lunedì 5 luglio 2010

La gestione delle convulsioni febbrili: le conoscenze degli operatori sanitari


La gestione del bambino con convulsioni febbrili (CF) risulta essere relativamente semplice, alla luce di quelle che sono le conoscenze prodotte nel corso degli anni.
Le Linee Guida pubblicate recentemente in letteratura suggeriscono in modo chiaro e con alti livelli di evidenza alcuni aspetti di conoscenza e di gestione delle CF, con particolare riferimento alla loro incidenza e ricorrenza, all’utilizzo dei clismi di diazepam in corso di crisi, alla inefficacia dei farmaci antipiretici nel prevenire la ricorrenza delle CF ed al ricorso o meno all’esame elettroencefalografico (EEG).

La forza delle evidenze disponibili ha suggerito l’opportunità di verificare lo stato attuale delle conoscenze e dei comportamenti da parte del personale sanitario (pediatri ospedalieri (PO), pediatri di libera scelta (PLS), specializzandi in pediatria (SP), infermieri pediatrici o di area pediatrica (IP)) in merito alle CF e le eventuali difformità su cui agire tramite apposite campagne di informazione.

L'iniziativa, a partire da uno scenario clinico pubblicato on-line (bambina di 1 anno e mezzo con primo episodio di CF semplice), è stata promossa dall'Associazione Culturale Pediatri, dalla Società Italiana di Scienze Infermieristiche Pediatriche e dalla Clinica Pediatrica dell'Istituto per l'Infanzia Burlo Garofolo di Trieste.

I risultati dello studio sono molto interessanti e li riportiamo dall'abstract del rapporto:

Risultati: Hanno risposto al questionario 1025 operatori sanitari, di cui 162 PO, 604 PLS, 92 SP, 167 IP.
L’incidenza delle CF, pari al 3-5%, è stata indicata correttamente dal 64% degli operatori (41% per gli IP; 71% per i PLS); la probabilità di ricorrenza di un nuovo episodio di CF, stimata al 20-30%, è stata indicata correttamente dal 58% degli operatori (47% per gli IP, 64% per gli SP). Il 75% ha indicato, in modo appropriato, che non vi è dimostrazione che l’antipiretico, anche se somministrato in modo sistematico in corso di febbre, riduca la ricorrenza della CF. Sempre il 75% degli operatori (82% per gli SP, 72% per i PO)ritiene, in modo appropriato, che il diazepam endorettale vada utilizzato se il bambino presenta una crisi che dura più di 1-2 minuti. In merito alla opportunità, di fronte ad una CF semplice, di non eseguire l’EEG, l’81% riporta correttamente questa raccomandazione (93% per gli SP, 76% per gli IP). Complessivamente solo il 45% degli operatori ha fornito una risposta corretta a tutti e cinque i quesiti formulati.

Conclusioni: la conoscenza da parte dei medici e del personale infermieristico delle evidenze in merito alla valutazione di un bambino con CF rappresenta il primo passo per una corretta gestione e per una adeguata informazione dei genitori. I risultati dello studio evidenziano un discreto livello di conoscenza degli operatori sanitari, anche se con una differenza tra le categorie professionali. Si rendono pertanto necessarie campagne di informazione e formazione sulla gestione del bambino con CF, a partire da quelle che sono le raccomandazioni formulate nelle LG sugli specifici punti che sono stati oggetto dello studio.

Il rapporto completo dello studio, con la sintesi delle evidenze a supporto delle risposte "corrette", è disponibile on line nella home page di Medico e Bambino, in "Segnaliamo".

Tornese G, Festini F, Siani P, Simeone G, Marchetti F
LA GESTIONE DELLE CONVULSIONI FEBBRILI: ATTITUDINI DI COMPORTAMENTO DEGLI OPERATORI SANITARI
Report finale, Luglio 2010

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