domenica 5 dicembre 2010

I medici in pensione nei prossimi 10 anni


Circa 4 medici su 10, nei prossimi dieci anni, andranno in pensione. A svestire il camice bianco saranno infatti 115 mila medici, oggi compresi nella fascia di età tra i 51 e i 59 anni, ovvero il 38% di tutta la popolazione medica attiva. Tra questi sono compresi il 48% dei medici dipendenti dei servizi sanitari regionali e Università, il 62% dei medici di famiglia, il 58% dei pediatri di libera scelta, il 55% degli specialisti convenzionati.

A scattare la fotografia è la Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), nel corso della II Conferenza nazionale della professione medica, oggi a Roma.Secondo la Fnomceo, dall'analisi dei dati emerge chiaro un aspetto: "la formazione dei futuri camici bianchi è una vera emergenza, per la quale serve un progetto ad hoc, efficace, che richiede innanzitutto una maggiore connettività e flessibilità nelle relazioni e nelle 'regole di ingaggio' tra le Facoltà di medicina e le strutture pubbliche e private accreditate dei Servizi sanitari regionali". Un progetto a cui la Fnomceo sta lavorando, per mettere i nuovi professionisti al 'passo dei tempi'. "Il nuovo medico - spiega Bianco - in ragione degli sviluppi straordinari della medicina come scienza tecnologica, ha bisogno di più strumenti per poter gestire queste straordinarie risorse. Che sono costose e che presentano una serie di problemi, come quello dell'appropriatezza del loro utilizzo". Per il presidente della Fnomceo, questo scenario, pone a cascata una serie di altri problemi: "la selezione degli accessi, i contenuti formativi, la formazione degli specialisti. Ecco perchè - spiega - faremo tutta una serie di proposte, che a nostro giudizio ridefiniscono un modello di formazione che vede una forte integrazione tra l'attività storica dell'università e l'attività formativa del Ssn". Università e Ssn che, per Bianco, "devono vivere un momento di forte cooperazione per superare l'emergenza nella qualità".

Il progetto della Fnomceo si fonda su un processo continuo e integrato che parte dall'accesso agli studi di medicina al termine dell'attività professionale. "Deve misurarsi - sottolinea Bianco - non solo con l'evoluzione dei saperi tecnico-scientifici, ma anche con le nuove definizioni, i nuovi orizzonti e le diverse legittimazioni culturali e civili che costantemente ridisegnano gli scopi della medicina e della sanità".

Non solo formazione universitaria, quindi, ma anche formazione continua post laurea. "Nel nostro sistema - spiega Bianco - è purtroppo in forte ritardo una cultura della promozione e della valutazione della qualità dei professionisti e dei servizi. Una criticità che sarebbe sbagliato e controproducente pensare di risolvere affrontandola dalla coda attraverso l'esclusivo potenziamento di modelli burocratici, inquisitori e sanzionatori di controllo".

Per la Fnomceo, per formare i medici del futuro, un ruolo fondamentale deve essere svolto dalle Società medico scientifiche. "Realizzando al più presto - spiega il presidente Bianco - un modello di accreditamento istituzionale, così da garantire il loro riconoscimento in ruoli di interlocutori stabili, affidabili e autorevoli delle istituzioni sanitarie". Per Bianco, "lo stesso nuovo sistema di Educazione continua in medicina (Ecm) può, in prospettiva, offrire al bisogno di formazione continua dei medici e di tutti i professionisti sanitari non un frammentato e disorganico universo di soggetti a vocazione formativa, non sempre trasparenti, efficaci ed indipendenti, ma solo provider in grado di garantire lo sviluppo e la continuità di un sistema formativo affidabile e calibrato sulle esigenze dei singoli professionisti e delle organizzazioni nelle quali operano".

Fonte: Adnkronos Salute

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