali processi è possibile un approfondito confronto delle tesi scientifiche e anti-scientifiche, e in tali casi l’evidenza scientifica di mancanza di qualsiasi rapporto tra vaccini ed autismo emerge chiaramente.

Le Società scientifiche firmatarie del comunicato:

 fanno appello a tutti i genitori affinché continuino ad aderire con fiducia all’offerta del vaccino esavalente, nell’interesse della salute dei propri figli e di tutta la comunità;
 ricordano che il vaccino esavalente protegge i loro figli da malattie ancora oggi temibili e mortali;
 sottolineano che nello scorso anno 5 piccoli lattanti sani sono stati UCCISI dalla pertosse tra Marche e Toscana;
 si riservano di richiedere agli Ordini dei Medici di pertinenza di valutare sotto il profilo disciplinare il comportamento di consulenti tecnici d'ufficio che non basino le proprie consulenze sull’evidenza scientifica, inducendo i giudici a emanare sentenze contrarie alla verità dei fatti;
 chiedono al Ministro della Salute di difendere anche in primo grado le evidenze scientifiche universalmente riconosciute che smentiscono ogni connessione causale tra vaccinazioni e autismo


Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI)
Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP)
Società Italiana di Pediatria (SIP)
Associazione Culturale Pediatri (ACP)
Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG)

giovedì 28 agosto 2014

LE 10 RACCOMANDAZIONI PER SCEGLIERE SAGGIAMENTE ("CHOOSING WISELY") IN PEDIATRIA



1. Non dovrebbero essere usati antibiotici per le malattie respiratorie apparentemente virali (sinusiti, faringiti, bronchiti)

2. Non dovrebbero essere prescritti e raccomandati farmaci per la tosse o il raffreddore nelle malattie respiratorie dei bambini di età inferiore ai 4 anni

3.  Non è necessaria la TC per l’immediata valutazione dei traumi cranici minori:  l’osservazione clinica e i criteri PECARN (Pediatric Emergency Care Applied Research Network) dovrebbero essere impiegati  per definire la diagnostica per immagini

4. Non sono necessari studi di neuroimmagine (TC o RM) nel bambino che presenta  una convulsione febbrile non complicata

5. Non è necessaria la TC per la valutazione di routine dei dolori addominali

6. Non prescrivere un dose elevata di desametasone (0,5 mg/kg/die) per la prevenzione o il trattamento della displasia broncopolmonare nei pretermine

7. Non eseguire programmi di screening per le allergie alimentari senza considerare la storia clinica

8. Evitare l’uso di inibitori dell’acidità gastrica e di farmaci procinetici per il reflusso gastroesofageo (RGE) fisiologico che si manifesta in assenza di sintomi da malattia da reflusso (MRGE), come il dolore, l’arresto della crescita. Non usare farmaci nei cosiddetti “rigurgitatori felici”

9. Evitare l’uso delle colture per lo screening e il trattamento della batteriuria asintomatica

10. Gli strumenti per il controllo dell’apnea nel bambino non dovrebbero essere usati di norma per prevenire la sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS)

Per approfondire:

Federico Marchetti
LE 10 RACCOMANDAZIONI PER SCEGLIERE SAGGIAMENTE (“CHOOSING WISELY”) IN PEDIATRIA. 
Medico e Bambino2014;33:359-360

martedì 29 luglio 2014

La salute nel 7° Rapporto della Convenzione per i diritti dell’infanzia: focus sulla salute mentale


Sul numero di Giugno di Medico e Bambino viene dato risalto al 7° Rapporto della Convenzione per i diritti per l'infanzia. Si riportano le criticità evidenziate in merito alla salute mentale

Nell’ambito della salute mentale dell’infanzia e dell’adolescenza, permangono tutte le criticità già evidenziate nei precedenti Rapporti. L’Italia ha buone linee di indirizzo, ma poco applicate e con ampie disuguaglianze inter-regionali. Lo stanziamento di risorse da parte delle Regioni continua a essere insufficiente per garantire la necessaria rete di strutture territoriali, semiresidenziali, residenziali e di ricovero, che in alcuni ambiti appare addirittura in significativa diminuzione. Continuano a esserci Regioni in cui mancano gli stessi servizi territoriali e/o il personale è gravemente insufficiente e/o non sono previste tutte le figure multidisciplinari necessarie per i percorsi terapeutici. Dal 2008 al 2013 si sono evidenziati un rilevante incremento delle richieste alle Unità Operative di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza e un rapido cambiamento nella tipologia di utenti e famiglie. Ad esempio nella Regione Piemonte, dal 2004 al 2011, il numero di utenti che hanno avuto almeno un contatto con i Servizi di Neuropsichiatria Infantile è aumentato mediamente del 6,4% all’anno, mentre il numero di nuovi utenti nello stesso periodo è aumentato mediamente del 4,91% all’anno. Analogo andamento si rileva nella Regione Toscana. In aumento le richieste per disturbi dello sviluppo (quali la dislessia e i disturbi specifici del linguaggio), le richieste per utenti con disabilità o con disturbi psichiatrici di rilevante gravità e complessità, i comportamenti dirompenti, spesso resi esplosivi dal contemporaneo incremento dell’abuso occasionale di sostanze. Sono comparse nuove modalità con le quali si manifesta il disagio psichico, attraverso la dipendenza da Internet, l’isolamento in casa, l’aggregazione in bande e molte altre forme. È contemporaneamente diminuita la tenuta del sistema familiare e ambientale complessivo, più frammentato e isolato dal contesto e gravato dalla presenza di criticità lavorative ed economiche, in particolare quando è necessario assistere in modo intensivo e prolungato un figlio con patologia psichiatrica grave e/o disabilità complessa. 
Le raccomandazioni relative al MS, alla Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, all’Istituto Superiore di Sanità, sono di strutturare un adeguato sistema di monitoraggio della salute mentale dei bambini e degli adolescenti; di pianificare interventi coordinati di promozione della salute mentale, con particolare attenzione alla sensibilizzazione e formazione dei pediatri di famiglia e degli operatori scolastici, alla prevenzione dei suicidi, dei DCA e di altri analoghi disturbi a elevato impatto; di garantire, attraverso adeguati investimenti di risorse, la presenza omogenea in tutto il territorio nazionale di un sistema integrato di Servizi di Neuropsichiatria Infantile, sia in termini di professionalità che di strutture, in grado di operare in coerente sinergia con pediatri, pedagogisti clinici e altre figure professionali riconosciute, così da garantire i necessari interventi non farmacologici e/o farmacologici e un approccio il più possibile multidisciplinare ai disturbi neuro-psichici dell’infanzia e dell’adolescenza, strutturando inoltre al suo interno Centri di Riferimento per patologie particolarmente rilevanti come DCA, autismo ecc.

