giovedì 18 novembre 2010

“Antibiotici, difendi la tua difesa. Usali con cautela”

Al via la campagna di sensibilizzazione dei cittadini sull’uso corretto dei medicinali. Condotta dalla AIFA in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità si concluderà a gennaio 2011.

Affamati di antibiotici. Gli italiani spendono oltre un miliardo di euro l’anno (1037 milioni) in farmaci battericidi. Un costo che quasi per metà è inutile, e un consumo pro capite che li pone al terzo posto in Europa preceduti solamente dai greci e dai ciprioti e al primo per il più alto tasso antibioticoresistenza.

L’allarme è stato lanciato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che ha presentato uno studio in occasione dell’avvio della campagna di comunicazione “Antibiotici, difendi la tua difesa. Usali con cautela”, volta a sensibilizzare i cittadini su l’uso corretto di questi medicinali, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e con il patrocinio del Ministero della Salute.

Le differenze regionali- Nel 2009 l’eccesso di spesa evitabile legato alla somministrazione e ai costi non appropriati degli antibiotici ha toccato quota 413,1 milioni di euro, con la Campania, la Puglia e la Sicilia che insieme determinano quasi il 60 per cento di tutto il surplus di consumi in Italia. L’Aifa ha infatti calcolato che se tutte le regioni si allineassero al consumo medio di quelle più virtuose (Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Veneto e Valle D’Aosta) con 17,25 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti, si potrebbe ottenere un risparmio quantificato in 316,6 milioni di euro. Mentre se il costo per dose media giornaliera divenisse in tutte le regioni pari a quello della Lombardia (1,66 euro) si otterrebbe un risparmio di 155,8 milioni di euro.

Dunque, il risparmio complessivo che potrebbe derivare dall’effetto congiunto di una maggiore appropriatezza dei consumi e della riduzione dei costi è di 413,1 milioni di euro, pari al 3,7 per cento della spesa farmaceutica convenzionata nel 2009. A livello di singola regione, spiega ancora lo studio dell’Aifa, il risparmio ottenibile «inciderebbe considerevolmente sul valore dello sfondamento della loro spesa: nel Lazio per il 29 per cento, in Puglia per il 43 per cento e in Sardegna per il 20».

Il problema della resistenza-Oltre al capitolo legato ai costi, ci sono ragioni che incidono strettamente sulla salute dei cittadini. Alcuni germi patogeni importanti, ha spiegato il dg dell’Aifa, Guido Rasi, hanno già sviluppato livelli di antibiotico-resistenza che arrivano quasi al 100 per cento. Un esempio di questo fenomeno, ha ricordato a sua volta l’immunologo e capo dipartimento Malattie infettive dell’Iss, Gianni Rezza, «è il nuovo “superbatterio” Ndm-1 (New Delhi Metallo-beta-lactamase-1) che dal subcontinente indiano è arrivato anche in Europa, in particolare nel Regno Unito, mentre in Italia ci sono stati un paio di casi».

Il dato di prescizione e l'utilizzo razionale- Giova ricordare, poi, che i motivi più frequenti di prescrizione di antibiotici sono le malattie dell’apparato respiratorio (40,8 per cento), seguite da quelle dell’apparato genitourinario (18,4) e dell’apparato digerente (13,6). Nel dettaglio il maggior impiego risulta per la cistite (9,9 per cento), la faringite (8,3 per cento), la bronchite acuta (5,7 per cento). Nel 2009 il 44 per cento dei cittadini, il 53 per cento dei bambini e il 50 per cento degli anziani ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, e il 15 per cento degli anziani più di sei.

«È necessario che i cittadini capiscano che gli antibiotici vanno assunti nelle modalità indicate dal medico e solo se è il medico a prescriverli, dopo averne accertato la necessità - spiega Guido Rasi, direttore generale dell’Aifa -. La sospensione precoce della terapia è tra le principali cause di sviluppo delle resistenze, poiché uccide i batteri più deboli e "seleziona" quelli più forti. Per questo bisogna evitare il fai da te. Raffreddore o influenza, per esempio, non rientrano tra le cause per cui sono indicati gli antibiotici, anzi assumerli in questi casi mette a rischio la salute favorendo lo sviluppo di germi resistenti. Dobbiamo impegnarci a far capire ai medici e alle persone comuni che stiamo rischiando di non avere più a disposizione farmaci efficaci per curare malattie che oggi non rappresentano più un pericolo ma che potrebbero diventarlo».

Le reazioni avverse-C’è infine un altro aspetto legato all’uso improprio degli antibiotici (spesso quelli che non sono stati utilizzati perché non é stato concluso un altro ciclo di cure), vale a dire quello che determina le reazioni avverse. Secondo i dati forniti dall’Aifa, i casi nel 2009 in Italia sono stati 1.643. Tra il 2002 e il 2009 ci sono state 8.833 segnalazioni. Episodi che hanno causato anche numerose vittime: ben 118 negli otto anni di monitoraggio.

Il numero di Novembre di Medico e Bambino riporta una serie di articolo sull'uso razionale della terapia antibiotica in età pediatrica:




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