sabato 24 aprile 2010

La rubrica "Domande e Risposte" di Medico e Bambino




"Domande e Risposte" è una delle rubriche storiche di Medico e Bambino, tra le più apprezzate dagli affezionati lettori della rivista.

E' curata da Giorgio Longo, della Clinica Pediatrica dell'IRCCS Burlo Garofolo di Trieste. Le vostre domande posso essere inviate a: longog@burlo.trieste.it o alla redazione della rivista: redazione@medicoebambino.com

Riportiamo una delle domande con la relativa risposta pubblicata sul numero di Aprile di Medico e Bambino

Esiste ancora uno spazio per il coprimaterasso-copricuscino per il bambino affetto da dermatite atopica? Oppure anche per questo basta curare la sua pelle col cortisonico topico in modo da far entrare il meno possibile gli allergeni dell’acaro attraverso la cute? Ma il bambino con dermatite atopica può comunque far entrare l’acaro se non dalla pelle (ammesso che anche da lì entri) dall’albero respiratorio? In altre parole, il coprimaterasso può evitare che il bambino si sensibilizzi e che possa poi sviluppare un asma allergico all’acaro o no?
dott. Angelo Adorni
Pediatra di famiglia, Collecchio (Parma)



Giustamente, come Lei ricorda, curare bene la dermatite è la cosa più importante e prioritaria. Detto questo, la profilassi con coprimaterasso e copricuscino (se fatta con i materiali giusti, ci sono tanti coprimaterassi in commercio di scarsa o nulla efficacia e alcuni si sono dimostrati habitat ideali per gli acari) va certamente fatta per molti motivi: l) l’acaro ha una dimostrata azione patogenetica diretta (proteasi che rompono la barriera cutanea e azione sensibilizzante); 2) il bambino con dermatite atopica, specie se allergico all’uovo, ha una grande probabilità di diventare allergico agli acari; 3) un’alta concentrazione ambientale di acari nei primi anni di vita si è dimostrata correlare con un più marcato deficit ostruttivo nei parametri spirometrici all’età di 6 anni.

giovedì 22 aprile 2010

La gestione delle convulsioni febbrili con riferimento all'uso dei farmaci antipiretici: la proposta di uno studio collaborativo tramite questionario



Medico e Bambino si è occupato recentemente del problema dell'uso degli antipiretici per la prevenzione delle convulsioni febbrili: Tornese G, Bua J, Simeone G, Marchetti F. Antipiretici e convulsioni febbrili: qualcosa di nuovo? Medico e Bambino 2009;28(10):657-660

Vogliamo segnalarvi questa iniziativa di studio molto semplice ed anche a nostro avviso opportuna sulla "Gestione delle convulsioni febbrili con particolare riferimento all’utilizzo degli antipiretici: attitudini di comportamento degli operatori sanitari"
E' promosso dall'Associazione Culturale Pediatri (ACP), dalla Clinica Pediatrica dell'Ospedale per l'Infanzia Burlo Garofolo di Trieste e dalla Società Italiana di Scienze Infermieristiche Pediatriche (SISIP).
Lo studio ha l'obiettivo di verificare lo stato attuale dei comportamenti da parte del personale sanitario (sia medici che infermieri) sulle convulsioni febbrili del bambino, e le eventuali difformità rispetto alle evidenze e alle linee guida disponibili, su cui agire poi tramite apposite campagne di informazione. I dati che ne scaturiranno saranno quindi di grande importanza per migliorare la qualità dell'assistenza prestata.

Per partecipare allo studio, è sufficiente leggere un brevissimo scenario clinico e rispondere ad un questionario online di 5 semplici domande. La compilazione richiede due minuti.
I questionari sono anonimi ed i dati verranno trattati e divulgati in modo aggregato.
Il buon successo dello studio dipende da un elevato numero di partecipanti.