Tamburlini G. LA SALUTE NEL 7° RAPPORTO CRC. Medico e Bambino 2014;33:395-6
(accesso libero) 


Il testo integrale del 7° Rapporto può essere scaricato da www.gruppocrc.net

sabato 26 luglio 2014

AN OPEN LETTER FOR THE PEOPLE OF GAZA

An open letter for the people in Gaza

Paola Manduca aEmail AddressIain Chalmers bDerek Summerfield cMads Gilbert dSwee Ang eon behalf of 24 signatories

The Lancet, Early Online Publication, 23 July 2014

doi:10.1016/S0140-6736(14)61044-8


We are doctors and scientists, who spend our lives developing means to care and protect health and lives. We are also informed people; we teach the ethics of our professions, together with the knowledge and practice of it. We all have worked in and known the situation of Gaza for years.
On the basis of our ethics and practice, we are denouncing what we witness in the aggression of Gaza by Israel.

We ask our colleagues, old and young professionals, to denounce this Israeli aggression. We challenge the perversity of a propaganda that justifies the creation of an emergency to masquerade a massacre, a so-called “defensive aggression”. In reality it is a ruthless assault of unlimited duration, extent, and intensity. We wish to report the facts as we see them and their implications on the lives of the people.
We are appalled by the military onslaught on civilians in Gaza under the guise of punishing terrorists. This is the third large scale military assault on Gaza since 2008. Each time the death toll is borne mainly by innocent people in Gaza, especially women and children under the unacceptable pretext of Israel eradicating political parties and resistance to the occupation and siege they impose.
This action also terrifies those who are not directly hit, and wounds the soul, mind, and resilience of the young generation. Our condemnation and disgust are further compounded by the denial and prohibition for Gaza to receive external help and supplies to alleviate the dire circumstances.
The blockade on Gaza has tightened further since last year and this has worsened the toll on Gaza's population. In Gaza, people suffer from hunger, thirst, pollution, shortage of medicines, electricity, and any means to get an income, not only by being bombed and shelled. Power crisis, gasoline shortage, water and food scarcity, sewage outflow and ever decreasing resources are disasters caused directly and indirectly by the siege.1
People in Gaza are resisting this aggression because they want a better and normal life and, even while crying in sorrow, pain, and terror, they reject a temporary truce that does not provide a real chance for a better future. A voice under the attacks in Gaza is that of Um Al Ramlawi who speaks for all in Gaza: “They are killing us all anyway—either a slow death by the siege, or a fast one by military attacks. We have nothing left to lose—we must fight for our rights, or die trying.”2
Gaza has been blockaded by sea and land since 2006. Any individual of Gaza, including fishermen venturing beyond 3 nautical miles of the coast of Gaza, face being shot by the Israeli Navy. No one from Gaza can leave from the only two checkpoints, Erez or Rafah, without special permission from the Israelis and the Egyptians, which is hard to come by for many, if not impossible. People in Gaza are unable to go abroad to study, work, visit families, or do business. Wounded and sick people cannot leave easily to get specialised treatment outside Gaza. Entries of food and medicines into Gaza have been restricted and many essential items for survival are prohibited.3 Before the present assault, medical stock items in Gaza were already at an all time low because of the blockade.3 They have run out now. Likewise, Gaza is unable to export its produce. Agriculture has been severely impaired by the imposition of a buffer zone, and agricultural products cannot be exported due to the blockade. 80% of Gaza's population is dependent on food rations from the UN.
Much of Gaza's buildings and infrastructure had been destroyed during Operation Cast Lead, 2008—09, and building materials have been blockaded so that schools, homes, and institutions cannot be properly rebuilt. Factories destroyed by bombardment have rarely been rebuilt adding unemployment to destitution.
Despite the difficult conditions, the people of Gaza and their political leaders have recently moved to resolve their conflicts “without arms and harm” through the process of reconciliation between factions, their leadership renouncing titles and positions, so that a unity government can be formed abolishing the divisive factional politics operating since 2007. This reconciliation, although accepted by many in the international community, was rejected by Israel. The present Israeli attacks stop this chance of political unity between Gaza and the West Bank and single out a part of the Palestinian society by destroying the lives of people of Gaza. Under the pretext of eliminating terrorism, Israel is trying to destroy the growing Palestinian unity. Among other lies, it is stated that civilians in Gaza are hostages of Hamas whereas the truth is that the Gaza Strip is sealed by the Israelis and Egyptians.
Gaza has been bombed continuously for the past 14 days followed now by invasion on land by tanks and thousands of Israeli troops. More than 60 000 civilians from Northern Gaza were ordered to leave their homes. These internally displaced people have nowhere to go since Central and Southern Gaza are also subjected to heavy artillery bombardment. The whole of Gaza is under attack. The only shelters in Gaza are the schools of the UN Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East (UNRWA), uncertain shelters already targeted during Cast Lead, killing many.
According to Gaza Ministry of Health and UN Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA),1 as of July 21, 149 of the 558 killed in Gaza and 1100 of the 3504 wounded are children. Those buried under the rubble are not counted yet. As we write, the BBC reports of the bombing of another hospital, hitting the intensive care unit and operating theatres, with deaths of patients and staff. There are now fears for the main hospital Al Shifa. Moreover, most people are psychologically traumatised in Gaza. Anyone older than 6 years has already lived through their third military assault by Israel.
The massacre in Gaza spares no one, and includes the disabled and sick in hospitals, children playing on the beach or on the roof top, with a large majority of non-combatants. Hospitals, clinics, ambulances, mosques, schools, and press buildings have all been attacked, with thousands of private homes bombed, clearly directing fire to target whole families killing them within their homes, depriving families of their homes by chasing them out a few minutes before destruction. An entire area was destroyed on July 20, leaving thousands of displaced people homeless, beside wounding hundreds and killing at least 70—this is way beyond the purpose of finding tunnels. None of these are military objectives. These attacks aim to terrorise, wound the soul and the body of the people, and make their life impossible in the future, as well as also demolishing their homes and prohibiting the means to rebuild.
Weaponry known to cause long-term damages on health of the whole population are used; particularly non fragmentation weaponry and hard-head bombs.45 We witnessed targeted weaponry used indiscriminately and on children and we constantly see that so-called intelligent weapons fail to be precise, unless they are deliberately used to destroy innocent lives.
We denounce the myth propagated by Israel that the aggression is done caring about saving civilian lives and children's wellbeing.
Israel's behaviour has insulted our humanity, intelligence, and dignity as well as our professional ethics and efforts. Even those of us who want to go and help are unable to reach Gaza due to the blockade.
This “defensive aggression” of unlimited duration, extent, and intensity must be stopped.
Additionally, should the use of gas be further confirmed, this is unequivocally a war crime for which, before anything else, high sanctions will have to be taken immediately on Israel with cessation of any trade and collaborative agreements with Europe.
As we write, other massacres and threats to the medical personnel in emergency services and denial of entry for international humanitarian convoys are reported.6 We as scientists and doctors cannot keep silent while this crime against humanity continues. We urge readers not to be silent too. Gaza trapped under siege, is being killed by one of the world's largest and most sophisticated modern military machines. The land is poisoned by weapon debris, with consequences for future generations. If those of us capable of speaking up fail to do so and take a stand against this war crime, we are also complicit in the destruction of the lives and homes of 1·8 million people in Gaza.
We register with dismay that only 5% of our Israeli academic colleagues signed an appeal to their government to stop the military operation against Gaza. We are tempted to conclude that with the exception of this 5%, the rest of the Israeli academics are complicit in the massacre and destruction of Gaza. We also see the complicity of our countries in Europe and North America in this massacre and the impotence once again of the international institutions and organisations to stop this massacre

