lunedì 23 gennaio 2012

L'india da un anno non ha più casi di poliomelite

In India il virus della poliomielite non ha più fatto la sua comparsa nel paese per 12 mesi consecutivi. Il Paese dovrebbe essere pertanto eliminata dalla lista dei paesi in cui la patologia è endemica.

A metà del decennio passato, quando ci si interrogava sulle possibilità di successo della campagna per cancellare la poliomielite dall'intero pianeta, l'ostacolo maggiore veniva sintetizzato con l'acronimo PAIN: vale a dire, Pakistan, Afghanistan, India e Nigeria, i quattro paesi che si frapponevano ostinatamente alla via verso il successo. Quei quattro paesi non erano mai riusciti a fermare la diffusione del virus della poliomielite all'interno dei propri confini e continuavano a trasmettere il virus in luoghi dove la trasmissione era già stata interrotta.

L'India, che un tempo appariva destinata a essere l'ultimo paese della Terra a liberarsi dalla polio, sembra infatti riuscita a superare Pakistan, Afghanistan e Nigeria nella lotta al virus. L'ultimo bambino indiano paralizzato dalla poliomielite si è ammalato il 13 gennaio 2011, e i controlli sulla presenza del poliovirus nelle acque reflue non hanno rilevato il patogeno per oltre un anno.

Se l'India fornirà dati che indicano l'assenza di casi polio per 12 mesi consecutivi, verrà depennata dalla lista dei paesi in cui la poliomielite è considerata endemica, in cui sono presenti gli altri tre. Una dichiarazione dalla Global Polio Eradication Initiative è attesa in questi giorni, ma considerato il tempo necessario per terminare le prove di laboratorio in corso, è verosimile che si debba aspettare la metà di febbraio prima di avere la conferma ufficiale.

La sensazione è che l'India sia sulla soglia di un risultato importante, ottenuto contro ogni probabilità. "Questo è per noi un risultato enorme. Ci sono volute decine di milioni di operatori sanitari e una mobilitazione immensa per arrivare a questo punto", dice Hamid Jafari, responsabile per l'Organizzazione Mondiale della Sanità

Dove i bambini sono ben nutriti e sani, bastano tre dosi di vaccino antipolio orale e il gioco è fatto. Ma nei bambini malnutriti che vivono dove l'igiene è scarsa e la diarrea è un fatto di vita quotidiana non è possibile far insorgere così facilmente una risposta immunitaria protettiva. In India, capitava che bambini vaccinati otto, dieci o più volte cadessero lo stesso vittima della poliomielite.

La via d'uscita si iniziò a intravedere con l'introduzione di nuovi vaccini che avevano come obiettivo prima uno e quindi due ceppi della poliomielite, piuttosto che tutti e tre. Ma il paese aveva comunque di fronte sfide enormi. In India localizzare e vaccinare tutti i bambini vulnerabili è un compito immane. Nei due stati poveri del nord, l'Uttar Pradesh e il Bihar, dove la polio ha fatto la sua ultima apparizione, nasce ogni mese più di mezzo milione di bambini. Nelle due giornate di vaccinazione nazionale, due volte all'anno 2,3 milioni di vaccinatori visitano 209 milioni famiglie.

Oltre a introdurre un vaccino più efficace, l'India ha fatto di tutto per scovare i bambini più ad alto rischio, quelli delle famiglie che si spostano per il paese in cerca di lavoro stagionale. Punti di transito, stazioni, depositi di autobus, incroci fra le strade più trafficate, durante le campagne di vaccinazione sono stati tutti trasformati in centri di distribuzione. Ed è stato fatto uno sforzo particolare per individuare e mappare i luoghi in cui piazzavano i loro campi le famiglie dei migranti, per essere sicuri che le squadre di vaccinazione non le perdessero durante il loro giro.

Gli osservatori hanno ampiamente elogiato l'India per l'impegno profuso e per i 2 miliardi di dollari che sta spendendo per eliminare la poliomielite. "Il successo dell'India è effettivamente il risultato di una determinazione visionaria e di tenace perseveranza", afferma Liam Donaldson, ex direttore della Agenzia per la tutela della salute del Regno Unito e presidente del comitato di esperti indipendente che verifica l'eradicazione della poliomielite. "Questo risultato è dovuto ai leader del paese e a molte valenti persone che vi si sono dedicate lavorando sia per il governo e sia per le agenzie che hanno collaborato."

Ma le sfide restano. Il paese che prima esportava il virus della polio è ora vulnerabile alle re-infezioni provenienti dai vicini, in particolare il Pakistan e l'Afghanistan. Jafari dice che: "In questo momento il nostro maggiore nemico sarebbe l'auto-compiacimento e il pensare che il lavoro sia ormai fatto, perché il rischio di re-introduzione è reale."

Anche se le sfide affrontate da altri paesi che stanno ancora combattendo la polio non sono identiche a quelle fronteggiate dall'India, la nazione è in grado di condividere le proprie competenze. Molti di quelli che hanno lavorato sulla poliomielite in India si sono già trasferiti in altri paesi per offrire aiuto. Il programma indiano prevede anche la condivisione di documenti di pianificazione e del sistema messo a punto per garantire un sistema di controllo delle prestazioni fornite.
India: vittoria sulla poliomielite?Un ragazzo di Firozabad, nello stato indiano dell'Uttar Pradesh, mostra il dito macchiato di colore per indicare che è stato appena vaccinato
Fonte (modificata): Le Scienze, edizione italiana di Scientific American

Leggi il Comunicato stampa dell'OMS




1 commento:

  1. per chiudere questa malat la polio in India richiesta creatività, perseveranza e professionalità - "

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