Per partecipare allo studio, andate direttamente al seguente indirizzo:
http://www.farnt.unito.it/trinchero/qgen/richiama.asp?codice=CONVFEB

oppure visitando il sito www.acp.it o www.sisip.it

Per compilare il questionario, si richiede di inserire nella prima finestra il seguente codice: CONVFEB10

Divulgate il più possibile questa iniziativa tra i colleghi infermieri di area pediatrica e tra i pediatri con cui siete in contatto.

martedì 20 aprile 2010

Il Supplemento di Medico e Bambino: la pediatria sulla grande stampa



Medico e Bambino pubblica il suo Supplemento modificato nella struttura. E' curato dal Prof Alessandro Ventura, della Clinica Pediatrica dell'IRCCS Burlo Garofolo di Trieste. Segue la Sua introduzione al lavoro di selezione e sintesi di quelle che è la storia della pediatria pubblicata nella "Grande Stampa" internazionale durante l'anno 2009. Da non perdere

Attraverso le pagine delle grandi riviste mediche, come il “New England Journal of Medicine”, il “Lancet” e il “British Medical Journal”, passa tutta la storia della medicina e, nei fatti, anche tutta la storia della pediatria. Tant’è vero che, come pediatri, ben sappiamo che nessuna nuova acquisizione teorica o pratica può considerarsi realmente validata e meritevole di essere ricordata se in qualche maniera non è passata al vaglio di queste riviste (come prodotto di uno studio originale, come filo conduttore in una revisione sistematica, come elemento rimarcato in un editoriale o anche nella discussione di un caso clinico proposto in maniera esemplificativa e didattica). È per questa ragione (oltre che perché mi viene più facile in quanto “addicted” alla lettura di queste tre riviste) che ho pensato di modificare un po’ la struttura del supplemento di “Medico e Bambino” classicamente dedicato alle “novità in pediatria”, trasformandolo in un ripetitore (una sintesi) di tutto ciò che di pediatrico è uscito durante l’anno sul NEJM, sul Lancet e sul BMJ: la pediatria sulla grande stampa, appunto. Non è poi un cambiamento così grande, considerato che molte novità riportate negli anni scorsi dal prof. Panizon prendevano spunto da articoli usciti su queste tre riviste. È solo una accentuazione della tendenza. Rinnovamento nella tradizione, direbbe un politico. Nel fascicoletto di questo anno troverete sicuramente molte cose che conoscevate già perché anticipate nel recente passato da studi pubblicati su altre riviste e magari anche già riportate sulla pagina gialla. Se sarà così, avrete l’occasione per un breve ripasso, ma soprattutto potrete avere la certezza che si tratta di conoscenze consolidate, da tenere strette. Se troverete qualche novità apparentemente astrusa o troppo lontana dalla realtà e di lettura un po’ ostica (come ad esempio qualche segnalazione dal NEJM riguardante la definizione genetico-molecolare di alcune malattie), provate comunque a lasciarvi incuriosire. Si tratta spesso di spunti che aiutano a comprendere gli obiettivi che la medicina di oggi si può (deve?) dare, specie per quanto riguarda la comprensione delle malattie e la personalizzazione delle cure. Se vi pare poi che alla perinatologia o agli studi di prevenzione o ai problemi di salute dei bambini dei Paesi poveri o ai problemi del tipo“bambino e società” sia dato troppo spazio rispetto ai temi che potrebbero interessarvi maggiormente per la pratica clinica quotidiana, beh possiamo anche essere d’accordo. Ma si tratta anche di prendere atto che di questi argomenti (cui il Lancet e il BMJ in particolare dedicano larghissimo spazio) almeno un po’ dovremmo sapere. In particolare se, come pediatri, pensiamo di poter avere nella società anche il ruolo di chi contribuisce a indirizzare le scelte e gli investimenti (della politica, della medicina, dei singoli medici) verso le determinanti reali della salute dei bambini (di tutti i bambini). Naturalmente qualche novità immediatamente fruibile ci sarà. Poche in verità. Ma del resto, come ci ha sempre fatto notare anche il prof. Panizon, le novità pratiche importanti sono state poche ogni anno. Meglio così. Meglio procedere lentamente. Piuttosto che “stare dietro a tutto” con l’angoscia di perdere l’ultima novità, meglio provare a semplificarsi la vita scegliendo di leggere solo quella stampa che ci aiuta a capire cosa è veramente importante e cosa no. “Medico e Bambino” appunto. E poi... il New England, il Lancet, il BMJ.

Alessandro Ventura

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