References

1 United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA)Occupied Palestinian Territory: Gaza emergency situation report (as of 21 July 2014, 1500 hrs)http://www.ochaopt.org/documents/ocha_opt_sitrep_22_07_2014.pdf(accessed July 22, 2014).
2 Webb-Pullman JDignity or death—we cannot give up nowhttp://gaza.scoop.ps/2014/07/dignity-or-death-we-cannot-give-up-now/(accessed July 22, 2014).
3 Gilbert MBrief report to UNRWA: The Gaza Health Sector as of June 2014.http://www.unrwa.org/sites/default/files/final_report_-_gaza_health_sector_june-july_2014_-_mads_gilbert_2.pdf(accessed July 22, 2014).
4 Naim AAl Dalies HEl Balawi M, et alBirth defects in Gaza: prevalence, types, familiarity and correlation with environmental factorsInt J Environ Res Public Health 201291732-1747PubMed
5 Manduca PNaim ASignoriello SSpecific association of teratogen and toxicant metals in hair of newborns with congenital birth defects or developmentally premature birth in a cohort of couples with documented parental exposure to military attacks: observational study at Al Shifa Hospital, Gaza, PalestineInt J Environ Res Public Health 2014115208-5223PubMed
6 Ma'an News Agency4 killed, over 50 injured as Israel targets al-Aqsa hospital.http://www.maannews.net/eng/ViewDetails.aspx?ID=715087(accessed July 22, 2014).
a New Weapons Research Group and University of Genoa, Genoa, Italy
b James Lind Library, Oxford, UK
c Institute of Psychiatry, King's College, London, UK
d Clinic of Emergency Medicine, University Hospital of North Norway, Tromso, Norway
e Barts and the Royal London Hospital, London, UK

giovedì 10 luglio 2014

La normativa prescrittiva dell’AIFA sull’uso del protossido di azoto: una richiesta di revisione


Sul numero di Giugno di Medico e Bambino è pubblicata una lettera a nome della Società Italiana di Pediatria; Associazione Culturale Pediatri; Società Italiana Medicina d’Urgenza Pediatrica; Accademia Medica e Infermieristica di Emergenza e Terapia Intensiva Pediatrica, che contesta una recente normativa AIFA che limita di fatto l'uso del protossido di azoto e ossigeno al solo uso in ambito anestesiologico e odontoiatrico. Questo che segue è il testo integrale della lettera

Una recente normativa AIFA limita l’uso della miscela predosata protossido d’azoto e ossigeno al 50% al solo uso in ambito anestesiologico e odontoiatrico, vietandone di fatto l’uso al di fuori di questi contesti specifici. Il testo modificato dell’AIFA (determinazione n. 173, 2014) recita nel seguente modo:  "È rettificata, nei termini che seguono, la Determinazione AIFA n. 1133 del 02/12/2013, pubblicata sulla GU della Repubblica Italiana, Serie generale n. 296 del 18/12/2013, concernente la definizione degli specialisti prescrittori delle confezioni di medicinali contenenti azoto protossido in bombole di peso inferiore o uguale a 20 kg. Gli specialisti in anestesia e rianimazione, gli odontoiatri e gli specialisti in odontoiatria sono indicati quali specialisti prescrittori delle confezioni di medicinali contenenti azoto protossido da solo o in associazione con ossigeno al 50% in bombole di peso inferiore o uguale a 20 kg".

