lunedì 16 agosto 2010

Medico e Bambino su Facebook


Molti pediatri che appartengono alla generazione che si è laureata negli anni ’80 non sanno esattamente cosa siano i Social Network e tra questi Facebook. I medici di questa generazione hanno visto nascere Internet, la posta elettronica e per interesse, curiosità o per forza si sono abituati ad utilizzare questi strumenti potenti di comunicazione. A dire il vero non tutti ed in ogni caso spesso con qualche difficoltà.

Se invece i pediatri di questa generazione provano a chiedere ai loro figli o ai medici che si sono laureati negli anni 2000 cosa utilizzano come sistema di comunicazione principale, rispondono con facilità: gli SMS e Facebook, talora in un tutt’uno estemporaneo, grazie all’esplosione dell’utilizzo dei cosiddetti “smartphone”. Già la posta elettronica è diventata per loro qualcosa di “tradizionale” e pertanto di più ufficiale e meno utilizzata per comunicazioni rapide e “giovani”.
In pratica la comunicazione è cambiata e questo riguarda anche l’ambito editoriale e scientifico.

Chi un decennio fa annunciava la morte dell’editoria stampata si è probabilmente sbagliato, e per certo le riviste e i libri non perderanno mai il loro ruolo nella diffusione della conoscenza. È anche vero, però, che Internet ha aperto un mondo di comunicazione “nuova”, sicuramente con molta meno carta in giro, ma soprattutto più rapida e più interattiva. Qualcuno prospetta che in futuro anche riviste prestigiose come il BMJ, Lancet, NEJM pubblicheranno sempre meno articoli originali e diventeranno sempre di più dei luoghi di dibattito, degli spazi di confronto e di commento.
Di fatto le nuove generazioni di medici avranno sempre più il bisogno di alcuni dei vantaggi che “la rete” rende disponibili. La speranza è che i vantaggi ricercati siano in termini di una conoscenza attendibile, non solo esclusivamente nozionistica, ma anche e soprattutto culturale e di metodo. Il ritorno per tutta la comunità è l'arricchimento generale prodotto proprio della condivisione.
Recentemente proprio le principali riviste mediche (BMJ, Lancet, NEJM) hanno creato una loro pagina Facebook che sta avendo un certo successo, in termini di “condivisione” ed anche di interattività. Nell’ambito dell’editoria pediatrica ancora più recente è l’annuncio di Pediatrics (che vuol dire dell’American Accademy of Pediatrics) di entrare in Facebook.

Chi si avvicina ora a Facebook può, rispetto a questa prospettiva, rimanere profondamente deluso perché il sistema di comunicazione esistente è uno spazio di informazioni che da l’impressione di essere “mordi e fuggi”, con il rischio che tutto passa e poco rimane (come sfogliare un giornale, leggendo i titoli ed al massimo il corsivo di presentazione, ma senza approfondire l’argomento…).
Altri possono storcere il naso nel mescolare il sacro col profano, e calare la “scienza” in Facebook può dare l’impressione di sminuirla, di farla passare in un canale di serie B, privo dei criteri di rigorosità che rendono una rivista credibile.
Ma di fatto Facebook deve essere accolto e utilizzato per quello che è, ossia un sistema di comunicazione e la comunicazione appartiene a quello che desiderano condividere le persone, i gruppi ed anche i giornali scientifici e gli operatori sanitari. In altre parole, come tutti i sistemi di comunicazione, i modi per usufruirne sono diversi ed ognuno può cercare quello che è più interessante ed utile. Che si legga la rivista cartacea sul proprio sofà, o che si ascolti o guardi un Podcast sul proprio iPod mentre si fa palestra, poco importa.

Anche Medico e Bambino ha deciso di creare una sua pagina su Facebook, con una prospettiva di contenuto ancora tutta da definire, ma che è già attraente nella possibilità di rendere disponibili in pochi secondi molti dei contenuti della rivista che sono disponibili già on line, ma anche di annunciare eventi e notizie utili che provengono dal mondo pediatrico nazionale ed internazionale, di condividere contenuti con altre riviste o con persone interessate a farlo.
Siamo in attesa di proposte da parte dei lettori: questa volta con la prospettiva di costruire qualcosa di ulteriormente utile, nello spirito ed appunto nei contenuti che hanno caratterizzato in questi anni Medico e Bambino.

Federico Marchetti, Gianluca Tornese
Clinica Pediatrica, IRCCS Burlo Garofolo, Trieste
Per la Redazione di Medico e Bambino

1 commento:

  1. M&B e' su FBK. E' una scelta sulla quale varrebbe la pena fermarsi (anche poco, dai) a pensare. Un possibile, adatto pensiero agostano.
    1. Pensare a quale senso abbia una Sanita' che propone agli operatori dei corsi sul mitico, nuovo (?) web 2.0 ma che impedisce l'accesso a FBK o a YouTube dai pc aziendali (tante volte si distraessero con i video del NEJM o a qualcuno venisse in mente di usare FBK come strumento per far crescere uno studio multicentrico internazionale.
    2. Pensare alla prevedibile incoerenza di medici e dirigenti apparentemente consapevoli della centralità della comunicazione come aspetto di cura, ma che al solo sentire parlare di Twitter o di Delicious alzano il sopracciglio o si vantano pubblicamente di non conoscerli neanche.
    3. Ad un'editoria scientifica (?) che non sa che pesci pigliare; che anche nelle sue migliori espressioni ancora non ha capito se debba essere il lettore a pagare per leggere o l'autore a pagare per scrivere (basti vedere l'editoriale del BMJ di questa settimana che contrabbanda per "sperimentazione" una preoccupante indecisione.
    Ragionare, riflettere potrebbe convincere che "essere su FBK" e' una scelta politica; non per "abitare la mediocrità' del presente" ma per rendersi disponibili a misurarsi con le attese, i rancori, i desideri della gente, dei ragazzi, dei loro genitori. Ed a farlo negli spazi e nei modi in cui questi sentimenti si manifestano e si confrontano.
    Facendo affiorare (almeno) il sospetto che anche questo sia cura, comunicazione, editoria.

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