giovedì 11 novembre 2010

"Medici, non smettete di ragionare"

I medici della prossima generazione come ragioneranno, con quali processi mentali arriveranno a formulare una diagnosi, a prescrivere una terapia? Se lo chiede sul Lancet Jerome Kassirer, l'ex direttore del New England Journal of Medicine. Il suo timore è che la facilità di accesso a risposte preconfezionate a quesiti clinici, la disponibilità di linee guida, revisioni sistematiche, abstract commentati possano avere degli effetti indesiderati. "In medicina il ragionamento richiede una enorme conoscenza di fatti sulla salute e sulla malattia, in materia di fisiologia, di benefici e rischi legati ai test e ai trattamenti".

"Non basta", continua Kassirer, "aver imparato a risolvere problemi e a prendere decisioni, e non basta neanche sapere trovare informazioni; è anche necessario ricordare le informazioni e sapere come usarle. Dobbiamo evitare di produrre professionisti dipendenti da superficiali riassunti elettronici, formule opache e pareri di esperti. Devono essere in grado di ragionare in modo autonomo."

Timori fondati: le nuove tecnologie stanno provocando profondi cambiamenti nel modo in cui ci concentriamo, riflettiamo ed elaboriamo le informazioni. Compito di chi si dedica alla formazione è vigilare e aiutare le nuove generazioni a trovare il giusto equilibrio, a saper sfruttare le potenzialità dei nuovi media senza perdere di vista le dimensioni della complessità e della profondità.

Sono temi di grande attualità, in fondo quel che dice Kassirer è che, nel ragionamento clinico, vecchio e nuovo devono arrivare a una nuova sintesi. Temi che fanno parte di un dibattito culturale più ampio (e complesso), sul quale si sono confrontati recentemente, per esempio, Alessandro Baricco e Eugenio Scalfari, parlando di nuovi barbari, superficialità, leggerezza, complessità e profondità.

"I barbari, quelli che tu ed io vediamo come un'incombente realtà - scrive Scalfari a Baricco - sono ancora alla ricerca del futuro; gli imbarbariti stanno devastando il presente e contro di loro noi dobbiamo combattere per preservare il deposito dei valori che la modernità ha accumulato e dei quali l'epoca futura potrà usufruire quando avrà finalmente raggiunto la sua plenitudine e la sua autocoscienza. Io non credo nella contrapposizione tra profondità e superficialità come una conquista e un avanzamento."

E chissà cosa avrebbe detto Calvino, che alla leggerezza ha dedicato uno splendido saggio…

Fonti: Kassirer JP. Does instant access to compiled information undermine clinical cognition? Lancet, 2010; 376: 1510-1.
Scalfari E. I barbari non ci leveranno la nostra profondità. La Repubblica, 2 settembre 2010

A cura di: Il Pensiero Scientifico Editore

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