La miscela protossido-ossigeno trova in realtà ampia e consolidata indicazione nella letteratura internazionale al di fuori di questi ambiti (strettamente odontoiatrico e di competenza prescrittiva di anestesisti e rianimatori), e in particolare in ambito di analgo-sedazione in reparti di Pronto Soccorso dell’adulto e del bambino, reparti di degenza di Pediatria, reparti di Ostetricia. Questa esperienza è documentata da anni a livello nazionale dall’uso routinario della miscela in reparti di Pediatria e Pronto Soccorso (PS) pediatrico. L’evidenza accumulata nella letteratura internazionale sulla sicurezza, efficacia e maneggevolezza del protossido di azoto utilizzato da medici (e ostetriche nel Regno Unito e infermiere in Australia e USA) non anestesisti e non dentisti è sostanziale, di alta qualità scientifica, e mostra un profilo di sicurezza e una versatilità d’uso estremamente vantaggiosi, anche rispetto ad altre opzioni farmacologiche disponibili per l’analgo-sedazione. In questo ambito il farmaco è usato da moltissimi anni in tutti i Paesi del mondo occidentale con i più alti standard scientifici, regolatori e assistenziali, solo per citarne alcuni: Regno Unito, Francia, Danimarca, Svezia, USA, Australia. L’evidenza di insufficiente trattamento del dolore (oligoanalgesia), sia procedurale che non procedurale, in ambito di PS pediatrico è concreta e drammaticamente dimostrata da studi epidemiologici nazionali recenti di alto livello metodologico.

In questo contesto assistenziale la miscela protossido-ossigeno rappresenta una opzione terapeutica sostanziale, sia per la grande sicurezza che per la semplicità d’uso che le è propria. Inoltre la letteratura sull’uso del protossido gestito da pediatri ne conferma l’efficacia e l’indicazione non solo in ambito di PS ma in svariati altri contesti: cateterismo venoso centrale e procedure dolorose in bambini oncologici, cateterismo vescicale in diagnostica radiologica, iniezione di tossina botulinica in bambini con deficit cognitivo, incannulamento venoso difficile in reparti di degenza, esami endoscopici, infiltrazione terapeutica in bambini con artrite idiopatica giovanile.
Di fatto, la restrizione di uso di questa terapia (che si traduce in un uso ospedaliero del protossido di azoto da parte esclusivamente di anestesisti, e in uso extraospedaliero da parte di dentisti) priverà i pazienti di una rilevante opzione terapeutica e si tradurrà in concreto in un aumento della oligoanalgesia.

Alla luce della nota AIFA in questione resta difficile inoltre capire come un farmaco che può essere utilizzato in ambito extraospedaliero da un dentista (così recita la nota dell’AIFA del 28/2/2011 in merito all’uso del protossido di azoto in regine exstraospedaliero: “Il protossido di azoto è da decenni ampiamente utilizzato in ambito extraospedaliero, soprattutto in campo odontoiatrico, come analgesico e ansiolitico. Non sono ad oggi state descritte gravi complicanze secondarie al suo utilizzo come analgesico ansiolitico in ambito extraospedaliero”) non possa e non debba essere utilizzato con maggiore vantaggio e sicurezza anche nel contesto di un Pronto Soccorso e/o di un reparto di degenza ospedaliero.

In sostanza le ragioni della limitazione d’uso risultano del tutto incomprensibili in termini scientifici, pratici e deontologici, e l’invito è quello a una sollecita rivalutazione.

Egidio Barbi
IRCCS Materno-Infantile “Burlo Garofolo”, Trieste

Federico Marchetti
Pediatria di Ravenna

Estensori del documento, a nome di:
Società Italiana di Pediatria; Associazione Culturale Pediatri; Società Italiana Medicina d’Urgenza Pediatrica; Accademia Medica e Infermieristica di Emergenza e Terapia Intensiva Pediatrica

giovedì 12 giugno 2014

QUALI SONO LE LEGGENDE – E LE VERITÀ – SULLE VACCINAZIONI?



È compito della sanità pubblica trasferire agli operatori e alla popolazione il messaggio centrale sui vaccini, sulla base di elementi oggettivi e provati scientificamente: l’efficacia contro alcune malattie prevenibili e potenzialmente letali associata a una indiscutibile sostanziale sicurezza. 
A questo fine viene proposto uno strumento informativo pensato per il grande pubblico: le “Domande&Risposte dell’Oms su miti e verità delle vaccinazioni”. A favore di una informazione chiara, accessibile e senza equivoci causati spesso da disinformazione e controinformazione.

