lunedì 4 febbraio 2019

La Pediatria sulla Grande Stampa 2018


La letteratura pediatrica, specie quella autorevole, quella sulla “grande stampa”, continua a lanciare messaggi forti che richiamano l’attenzione sul problema degli adolescenti e della loro difficoltà di stare al mondo e del continuo aumento del disagio psico-sociale nel bambino più in generale. Se ne parla sempre di più (e questo è un bene e ci motiva a farcene carico, a considerare tutto questo parte importante e inderogabile del nostro mestiere, a condividere problemi e ricerca delle soluzioni), ma in concreto si agisce poco. E l’adolescente rimane ancora abbandonato a vagare inascoltato e abbandonato in una terra di nessuno: tra una Pediatria che non si getta ancora nella mischia con la buona volontà (l’onestà?) e la consapevolezza che il suo ruolo comporta e la Medicina dell’adulto che ignora: ignora tutto, sul piano scientifico, sul piano assistenziale, sul piano della solidarietà e su quello delle priorità di investimenti. La Pediatria, certo, continua a essere anche il teatro di grandi innovazioni, scoperte, progressi che fanno bene a tutta la Medicina: avanzamenti della ricerca e delle conoscenze sulle basi molecolari delle malattie che anche quest’anno hanno trovato una traduzione inaspettata quanto entusiasmante sul piano delle terapie. Ma poi, nel lavoro di ogni giorno, c’è ancora la pratica delle piccole-grandi cose, dei piccoli grandi casi (spesso indimenticabili). Di cui anche la “grande stampa” non può fare a meno e della cui varietà e peculiarità non ho potuto rinunciare a dare qualche esempio anche sullo speciale di quest’anno. Buona lettura, se ne avete voglia. Con leggerezza, mi raccomando.

a cura di Alessandro Ventura
Professore Emerito di Pediatria, Università di Trieste

Leggi il numero speciale per intero.

venerdì 1 febbraio 2019

Medico e Bambino - Gennaio 2019




Cure palliative e terapia del dolore: rapporto al Parlamento sui dati 2015-2017


Il Ministro ha inviato al Parlamento il Rapporto sullo stato di attuazione della legge n. 38 del 15 marzo 2010 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” – 2015-2017. A otto anni dalla pubblicazione della legge 38/2010, il Rapporto descrive lo stato di attuazione della legge, i traguardi raggiunti e le criticità ancora presenti.

Il quadro che ne scaturisce è caratterizzato da luci e ombre: difatti, di fronte ad un miglioramento della qualità e dell’offerta assistenziale per le cure palliative in regime residenziale e domiciliare e allo sviluppo delle reti regionali e locali di cure palliative e di terapia del dolore, persistono forti disomogeneità regionali sulle caratteristiche e sulla tipologia dell’assistenza offerta nei vari setting assistenziali.

In cifre
Nel triennio dal 2015 al 2017, il numero di hospice sul territorio nazionale ha raggiunto il totale di 240 strutture (erano 231 nel 2014) mentre il numero dei posti letto risulta di 2.777 (226 posti letto in più rispetto al 2014).
A livello nazionale, nell’anno 2017, risulta una carenza di 244 posti letto in hospice ma, come sempre, la situazione appare fortemente disomogenea, con Regioni in surplus (Lombardia, Emilia Romagna, Lazio) e Regioni in grave deficit (Piemonte, Toscana, Campania, Sicilia).
A distanza di circa 20 anni dalla legge n. 39/1999, che ha stanziato 206 milioni di euro per la costruzione degli hospice e l’organizzazione delle reti assistenziali, risulta utilizzato dalle Regioni il 94 per cento delle risorse.
Nel triennio dal 2015 al 2017, l’andamento percentuale della durata dei tempi di attesa tra la ricezione della ricetta del medico curante e la presa in carico del paziente in hospice conferma percentuali elevate di ricoveri con tempi di attesa inferiori ai 2 giorni, seguite da quelle dei ricoveri con tempi di attesa da 4 a 7 giorni.
Nel 2017, il numero totale di pazienti assistiti a domicilio ha raggiunto le 40.849 unità. Rispetto all’anno 2014 si registra un aumento del numero totale di pazienti assistiti pari al 32,19% per un totale di 326 mila giornate di cure palliative erogate a domicilio. Nonostante l’incremento rilevante, il numero di giornate di cure palliative erogate a domicilio resta assai distante dallo standard individuato dal DM n. 43 del 2007.
Ad oggi, l’unica informazione significativa sulla terapia del dolore attiene al consumo territoriale di farmaci oppioidi, che ammonta nel 2017 a più di 16 miliardi di dosi, 1,6% in più rispetto al 2016.

Traguardi
I principali traguardi raggiunti in questi anni sono:

- la definizione degli adempimenti regionali per l’accreditamento delle strutture sanitarie di cure palliative (Intesa Stato-Regioni del 15 febbraio 2015);
- il riconoscimento dell’esperienza triennale in cure palliative per i medici non in possesso di specializzazione, ai fini della certificazione professionale (decreto ministeriale del 4 giugno 2015), e l’aggiornamento dei LEA per quanto concerne le cure palliative, descritte nei diversi setting assistenziali (domicilio, hospice, ospedale) in cinque diversi articoli del DPCM 12 gennaio 2017 di aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).

Criticità
Le criticità evidenziate nel rapporto riguardano lo sviluppo ancora molto disomogeneo delle reti locali di cure palliative e l’adozione di modelli organizzativi e percorsi assistenziali di presa in carico del paziente difformi tra le diverse Regioni; anche l’offerta formativa in cure palliative per gli operatori sanitari è ancora insufficiente e particolarmente critica risulta la situazione delle Reti di cure palliative e terapia del dolore pediatriche.

Consulta il Rapporto per esteso
(data Pubblicazione 31 Gennaio)