lunedì 30 agosto 2010

Le continue interruzioni portano ad errori nella somministrazione dei farmaci

Ogni operatore che lavora in Ospedale si trova quotidianamente di fronte al problema della preparazione dei farmaci ed alla possibilità di errore nelle procedure che vengono adottate. Il problema riguarda in modo particolare il personale infermieristico. I motivi delle interruzioni possono essere tanti e l'ambiente ospedaliero di solito, nella stragrande maggioranza dei casi, non è favorevole alla concentrazione. Le interruzioni costringono ad abbandonare quanto si stà facendo e quindi ad una diminuzione dell'attenzione quando si riprende l'attività interrotta.

Un recente studio svolto in Australia, pubblicato su Arch Intern Med (Weatbrook J et al. 2010;170:683-90) per la prima volta si è posto il problema di documentare prospetticamente quale sia la stima del rischio delle interruzioni nelle procedure.
Sono stati osservati nella preparazione e somministrazione dei farmaci 98 infermieri per un totale di 4371 farmaci somministrati a 720 pazienti in un arco di tempo di 2 anni. Gli osservatori dovevano registrare il numero di interruzioni, il mancato rispetto delle procedure e gli errori clinici (per dose, via di somministrazione, identificazione precisa del paziente etc).

I risultati ottenuti confermano il rischio delle interruzioni. Ogni interruzione si associaza ad un aumento del 12% dei fallimenti procedurali e del 12,7% degli errori clinici. Si è verificata almeno una interruzione nel 53% delle somminoistrazioni. Nel 74% delle somministrazioni è stato osservato almeno un fallimento procedurale (84,6% in caso di interruzioni vs 69,6% nelle somministrazioni condotte senza interruzioni). Nel 25%delle somminstrazioni c'è stato almeno un errore clinico (38,9% con almeno 3 interruzioni rispetto al 25,3% senza interruzioni). L'esperienza degli operatori non si associava a una riduzione degli errori causati nelle interruzioni.

Il lavoro è stato condotto su pazienti adulti. In ambito pediatrico la preparazione di alcuni farmaci (per il noto problema della mancanza di adeguate formulazioni adatte per i bambini) risulta essere più complicata e pertanto il rischio che è stato documentato potrebbe essere maggiore.

Lo studio australiano per la prima volta documenta questo rischio di cui il personale infermieristico in particolare è ben consapevole e cosciente. In ogni ambiente/reparto ospedaliero si rende necessaria una discussione che sia in primis organizzativa e che definisca al meglio le procedure da adottare per evitare le continue interruzioni. Ai medici per il momento vi è il richiamo di favorire la possibilità che il personale infemieristicco svolga nelle condizioni ideali la preparazione dei farmaci: con prescizioni precise e condivise, evitando appunto le interruzioni.

Federico Marchetti

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