1a leggenda
Un miglioramento delle misure igieniche e sanitarie eradicherà le malattie – i vaccini non sono necessari. FALSO
Verità/Dati di fatto
Nel caso in cui si fermassero i programmi vaccinali, le malattie prevenibili con i vaccini tornerebbero.
Anche se un’igiene migliore, il lavaggio delle mani e l’acqua pulita contribuiscono a proteggere dalle malattie infettive, queste malattie si possono diffondere indipendentemente dal livello di igiene. Se le persone non si vaccinassero, in breve tempo comparirebbero di nuovo malattie diventate poco frequenti, come la poliomielite e il morbillo.
2a leggenda
I vaccini si associano a parecchi effetti dannosi a lungo termine ancora sconosciuti. Le vaccinazioni possono essere anche fatali. FALSO
Verità/Dati di fattoI vaccini in uso sono molto sicuri. La maggior parte delle reazioni avverse alle vaccinazioni, per esempio un braccio dolorante o un modesto rialzo febbrile, è in genere lieve e transitoria. Gli eventi gravi sono molto rari e sono attentamente controllati e valutati. È molto più probabile che la salute venga gravemente compromessa da una malattia prevenibile da vaccinazione che dalla vaccinazione stessa. Per esempio, la poliomielite può determinare una paralisi, il morbillo può causare encefalite o cecità, molte malattie prevenibili con i vaccini possono essere fatali. Mentre qualsiasi danno grave o decesso causato dai vaccini riguarda un caso su moltissimi vaccinati, i benefici delle vaccinazioni superano di gran lunga il rischio e in assenza dei vaccini i danni o i decessi causati dalle malattie prevenibili sarebbero molti di più.
3a leggenda
Il vaccino combinato contro difterite, tetano e pertosse e il vaccino contro la poliomielite sono responsabili della SIDS (Sudden infant death syndrome, sindrome della morte in culla).FALSO
Verità/Dati di fattoNon esiste alcun nesso di causalità tra la somministrazione dei vaccini e la SIDS. Peraltro queste vaccinazioni vengono praticate in un momento della vita in cui i [alcuni] bambini possono andare incontro alla SIDS. In altre parole, esiste una coincidenza temporale tra vaccinazioni e SIDS, che si sarebbe verificata anche se non fossero state somministrate le vaccinazioni. È importante ricordare che queste quattro malattie sono potenzialmente rischiose per la vita e i bambini non vaccinati corrono un rischio grave di morte o di grave disabilità.
4a leggenda
Nel mio Paese, le malattie prevenibili con i vaccini sono quasi eradicate, per cui non c’è motivo per sottoporsi alle vaccinazioni. FALSO
Verità/Dati di fatto
Anche se le malattie prevenibili con i vaccini sono diventate poco frequenti in molti Paesi, gli agenti infettivi che le causano continuano a circolare in alcune parti del mondo. In un mondo globalizzato, questi agenti possono attraversare i confini geografici e infettare chiunque non sia protetto. Nell’Europa occidentale, per esempio, a partire dal 2005 si sono verificati focolai di morbillo in popolazioni non vaccinate in Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Spagna e Svizzera. Quindi, le due ragioni fondamentali per sottoporsi alle vaccinazioni sono la protezione individuale e quella collettiva. Il successo dei programmi vaccinali, così come il successo della società, dipendono dalla cooperazione di ogni individuo al fine di assicurare il bene di tutti. Per fermare il contagio di una malattia, non ci si deve affidare solamente alle persone che si hanno intorno, ma si deve fare in prima persona quanto è possibile.
5a leggenda
Le malattie infantili prevenibili con i vaccini sono solo un fatto negativo che fa parte della vita. FALSO
Verità/Dati di fatto
Le malattie prevenibili con i vaccini non devono essere “fatti della vita”. Malattie come il morbillo, la parotite e la rosolia sono gravi e possono causare, in adulti e bambini, complicazioni serie come polmonite, encefalite, cecità, diarrea, infezioni dell’orecchio, sindrome da rosolia congenita (se una donna contrae la rosolia nelle prime fasi della gravidanza) e morte. Tutte queste malattie e le conseguenze negative possono essere evitate con i vaccini. La mancata vaccinazione contro queste malattie mette i bambini in uno stato di vulnerabilità evitabile.
6a leggenda
Somministrare a un bambino più di un vaccino alla volta può aumentare il rischio di eventi avversi pericolosi, che possono sovraccaricare il suo sistema immunitario. FALSO
Verità/Dati di fatto
Le prove scientifiche mostrano che somministrare più vaccini nello stesso momento non determina effetti negativi per il sistema immunitario del bambino. Ogni giorno i bambini sono esposti a parecchie centinaia di sostanze estranee che suscitano una risposta immunitaria. Il semplice fatto di mangiare gli alimenti introduce nell’organismo nuovi antigeni, e numerosi batteri vivono nella bocca e nel naso. Un bambino è esposto a molti più antigeni quando contrae un comune raffreddore o mal di gola che da parte dei vaccini. I principali vantaggi del ricevere più vaccini in una volta sola stanno nella riduzione degli accessi ai servizi di vaccinazione, con risparmio di tempo e di denaro, e con una maggiore probabilità che venga completato il ciclo vaccinale raccomandato. Inoltre, la disponibilità di vaccini combinati, come nel caso di morbillo, parotite, rosolia, implica anche meno iniezioni.
7a leggenda
L’influenza è solo un disturbo e il vaccino non è molto efficace. FALSO
Verità/Dati di fatto
L’influenza è molto più che un disagio. È una malattia talvolta grave responsabile di 300.000-500.000 morti ogni anno nel mondo. Hanno un rischio più elevato di infezione grave o di decesso le donne in gravidanza, i bambini piccoli, gli anziani già debilitati e tutte le persone con una malattia cronica come l’asma o una cardiopatia. Vaccinare le donne in gravidanza fornisce il beneficio aggiuntivo di proteggere i neonati (al momento non è disponibile alcun vaccino per bambini sotto i 6 mesi). La vaccinazione antinfluenzale conferisce un’immunità contro i tre ceppi più diffusi circolanti in ogni singola stagione. Rappresenta il modo migliore per ridurre la probabilità di malattia grave e di contagio. Prevenire l’influenza significa evitare costi sanitari aggiuntivi e mancati guadagni dovuti a giorni perduti a scuola o al lavoro.
8a leggenda
È meglio essere immunizzati dalla malattia che dai vaccini. FALSO
Verità/Dati di fatto
I vaccini interagiscono con il sistema immunitario in modo da produrre una risposta immune simile a quella evocata dalle infezioni naturali, ma non determinano la malattia né espongono le persone al rischio di potenziali complicazioni.
D’altra parte il prezzo pagato per acquisire l’immunità attraverso l’infezione naturale può consistere in ritardo mentale nel caso dell’infezione da Haemophilus influenzae di tipo b, in difetti congeniti per quanto riguarda la rosolia, in cancro del fegato per il virus dell’epatite B, nel decesso nel caso del morbillo.
9a leggenda
I vaccini contengono mercurio che è pericoloso. FALSO
Verità/Dati di fatto
Il tiomersale è un composto organico contenente mercurio, aggiunto ad alcuni vaccini come conservante. È il conservante di più largo impiego per i vaccini forniti in contenitori multi-dose. Non ci sono prove che la quantità di tiomersale utilizzata nei vaccini comporti rischi per la salute. In Italia nei programmi estesi di vaccinazione routinaria sono utilizzati vaccini che non contengono tiomersale.
10a leggenda
I vaccini sono responsabili dell’autismo. FALSO
Verità/Dati di fatto
Lo studio del 1998 che ha lanciato l’allarme su una possibile associazione tra il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia MPR (measles-mumps-rubella, MMR) e autismo è stato giudicato a posteriori gravemente fallace, tanto che l’articolo è stato ritirato dalla rivista che l’aveva pubblicato. Purtroppo, la sua pubblicazione aveva generato un tale panico da condurre a un calo delle coperture vaccinali e di conseguenza a epidemie di queste malattie. Non c’è comunque prova di un legame tra vaccino MPR e autismo o disturbi dello spettro autistico.
News Box- Medico e Bambino
Medico e Bambino 2014;33:289-290 
a cura di Federico Marchetti
Fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
“What are some of the myths – and facts – about vaccination?”, Aprile 2013
Traduzione della Redazione di Epicentro
“Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica” a cura del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute

sabato 7 giugno 2014

INTERVENTI PRECOCI PER LO SVILUPPO DEL BAMBINO


Il concetto di early childhood development (ECD) risale alla fine degli anni ’80 ma si è imposto all’attenzione generale a partire dalla fine degli anni ’90. Se la sua traduzione letterale è “sviluppo precoce del bambino”, il suo significato operativo è “interventi precoci per lo sviluppo del bambino”. Il concetto di base dell’ECD è che lo sviluppo neurologico e quindi psicologico del bambino non è automatico, ma avviene in risposta a stimoli sociali e interpersonali. Questi stimoli, e quindi le azioni e le situazioni che ne creano i presupposti, influenzano numero, direzione e stabilità delle connessioni sinaptiche e quindi lo sviluppo delle reti neurali che sono alla base delle diverse competenze del bambino, delle interazioni tra queste e della sua capacità di apprendere. 

Sono questi i presupposti dell'articolo pubblicato sul numero di Aprile dellla rivista "Medico e Bambino" dal titolo "Interventi precoci dello sviluppo del bambino: Razionale, evidenze, buone pratiche", a firma di Giorgio Tamburlini.

Si tratta di una visione di insieme dei concetti base dell’early childhood development e delle pratiche che lo supportano e un forte richiamo affinché la pediatria nel suo insieme comprenda l’importanza degli interventi precoci e il proprio ruolo nel sostenerli e realizzarli. 

Interventi effettuati in età molto precoce, a partire dal periodo pre e periconcezionale - attuati supportando direttamente o indirettamente le risorse, le competenze e la salute dei genitori - sono in grado di migliorare le opportunità di sviluppo ottimale e di ridurre al tempo stesso le esposizioni a fattori negativi, con effetti benefici sui bambini e sulla società intera.
I servizi e gli operatori a contatto con i genitori, e in primo luogo i pediatri, possono svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere buone pratiche per le quali vi è evidenza di efficacia sullo sviluppo precoce del bambino.
C’è molto che si può fare quindi, con poche risorse necessarie se non quelle che si mettono in campo come professionisti, per contribuire a una missione tra le più importanti: quella di offrire una buona partenza a tutti i bambini, offrendo informazioni, supporto e guida ai loro genitori.  “La più grande sfida del nostro tempo non riguarda il lavoro, né la democrazia, né l’ambiente, ma il modo in cui i genitori si relazionano ai propri figli, perché da questo dipende in buona parte tutto il resto".

G. Tamburlini
Medico e Bambino 2014;33:232-239 

mercoledì 4 giugno 2014

SANITA' E DISINFORMAZIONE: IL CASO DEL VACCINO CONTRO IL MORBILLO


Questo che segue è l'inizio di un bellissimo articolo pubblicato il 31 Maggio sulla "Stampa" a firma di Elena Cattaneo, senatrice a vita, scienziata e docente all’Università di Milano, Gilberto Corbellini, storico e filosofo della medicina all’Università la Sapienza e Michele De Luca, professore di biochimica all’Università di Modena e Reggio Emilia in merito alla trasmissione "Le Iene" che questa volta si è occupata in modo indegno delle vaccinazioni e dei possibili rischi.

"Siamo cittadini italiani di una generazione che ha epigeneticamente introiettato la tolleranza, ma non troviamo un argomento etico valido per giustificare coloro che gettano benzina sul fuoco della sofferenza causata da gravissime malattie, per generare conflitti tra malati, scienziati, medici e politici. In sostanza, tra scienza e società. Stiamo parlano degli autori e realizzatori del programma «Le Iene». Dopo aver «pubblicizzato e dato luce» all’imbroglio di Stamina, coinvolgendo pazienti con gravi patologie neurodegenerative, il programma di Davide Parenti si è lanciato nell’esplorazione di tutte le possibili operazioni di disinformazione ai danni dei malati che fossero mediaticamente appetibili. Occorre una buona dose di malvagità, malevolenza, narcisismo, assenza di vergogna, etc. per perseguire così insistentemente nell’opera di aggravare le sofferenze altrui. E’ per questo, anche, che non troviamo argomenti validi per evitare di sollevare un problema che Davide Parenti e i suoi hanno già provato a far passare, cosa che non è, come la richiesta di un bavaglio alla loro libertà di espressione. Infatti, vediamo cosa stanno facendo, ancora, costoro...."

L'Associazione Culturale Pediatri su questa vicenda scrive una lettera alla cortese attenzione 

del Ministro della Salute, On. Beatrice Lorenzin,
del Garante per l’Infanzia, Dott Vincenzo Spadafora,
del Comitato Applicazione Codice Media e Minori, Ministero Sviluppo Economico


Questo il testo della lettera che, come rivista Medico e Bambino, condividiamo pienamente:

L’Associazione Culturale Pediatri segnala alla Vostra attenzione la grave opera di disinformazione sanitaria attuata dal servizio della trasmissione tv LE IENE – a firma della “iena” Matteo Viviani – andato in onda il 28 maggio u.s.
Prendendo spunto dalla situazione di due famiglie con figli portatori di gravi handicap, si parlava di indennizzi ricevuti in un caso e disattesi nell’altro, rispetto a danni causati dalle vaccinazioni obbligatorie.
I due adolescenti sono infatti affetti uno da autismo e l’altro da paralisi cerebrale infantile. Il messaggio durante il servizio era chiaro: i vaccini possono causare autismo e paralisi cerebrale.
Tuttavia, non è stata esibita alcuna prova di causalità se non, in un caso il giudizio (solamente riferito e non in prima persona) effettuato da un medico primario e, nel secondo della commissione di un tribunale militare. La trasmissione Le Iene, in particolare, si è già fatta attiva promotrice di campagne, con servizi tv di dubbia eticità, a supporto di iniziative sconfessate dalla comunità scientifica, con pesanti risvolti giudiziari, il caso STAMINA su tutte.
Chiediamo alle istituzioni competenti di voler intervenire affinché chiunque tratti argomenti così complessi lo faccia con responsabilità, rigore scientifico e moderazione e soprattutto nel reale interesse generale e non per scopi sensazionalistici.
Ricordiamo infatti che l’unica connessione dimostrata tra le vaccinazioni e un esito di Paralisi cerebrale infantile e di Disturbo pervasivo dello sviluppo è quella temporale. 
La letteratura scientifica internazionale ci informa che il momento in cui si verifica il danno che porterà all’autismo si colloca nella fase prenatale dello sviluppo cerebrale e, dunque, in qualità di medici pediatri a contatto giornaliero nei nostri ospedali e nei nostri ambulatori con bambini affetti da ogni tipo di patologia, vogliamo ribadire con convinzione che:
- la “Sindrome autistica postvaccinale” non esiste, è un falso storico, poiché si tratta di una “diagnosi” formulata in modo
subdolo e scorretto basata solamente su un rapporto temporale e non su un dimostrato rapporto di causa-effetto. L’autismo si manifesta a due-tre anni, quindi dopo la vaccinazione MPR effettuata, come noto, a 13-15 mesi, questo è il fondamento della pseudo diagnosi.
Servizi sui mass media come quello delle Iene rappresentano, a nostro avviso, un grave atto di arbitrario intervento contro la sanità pubblica perché creano allarmismi nelle famiglie, producendo inevitabilmente il risultato di allontanare i genitori dalle vaccinazioni. Non ci stancheremo mai di ribadire che con la riduzione delle coperture vaccinali aumenteranno le malattie con le loro complicanze, oggi prevenute proprio dai vaccini.
Vogliamo dire agli autori del servizio TV e a chi si occupa nel mondo dell’informazione di temi così delicati, che è doveroso approfondire adeguatamente la materia trattata, coinvolgendo nell’analisi scienziati indipendenti in grado di fornire risposte significative, realmente utili per le famiglie.
Non si può seminare ancora, e in maniera superficiale, il dubbio che i vaccini siano dannosi. 
Grazie alle vaccinazioni di massa la mortalità infantile nel nostro Paese è stata quasi azzerata, e in particolare nel caso del vaccino Morbillo-Rosolia–Parotite, chi si occupa di informazione deve considerare e approfondire lo scenario che si realizzerebbe con il ritorno di una malattia dagli esiti invalidanti dimostrati per un bambino su mille come il morbillo.
Certi di aver stimolato la vostra sensibilità su un tema così importante per la salute dei più indifesi tra i cittadini, inviamo i nostri più cari saluti.
Dr. Paolo Siani, presidente ACP
Dr. Rosario Cavallo, responsabile ACP Gruppo Vaccini

sabato 31 maggio 2014

Comunicazione e crescita: un dialogo a tre




Sul numero di Aprile Medico e Bambino riporta, nella rubrica "Oltre lo Specchio", un bellissimo contributo che è stato già pubblicato sulla Rivista nel 2004. È un confronto straordinario fra tre grandi Maestri della pediatria e dopo 10 anni è ancora attualissimo.

"Esercitare la pediatria, prendere in carico il bambino, comunicare con i suoi genitori e poi, sempre più, con il bambino stesso e, via via, con l’adolescente, significa svolgere anche un ruolo di cultura. Poche discipline mediche come la pediatria si radicano e si irradiano nella cultura della salute che serve alla società dei genitori e dei bambini. Nessuna disciplina più della pediatria è in osmosi culturale con la genetica e le scienze umane (e bioetica), con l’epidemiologia e la statistica. Se le nostre autorità politiche fossero aperte e sensibili a questi problemi non dovrebbero far fatica a capire che nessuna categoria di medici più di quella dei pediatri è in grado di produrre cultura della salute per la società."

E' l' ulteriore ricordo di due grandi maestri della Pediatria italiana: il prof Franco Panizon e il Prof Giuseppe Roberto Burgio.

Burgio GR, Notarangelo LD, Panizon F
Comunicazione e crescita: un dialogo a tre
Medico e Bambino 2014;33(4):264-268


domenica 6 aprile 2014

Ancora 128 punti nascita con meno di 500 parti all'anno


Sono quasi 40mila i parti che avvengono ogni anno in 128 punti nascita che non dovrebbero più essere in attività. Alcuni non arrivano neanche a 20 parti all’anno.

L’Accordo Stato-Regioni del dicembre 2010 ha previsto la messa in sicurezza dei punti nascita prevedendo la chiusura di quelli in cui si effettuano meno di 500 parti all’anno. Un fenomeno - evidenziato dai dati del Piano Nazionale Esiti (PNE) dell’Agenas, aggiornati a dicembre 2012 - che è ancora presente e che coinvolge ben diciotto Regioni su ventuno.

A livello nazionale, sono ancora 128 le strutture che effettuano meno di 500 parti all’anno. In testa alla graduatoria per il minor numero di parti in un anno c’è il Presidio Ospedaliero di Lipari (in provincia di Messina) che ne effettua 12; a seguire, sempre in Sicilia, si trova con 14 parti il Presidio Ospedaliero “Suor Cecilia Basarocco” (nel Nisseno); seguono l’Ospedale “Tiberio Evoli-Melito P.S.” di Reggio Calabria e la Casa di cura “Villa delle Margherite” di Napoli, entrambi con 17 parti/anno.
Il fenomeno coinvolge quasi tutte le Regioni, ma a fare la parte del leone è la Campania con 21 strutture che effettuano meno di 500 parti all’anno, al secondo posto c’è la Sicilia con 19, seguono la Puglia e il Lazio con 10 strutture e Lombardia e Sardegna con 9 (vedi Tabella).

Se analizziamo i dati dal punto di vista del numero dei parti, su un totale di 538.600 eventi nascita registrati dal PNE, ne risultano 39.430 (pari al 7,3% del totale) effettuati ancora nelle strutture che, secondo il citato accordo del dicembre 2010, si sarebbero dovute chiudere o mettere in sicurezza.


ANCORA 128 PUNTI NASCITA CON MENO DI 500 PARTI ALL'ANNO. 
Medico e Bambino 2014;33:155-156 
http://www.medicoebambino.com/?id=1403_155.pdf
a cura di Federico Marchetti

domenica 9 febbraio 2014

La pediatria sulla grande stampa 2013

Eccoci dunque all’annuale appuntamento. Mi domando sempre se è il caso di continuare, se può effettivamente interessare a qualcuno questa annuale revisione di come “esce” la pediatria sulle grandi riviste mediche. Ma poiché ogni anno mi sembra di ricavare qualcosa di buono da queste letture (quanto meno uno stimolo per qualche riflessione in più sul lavoro del pediatra e sulla salute dei bambini e una piccola carica di entusiasmo), non posso rinunciare al piacere di condividere con voi questi sentimenti attraverso la consueta raccolta di sintetiche recensioni.
Si è senz’altro allargato lo spazio dato alla salute globale (alla salute del bambino nel mondo), argomento sempre molto trattato sul Lancet, forse un po’ troppo lontano dai problemi del nostro lavoro quotidiano ma che costituisce senz’altro uno stimolo a volare alti con i pensieri e l’opera. Ma ci sono anche molti casi clinici (dal NEJM, dal Lancet, da JAMA, dal BMJ, ognuno presentato con lo stile della rivista): delle vere e proprie sintetiche lezioni (facili da fissare nella memoria perché sostenute dalla forza dell’aneddoto) su problemi, più o meno rari, che potremmo trovarci ad affrontare proprio domani mattina. Ci sono le novità e i veri avanzamenti in campo diagnostico e terapeutico (qui prevale il NEJM ma anche JAMA e Lancet fanno la loro parte): pochi, pochissimi, ma che ci fanno tutti capire quanto possano essere straordinari i risultati della ricerca qualora ci si mantenga fedeli, senza deroghe, al rigore metodologico e scientifico. Ci sono anche brevi messe a punto, tanto schematiche quanto pratiche (qui è il BMJ a fare la parte del leone). Insomma c’è proprio un po’ tutta la pediatria che è uscita nel 2013 sulla grande stampa medica, su quelle riviste che, appunto, tracciano e conservano dentro di loro la storia della medicina. Spero che la lettura di questo “speciale” (lettura che vi consiglio di fare a piccole dosi, magari conservando il fascicolo appoggiato sulla lavatrice del vostro bagno preferito…) possa esservi utile, interessarvi almeno un po’ e magari anche divertirvi. A sperare non si fa peccato. Buon anno a tutti!

Alessandro Ventura
Clinica Pediatrica, IRCCS Burlo Garofolo, Università di Trieste



 Ventura A La pediatria sulla grande stampa 2013Medico e Bambino 2013;32:1311-1311